martedì 16 settembre 2014

MAURICE DENIS: NEOTRADIZIONALISMO - CASTELVECCHI 2014




MAURICE DENIS
NEOTRADIZIONALISMO
Castelvecchi (17 settembre 2014)
Collana: Etcetera

Con la verve sferzante dei suoi vent’anni, Maurice Denis compone nel 1890 una brillante dichiarazione di poetica destinata a diventare uno dei testi fondamentali del modernismo. Studente all’École des Beaux-Arts e all’Académie Julian, aggiornatissimo sulle ultime tendenze, Denis frequenta i Salon e le altre rassegne artistiche, non esitando a criticare i nomi più affermati della scena parigina negli anni Ottanta del XIX secolo. E malgrado l’insolenza dei suoi attacchi, la Storia gli darà ragione, relegando in breve tempo molti di quei nomi tra le fila dei comprimari. Realismo e naturalismo lo nauseano, perché «l’arte è santificazione della natura» e non imitazione; ogni approccio «scientifico» alla pittura lo annoia; e detesta l’inerzia mentale di una generazione intrappolata nelle proprie convenzioni accademiche. Soprattutto, trova insensata l’enorme enfasi che nell’apprezzamento estetico di un quadro si usa attribuire al soggetto rappresentato rispetto alla forma di rappresentazione. Contro gli sterili sofismi, allora, Denis auspica un ritorno a valori antichi, tradizionali, di decorativismo puro: una visione apparentemente retriva, che però, predicando l’emancipazione delle linee e dei colori dalla resa descrittiva del tema, veicola il germe dell’astrazione più radicale. 

Maurice Denis
(Granville, 1870 – Saint-Germain-en-Laye, 1943)Pittore, illustratore, scrittore e critico d’arte. Dal 1888 aderisce al circolo dei nabis («profeti»), che fonde arte e misticismo; ribattezzato il Nabi aux belles icônes, ne diventa il portavoce. Nel 1890 espone per la prima volta al Salon de la Société des Artistes Français. Nel 1892 conosce André Gide, con cui stringe una profonda amicizia. Autore delle decorazioni del teatro degli Champs Élysées e del Petit Palais di Parigi, nonché di numerose pitture murali per chiese, insegna all’Académie Ranson (1909-1919). Cattolico devoto, è stato terziario di San Domenico e fondatore degli Ateliers d’art sacré, nel 1919, e ha disegnato vetrate, vasi, arazzi, ventagli e perfino una banconota. Tra i suoi scritti: Théories, 1890-1910. Du symbolisme et de Gauguin vers un nouvel ordre classique (1912), Nouvelles Théories sur l’art moderne, sur l’art sacré, 1914-1921 (1922) e Charmes et leçons d’Italie (1933).