GIACOMO LORENZINI - CRISTINA NALI
IL PINO DOMESTICO
Elementi storici e botanici di una preziosa realtà del paesaggio mediterraneo
Olschki, 2013
collana "Giardini e paesaggio"
Il pino domestico ci parla di una lunga storia mediterranea, ci ricorda un passato glorioso sulle terre e sui mari, ci collega con antiche civiltà; è frequente presenza nella letteratura, nelle arti decorative, nei miti, nella quotidianità.
È pianta capace di vivere nelle condizioni più ingrate, simbolo di ‘toscanità’, secondo solo, forse, al cipresso.
Occuparsi di questa specie multifunzionale significa interagire con un universo che comprende aspetti paesaggistici, ma anche economici e produttivi, implica confrontarsi con il passato dei nostri luoghi, con le loro consuetudini, con la loro tradizione alimentare.
Le condizioni dei nostri boschi sono però profondamente mutate: fattori di ordine economico, sociale, ambientale e biologico hanno sconvolto gli antichi equilibri e oggi è difficile continuare a pensare alle pinete nei termini ai quali eravamo abituati alcuni decenni fa: i conti economici non tornano e si rischiano fenomeni di abbandono, peraltro già in atto.
Si intravedono dunque nuovi ruoli per la pineta, non più come fonte di ricchezza, ma, soprattutto, di arricchimento ambientale e paesaggistico.
Giacomo Lorenzini è docente di Patologia forestale urbana all’Università di Pisa, ove ha presieduto corsi di studio sulla gestione del verde urbano e del paesaggio e ha diretto il Centro Interdipartimentale di Ricerche Agro-ambientali; da tempo si occupa prevalentemente delle interazioni tra piante e inquinanti dell’aria.
Cristina Nali è docente di Valutazione della stabilità degli alberi e diagnostica per immagini e Difesa delle piante medicinali all’Università di Pisa. La sua attività scientifica coinvolge vari aspetti della Patologia vegetale con particolare riguardo alle interazioni tra piante e stress abiotici.
IL PINO DOMESTICO
Elementi storici e botanici di una preziosa realtà del paesaggio mediterraneo
Olschki, 2013
collana "Giardini e paesaggio"
Il pino domestico ci parla di una lunga storia mediterranea, ci ricorda un passato glorioso sulle terre e sui mari, ci collega con antiche civiltà; è frequente presenza nella letteratura, nelle arti decorative, nei miti, nella quotidianità.
È pianta capace di vivere nelle condizioni più ingrate, simbolo di ‘toscanità’, secondo solo, forse, al cipresso.
Occuparsi di questa specie multifunzionale significa interagire con un universo che comprende aspetti paesaggistici, ma anche economici e produttivi, implica confrontarsi con il passato dei nostri luoghi, con le loro consuetudini, con la loro tradizione alimentare.
Le condizioni dei nostri boschi sono però profondamente mutate: fattori di ordine economico, sociale, ambientale e biologico hanno sconvolto gli antichi equilibri e oggi è difficile continuare a pensare alle pinete nei termini ai quali eravamo abituati alcuni decenni fa: i conti economici non tornano e si rischiano fenomeni di abbandono, peraltro già in atto.
Si intravedono dunque nuovi ruoli per la pineta, non più come fonte di ricchezza, ma, soprattutto, di arricchimento ambientale e paesaggistico.
Giacomo Lorenzini è docente di Patologia forestale urbana all’Università di Pisa, ove ha presieduto corsi di studio sulla gestione del verde urbano e del paesaggio e ha diretto il Centro Interdipartimentale di Ricerche Agro-ambientali; da tempo si occupa prevalentemente delle interazioni tra piante e inquinanti dell’aria.
Cristina Nali è docente di Valutazione della stabilità degli alberi e diagnostica per immagini e Difesa delle piante medicinali all’Università di Pisa. La sua attività scientifica coinvolge vari aspetti della Patologia vegetale con particolare riguardo alle interazioni tra piante e stress abiotici.