FABIO GIOVINAZZO
ICONE URBANE
Palazzo Rosso
Via Garibaldi 18 - Genova
2/4/2015 - 3/5/2015
Le fotografie esposte rappresentano una tappa di un lavoro sperimentale sull´immagine che da tempo conduce Fabio Giovinazzo: esse nascono da reali vedute di città, ma generano tre letture differenti.
Nella prima, il paesaggio urbano si trasforma in filamenti di luce che si sfiorano, si sovrappongono o rimangono isolati; altrove, la lucentezza riveste la materia organica vegetale che affiora tra le spaccature innaturali del cemento; l´artista propone infine un nuovo modo di concepire la dimensione architettonica, dove il gesto trova una sua luminosa organizzazione estetica nello spazio.
Realizzate con una fotocamera professionale e seguendo una tecnica personale, le fotografie rimangono legate al concetto di armonia su cui si fondano e all´identità di chi le ha realizzate.
L´immagine – ancora prima di essere scattata e stampata – esiste nel pensiero dell´autore così come nella realtà urbana delle città visitate.
Esse fanno parte di un progetto che nel prossimo futuro coinvolgerà molte altre grandi città,,non solo italiane.
Fabio Giovinazzo, genovese, si è formato con un percorso artistico personale. Laureato in storia, la sua ricerca per immagini tende a seguire un linguaggio visionario, non banalmente provocatorio, e trasgressivo, senza trascurare il coinvolgimento del grande pubblico. Oltre ad aver tenuto con successo diverse personali legate alla sua sperimentazione fotografica, ha scritto e curato la regia dei film Kinek ìrod Ezt? (nel 2012 la prima versione, nel 2015 quella definitiva), The Men in Blue (2015) e Monologo di Palinuro (2015). Inoltre ha illustrato, con una serie di fotografie, l´opera Cantico di Stasi dell´autrice Marina Pizzi.
ICONE URBANE
Palazzo Rosso
Via Garibaldi 18 - Genova
2/4/2015 - 3/5/2015
Le fotografie esposte rappresentano una tappa di un lavoro sperimentale sull´immagine che da tempo conduce Fabio Giovinazzo: esse nascono da reali vedute di città, ma generano tre letture differenti.
Nella prima, il paesaggio urbano si trasforma in filamenti di luce che si sfiorano, si sovrappongono o rimangono isolati; altrove, la lucentezza riveste la materia organica vegetale che affiora tra le spaccature innaturali del cemento; l´artista propone infine un nuovo modo di concepire la dimensione architettonica, dove il gesto trova una sua luminosa organizzazione estetica nello spazio.
Realizzate con una fotocamera professionale e seguendo una tecnica personale, le fotografie rimangono legate al concetto di armonia su cui si fondano e all´identità di chi le ha realizzate.
L´immagine – ancora prima di essere scattata e stampata – esiste nel pensiero dell´autore così come nella realtà urbana delle città visitate.
Esse fanno parte di un progetto che nel prossimo futuro coinvolgerà molte altre grandi città,,non solo italiane.
Fabio Giovinazzo, genovese, si è formato con un percorso artistico personale. Laureato in storia, la sua ricerca per immagini tende a seguire un linguaggio visionario, non banalmente provocatorio, e trasgressivo, senza trascurare il coinvolgimento del grande pubblico. Oltre ad aver tenuto con successo diverse personali legate alla sua sperimentazione fotografica, ha scritto e curato la regia dei film Kinek ìrod Ezt? (nel 2012 la prima versione, nel 2015 quella definitiva), The Men in Blue (2015) e Monologo di Palinuro (2015). Inoltre ha illustrato, con una serie di fotografie, l´opera Cantico di Stasi dell´autrice Marina Pizzi.