sabato 14 luglio 2012

ELISEO MATTIACCI: SETTE CORPI DI ENERGIA DAL BOSCO - CENTRO PER L'ARTE CONTEMPORANEA, MONTECICCARDO



ELISEO MATTIACCI
SETTE CORPI DI ENERGIA DAL BOSCO
a cura di Ludovico Pratesi
Centro per l'arte contemporanea
via Conventino 1 - Monteciccardo
dal 13/7/2012 al 30/9/2012

Per l'estate 2012 un altro evento di grande suggestione aspetta gli appassionati d'arte e i turisti che sceglieranno di risalire le colline: l'incontro con l'arte di Eliseo Mattiacci.
La mostra è incentrata sull’opera Sette corpi di energia (1973), esposta per la prima volta presso la galleria Alexander Jolas di Milano. L’opera si ispira all’energia primordiale della natura, interpretata dall’artista attraverso i calchi in acciaio di tronchi di quercia tagliati in modo da creare un boschetto metallico, posizionato al centro della sala più ampia del conventino. Sulla sommità di uno dei tronchi Mattiacci ha posizionato la copia di Xhosipilli, il dio dei fiori e della fertilità per le civiltà precolombiane.
Nelle altre sale sono esposti tre disegni preparatori dell’opera abbinati ad altri disegni che descrivono i progetti di una scultura da posizionare in un bosco isolato, descritta da Mattiacci nel testo Nel bosco, un’opera (maggio 1983) pubblicato sulla rivista A.E.I.O.U nel dicembre 1983 e mai realizzata.
“Il percorso della mostra mi è stato suggerito dalla posizione del conventino - dichiara Mattiacci - un luogo silenzioso e isolato tra le colline dell’entroterra pesarese, che mi è parso particolarmente adatto per presentare un’opera che non viene esposta da molto tempo”.
Nato a Cagli nel 1940, Eliseo Mattiacci è stato fra gli esponenti dell’Arte povera, il movimento italiano battezzato così da Germano Celant alla fine degli anni Sessanta che propose l’insorgere di oggetti ed elementi primari come fonti e fasci di energie. E’ del 1967 il clamoroso esordio di Mattiacci nella galleria "La tartaruga": un tubo di ferro snodabile, lungo 150 metri, dipinto di giallo, trascinato per le vie di Roma. Il tubo e poi pietre, calamite, materiali pesanti, sono protagonisti di interventi di grande forza, anche come elementi di performances. Nel '71 presso la galleria l’Attico, l’artista espone se stesso con braccia e mani ingessate. Nel 1976 nella galleria La Salita gli spettatori sono coinvolti nell’azione "Essere- respirare". Lungo tutti gli anni Settanta l'artista realizza una estensione di esperienze sul versante esistenziale ed antropologico. Negli anni Ottanta il "fare grande" di Mattiacci si volge ad opere di ispirazione spaziale, astronomica, cosmica, con strutture - sculture di forme concise, metalliche. La sala alla Biennale di Venezia 1988 consacra la prorompente personalità dell'artista marchigiano a livello internazionale. Dagli anni Novanta, le installazioni e le azioni di Mattiacci occupano spesso spazi aperti (cave, cantieri, letti di fiume, parchi), quasi una land art italiana.