ROSA GISLADOTTIR
COME L'ACQUA COME L'ORO
a cura di Sabine Frantellizzi
Mercati di Traiano - Museo dei Fori Imperiali
via IV Novembre 94 - Roma
dal 21/6/2012 al 23/9/201
In mostra 12 opere dell’artista islandese Rósa Gísladóttir realizzate con materiali moderni come jesmonite, alluminio, bottiglie di plastica, acqua e luce fredda. Significativo l’accostamento tra le opere e le imponenti geometrie e simmetrie dell’architettura classica. Un evidente contrasto tra la grandezza del passato, i suoi reperti e il consumismo del presente.
Si tratta, secondo la definizione dell'artista islandese, di "oggetti primari", ossia elementi d'uso comune, quotidiano – e perciò di età millenaria – che lei stessa ricrea utilizzando appunto i materiali di più ampia diffusione nell'evo contemporaneo, in particolare la plastica.
L'interrogativo sotteso, quasi una provocazione, è quello su quale sorta di reperti, in definitiva quale ambiente, lasceremo ai posteri: dal punto di vista di una "archeologia del futuro", di che genere di reputazione ci stiamo rendendo responsabili?
COME L'ACQUA COME L'ORO
a cura di Sabine Frantellizzi
Mercati di Traiano - Museo dei Fori Imperiali
via IV Novembre 94 - Roma
dal 21/6/2012 al 23/9/201
In mostra 12 opere dell’artista islandese Rósa Gísladóttir realizzate con materiali moderni come jesmonite, alluminio, bottiglie di plastica, acqua e luce fredda. Significativo l’accostamento tra le opere e le imponenti geometrie e simmetrie dell’architettura classica. Un evidente contrasto tra la grandezza del passato, i suoi reperti e il consumismo del presente.
Si tratta, secondo la definizione dell'artista islandese, di "oggetti primari", ossia elementi d'uso comune, quotidiano – e perciò di età millenaria – che lei stessa ricrea utilizzando appunto i materiali di più ampia diffusione nell'evo contemporaneo, in particolare la plastica.
L'interrogativo sotteso, quasi una provocazione, è quello su quale sorta di reperti, in definitiva quale ambiente, lasceremo ai posteri: dal punto di vista di una "archeologia del futuro", di che genere di reputazione ci stiamo rendendo responsabili?