DIALOGHI FRA L'UOMO E LA
TERRA
OMAGGIO AD ANTONIA CAMPI
Torre dei Doganieri - Sestri Levante
dal 31 luglio al 1 settembre 2013
La mostra presenta gli esiti delle collaborazioni di Antonia Campi in questi ultimi 3 anni: tre nuove collezioni a “quattro” o “sei” mani realizzate con i ceramisti Alfredo Gioventù e Daniela Mangini a Sestri levante, con Antonella Ravagli e con lo studio Elica di Pastore&Bovina a Faenza grazie ad una intuizione di Anty Pansera.
Le tre collezioni, presentate per la prima volta nel novembre 2011 presso il Midec, Museo Internazionale del Design Ceramico di Laveno in occasione dei 90 anni di Antonia Campi, sono state inserite successivamente in prestigiose mostre sul lavoro della designer: “Geometrie Impossibili” presso la Galleria del Credito Valtellinese a Sondrio ed il Museo Diocesano di Milano, “Dialoghi” presso lo Studio Battaglia in occasione della manifestazione internazionale Argillà 2012 a Faenza, “Antonia Campi, l’estro armonico” a Siena e presso il museo di Montelupo Fiorentino a cura dell’associazione L’Arte dei Vasai della Nobile Contrada del Nicchio.
L’incontro con Antonia Campi ed Anty Pansera: “Passo a Sei” dialogo sul ruolo della donna, ed in particolare di Antonia Campi, nel design e nella produzione ceramica industriale ed artigianale nel ’900 e presentazione delle nuove collezioni in mostra.
Con la presenza di Carlo Pizzichini per l’Arte dei Vasai della Nobile Contrada del Nicchio, Sergio Noberini curatore del Museo Luzzati, Antonella Ravagli e Alfredo Gioventù.
Antonia Campi. Artista e scultrice per formazione, è approdata al design attraverso la Società Ceramica Italiana di Laveno, dove era entrata come operaia nel 1947 e di cui divenne direttore artistico negli anni sessanta. Nella manifattura all’epoca diretta da Guido Andlovitz, “Neto” Campi era entrata, giovanissima, dopo aver frequentato i corsi dell’Accademia di Brera, dove si è diplomata in scultura con Francesco Messina. Prima donna dirigente in Italia, succeduta nel 1962 a Andlovitz nella direzione della Sci, dal 1971 dirige il Centro Artistico unificato della SCI e della Richard – Ginori e in seguito il Centro Design della Pozzi – Ginori. In questo ruolo assume il compito di seguire l’intera produzione dell’azienda, dai servizi da tè e caffè, vasi, piatti, soprammobili ai sanitari e alla rubinetteria. Nel 2011 è stata insignita del Compasso d’Oro alla carriera per il progetto di utensili ancora oggi esposti al MoMa di New York. Con lei, anche il bagno diventa uno spazio da vivere e non solo da utilizzare. Ecco i sanitari che sembrano creature dei boschi, che vivono di colori e forme nuove, che abbandonano quell’asettico e alla fine noioso rigore che li imbalsamava da sempre. Poi l’attenzione ai colori, con le celebri creazioni in bianco e blu dove i due toni divengono fantasmagoria di geometrie. Un’inesauribile forza creativa e la necessità di soddisfare anche le esigenze produttive e le richieste commerciali dell’azienda, istanze cui la designer è sempre stata molto sensibile e che spiegano come alcune forme modernissime, proposte con smalti e accostamenti accesi e insoliti, siano anche presentate con decori di aspetto più convenzionale e “rassicurante”, più facilmente accettabile da un pubblico borghese di gusto tradizionale. A novant’anni, Neto continua a sfornare opere bellissime, di giorno in giorno sempre più personali, ad indicare una creatività sempre più libera, ariosa, felice. Non più legata alla produzione di oggetti d’uso, progettazione che l’ha coinvolta lungo tutta la carriera professionale, oggi l’artista è libera da ogni vincolo e necessità.
OMAGGIO AD ANTONIA CAMPI
Torre dei Doganieri - Sestri Levante
dal 31 luglio al 1 settembre 2013
La mostra presenta gli esiti delle collaborazioni di Antonia Campi in questi ultimi 3 anni: tre nuove collezioni a “quattro” o “sei” mani realizzate con i ceramisti Alfredo Gioventù e Daniela Mangini a Sestri levante, con Antonella Ravagli e con lo studio Elica di Pastore&Bovina a Faenza grazie ad una intuizione di Anty Pansera.
Le tre collezioni, presentate per la prima volta nel novembre 2011 presso il Midec, Museo Internazionale del Design Ceramico di Laveno in occasione dei 90 anni di Antonia Campi, sono state inserite successivamente in prestigiose mostre sul lavoro della designer: “Geometrie Impossibili” presso la Galleria del Credito Valtellinese a Sondrio ed il Museo Diocesano di Milano, “Dialoghi” presso lo Studio Battaglia in occasione della manifestazione internazionale Argillà 2012 a Faenza, “Antonia Campi, l’estro armonico” a Siena e presso il museo di Montelupo Fiorentino a cura dell’associazione L’Arte dei Vasai della Nobile Contrada del Nicchio.
L’incontro con Antonia Campi ed Anty Pansera: “Passo a Sei” dialogo sul ruolo della donna, ed in particolare di Antonia Campi, nel design e nella produzione ceramica industriale ed artigianale nel ’900 e presentazione delle nuove collezioni in mostra.
Con la presenza di Carlo Pizzichini per l’Arte dei Vasai della Nobile Contrada del Nicchio, Sergio Noberini curatore del Museo Luzzati, Antonella Ravagli e Alfredo Gioventù.
Antonia Campi. Artista e scultrice per formazione, è approdata al design attraverso la Società Ceramica Italiana di Laveno, dove era entrata come operaia nel 1947 e di cui divenne direttore artistico negli anni sessanta. Nella manifattura all’epoca diretta da Guido Andlovitz, “Neto” Campi era entrata, giovanissima, dopo aver frequentato i corsi dell’Accademia di Brera, dove si è diplomata in scultura con Francesco Messina. Prima donna dirigente in Italia, succeduta nel 1962 a Andlovitz nella direzione della Sci, dal 1971 dirige il Centro Artistico unificato della SCI e della Richard – Ginori e in seguito il Centro Design della Pozzi – Ginori. In questo ruolo assume il compito di seguire l’intera produzione dell’azienda, dai servizi da tè e caffè, vasi, piatti, soprammobili ai sanitari e alla rubinetteria. Nel 2011 è stata insignita del Compasso d’Oro alla carriera per il progetto di utensili ancora oggi esposti al MoMa di New York. Con lei, anche il bagno diventa uno spazio da vivere e non solo da utilizzare. Ecco i sanitari che sembrano creature dei boschi, che vivono di colori e forme nuove, che abbandonano quell’asettico e alla fine noioso rigore che li imbalsamava da sempre. Poi l’attenzione ai colori, con le celebri creazioni in bianco e blu dove i due toni divengono fantasmagoria di geometrie. Un’inesauribile forza creativa e la necessità di soddisfare anche le esigenze produttive e le richieste commerciali dell’azienda, istanze cui la designer è sempre stata molto sensibile e che spiegano come alcune forme modernissime, proposte con smalti e accostamenti accesi e insoliti, siano anche presentate con decori di aspetto più convenzionale e “rassicurante”, più facilmente accettabile da un pubblico borghese di gusto tradizionale. A novant’anni, Neto continua a sfornare opere bellissime, di giorno in giorno sempre più personali, ad indicare una creatività sempre più libera, ariosa, felice. Non più legata alla produzione di oggetti d’uso, progettazione che l’ha coinvolta lungo tutta la carriera professionale, oggi l’artista è libera da ogni vincolo e necessità.