venerdì 6 gennaio 2012

GIO' POMODORO: IL PERCORSO DI UNO SCULTORE - ALESSANDRIA E MONFERRATO


GIO' POMODORO
IL PERCORSO DI UNO SCULTORE - 1954-2001
a cura di Marco Meneguzzo e Giuliana Godio
sedi diverse in Alessandria e nel Monferrato
dal 7/12/2011 al 29/4/2012

Si è aperta il 7 dicembre scorso una fra le più importanti mostre antologiche dedicate allo scultore marchigiano: “Gio’ Pomodoro. Il Percorso di uno scultore: 1954-2001”. L’evento si snoda attraverso un vero e proprio museo territoriale diffuso nell’incantevole territorio dell’alto Monferrato. Ville, Palazzi storici e Musei diventeranno, negli oltre 4 mesi di esposizione, un circuito senza eguali dove compiere uno fra i più esaustivi viaggi fra le opere del grande Maestro della scultura internazionale. il percorso, partendo dalla città di Alessandria, si snoda attraverso le più suggestive e peculiari città della provincia: Acqui Terme, Novi Ligure, Valenza, Tortona e Casale Monferrato.
Sono esposte 173 opere (pietre, marmi, bronzi, poliesteri, acquerelli, opere calcografiche e gioielli) ripartite in nove diverse sedi espositive. La mostra vuole essere un viaggio conoscitivo nella poetica e nell’estetica dei monumentali e straordinari capolavori di Gio’ Pomodoro, la cui radice intellettiva, scientifica e filosofica ha lasciato un patrimonio artistico-concettuale riconosciuto ed apprezzato in tutto il mondo.
La manifestazione è promossa dalla società Palazzo del Governatore, in collaborazione con Palazzo Monferrato, società che ha come soci la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, la Provincia di Alessandria, la Camera di Commercio e i Comuni di Alessandria, Acqui Terme, Novi Ligure, Tortona, Casale Monferrato e Valenza. Contribuisce in maniera significativa – nella sezione dedicata alle opere di oreficeria create dal maestro marchigiano - il Museo Gori e Zucchi della UNOAERRE di Arezzo, che ha prestato un cospicuo numero fra le 45 preziose ed uniche sculture-gioiello esposte nella sede dell’oratorio di San Bartolomeo a Valenza.
La rassegna è curata dal Professor Marco Meneguzzo e da Giuliana Godio di Arte Futura.
Testi in catalogo di Marco Meneguzzo, Giuliano Centrodi, Maria Luisa Caffarelli, Giuliana Godio e Bruto Pomodoro.
Questa straordinaria manifestazione si propone altresì come percorso attraverso le eccellenze del territorio. Ognuna delle sedi espositive è già di per sé un luogo di interesse storico-artistico, così come ognuna delle città offre giacimenti eno-gastronomici d’eccellenza. Si potrà compiere dunque, attraverso il circuito dell’antologica dedicata a Gio’ Pomodoro, un viaggio completo nel segno del più piacevole dei percorsi turistico-culturali. Ed è proprio così che si vuole intendere questa manifestazione, un omaggio a coloro che amano cogliere le essenze dell’arte e della cultura e le uniscono alle tradizioni di un territorio per coglierne l’essenza.

Il viaggio inizia dalla Città di Alessandria dove a Palazzo del Monferrato, edificio caratterizzato da una solenne compostezza architettonica data dal connubio fra Barocco ed Espressionismo, saranno esposte, oltre all’opera monumentale Grande Ghibellina, 12 sculture in bronzo, marmo e pietra oltre ad una importante serie di acquerelli. Nella Galleria Carlo Carrà di Palazzo Guasco, aristocratico edificio di impianto settecentesco del casato dei Marchesi Galiarati di Solero, saranno esposti i Luoghi di Gio’ Pomodoro, 5 studi per opere monumentali di progettazione urbanistica e le relative di tavole progettuali su carta. A Palazzo Cuttica, che in epoca napoleonica fu residenza dei Generali Chasseloup e Despinois e sede della Prefettura di Marengo, oggi sede del Museo Civico, troveranno spazio 9 opere plastiche di piccole e medie dimensioni e 10 importanti lavori su carta, oltre alla monumentale scultura in bronzo Sole deposto installata all’ingresso dell’androne del palazzo. Nel cortile della sede della Camera di Commercio sarà posizionato l’imponente bronzo Colloquio col figlio.
Novi Ligure ospita due percorsi tematici fra i cicli più importanti di Gio’ Pomodoro: le opere della serie “Tensioni” e i “Soli”. In mostra saranno ospitate 40 opere: 23 sculture e 17 acquerelli. La sede è quella del Museo dei Campionissimi, un sito che raccoglie e racconta una delle pagine più belle e coinvolgenti della storia recente del nostro paese, e rende omaggio agli eroi del pedale: Costante Girardengo e Fausto Coppi.
A Valenza, città nota in tutto il mondo per la storica tradizione orafa, negli spazi dell’Oratorio San Bartolomeo, la chiesa più antica della città, saranno esposti 45 preziosi gioielli-scultura dell’artista, già precedentemente ammirati in prestigiose sedi internazionali.
Nell’affascinante dimora padronale di Villa Ottolenghi, Borgo Monterosso, ad Acqui Terme, caratterizzata dalla presenza di importanti opere architettoniche (Marcello Piacentini e Pietro Porcinai) e artistiche (Arturo Martini, Fortunato Depero e Venanzo Crocetti), sarà esposto un nucleo di 13 opere, fra sculture e acquerelli, oltre alla grande statua in bronzo intitolata Due, che si staglia sullo sfondo del meraviglioso parco della villa, ora di proprietà della Famiglia Invernizzi.
Sede del Museo Archeologico e delle Civiche Raccolte Artistiche è il Palazzo Guidobono di Tortona: la facciata di ispirazione gotica tradisce l’originario impianto settecentesco ma gli interni, caratterizzati da importanti decori, rendono questo palazzo nobiliare un luogo davvero suggestivo per ospitare – oltre ai bronzi e ai marmi – i grandi acquerelli di 2 metri per 2 di Gio’ Pomodoro.
Ulteriore tappa del circuito è Casale Monferrato, dove, sotto le volte del loggiato di Palazzo Magnocavalli sarà ospitata per tutto il periodo della manifestazione la grande opera in bronzo lucido Folla .
Gio’ Pomodoro, l’umanista. La sintesi della mostra, che trova spazio e si traduce in un vero e proprio museo diffuso sul territorio nella Provincia di Alessandria, percorso esaustivo nell’opera del grande protagonista della scultura italiana, si ritrova nelle parole del curatore Marco Meneguzzo: Come artista, Gio’ Pomodoro, si è sempre mosso tra gli assoluti che insieme definiscono la categoria dell’”umano”: lo spazio e la storia. La scultura è la disciplina linguistica che secondo lui può incarnare meglio il senso dell’assoluto. E’ per questo che è diventato scultore.
Ritornare ai fondamentali è sempre stata la necessità della scultura di Gio’, mentre restare nei fondamentali è sempre stata la sua aspirazione. Qual è l’essenza della sua sperimentazione? Sperimentare il basso e bassissimo rilievo, la scultura come pannello, come superficie, esplorare i confini del territorio plastico, provare a forzare i limiti della scultura, imposti non tanto dalle sue qualità intrinseche, quanto da una tradizione scivolata prima nella consuetudine, poi purtroppo nell’abitudine. Le prime Superfici in tensione, sono dedicate a questa esplorazione, e si affiancano ad altre esperienze plastiche italiane simili (come quelle di Umberto Milani, di Francesco Somaini, di Emilio Scanavino, dei pannelli ceramici di Franco Meneguzzo, e soprattutto di Pietro Consagra, oltre naturalmente a quelle del fratello Arnaldo), che denotano l’esistenza di un’atmosfera di ricerca plastica di allora, lontana sia dalla figurazione in tutte le sue accezioni, sia dagli eccessi razionalistici e iperprogettuali del concretismo alla Max Bill o alla Bruno Munari.
Le “tensioni” sono il punto di svolta sia nei confronti della materia sia dello spazio; qual è il rapporto fra Gio’ e il suo concetto di scultura? Le tensioni furono salutate come qualcosa di eccezionalmente nuovo, cui contribuì certamente tutto il processo ideativo e realizzativo che Gio’ aveva escogitato. Esse sono l’acme, la sintesi di ciò che era stata la sua ricerca, e di ciò che diventerà il suo sviluppo nei successivi quarant’anni. Qui la materia cede il passo allo spazio, e questo è il primo passo estremamente significativo, perché si definisce una priorità all’interno di quella triade altrimenti indistinta costituita dal tradizionale rapporto tra materia, spazio e forma.
In altre parole, l’aver compreso una volta per tutte come trattare lo spazio, quale priorità attribuire agli elementi fondamentali della sua scultura, gli ha dato la forza e la fiducia per poter inserire nuovamente nel linguaggio plastico quegli elementi narrativi che aveva rifuggito solo qualche anno prima: risolto il problema del rinnovamento linguistico, eliminato il repertorio vetusto della statuaria, affermata ormai la forma e la formula aniconica anche per la scultura, non era più necessario allontanare dalla disciplina plastica quel versante simbolico-narrativo che comunque poteva essere parte sostanziale della scultura, come lo era stato nei secoli passati.
Gio’ Pomodoro definisce lo spazio attribuendogli delle misure e costellandolo di simboli antichi e perduranti. Percorre l’universo, ce lo rende conoscibile e addirittura familiare, come quando i pastori di Piranesi passeggiavano per le rovine dell’antica Roma, tra colonne e vestigia affioranti. E’ l’umanesimo, il romanticismo di un razionalista passato attraverso la Modernità, che ci consegna misure apparentemente arcane ma decifrabili, per metterci in contatto con l’universo, ma soprattutto con tutti gli uomini che quell’universo hanno costruito. Conclude Marco Meneguzzo rimandando il lettore all’ampio suo saggio nel catalogo della mostra.