NARRARE L'URBANISTICA ALLE ELITE
«Il Mondo» (1949-1966) di fronte alla modernizzazione del Bel Paese
Franco Angeli, 1/2/2012
collana "Urbanistica"
Nella seconda metà del Novecento l'urbanistica italiana è stata raccontata da esperti a esperti, oltrepassando di poco la loro stessa cerchia. Nonostante la rilevanza sociale dei progetti, dei piani, dei pensieri, l'urbanistica italiana - cui pur sembra assegnato un posto rilevante nel cambiamento - comunica a pochi. Durante gli anni cinquanta e sessanta, nell'accelerata modernizzazione del Bel Paese, l'opinione pubblica resta sorda ai discorsi degli urbanisti e le ragioni di questa sordità vengono addebitate per lo più a un'immatura coscienza urbanistica .
Questo libro ha scelto di ricostruire come un settimanale d'ispirazione liberaldemocratica, "Il Mondo", diretto da Mario Pannunzio, abbia pro-spettato una narrazione dell'urbanistica per le élite . Lo fa perlustrando gli 890 numeri del settimanale, che esce dal 1949 al 1966, cercando di decifrare l'iniziale contesa tra diverse "urbanistiche" e l'affermarsi dell'egemonia di Antonio Cederna. Un'egemonia che ha lasciato una traccia di lunga durata non solo nel giornalismo, ma anche nell'urbanistica.
L'urbanistica nel "Mondo" viene raccontata con una forte impronta letteraria e artistica, con una narrazione intensamente drammatica, inca-pace però di interpretare i meccanismi alla base dell'intensa urbanizza-zione o di stimolare su di essi l'approfondimento degli esperti, pur esercitando un'azione di freno nei confronti dei soggetti operanti contro il piano. Viene raccontato il "sacco del Bel Paese" come dramma sociale nella lunga crisi (il declino inarrestabile, la "guerra ai vandali", il paesaggio massacrato), nell'illusione di una riconciliazione, con il centro-sinistra, e nell' irrimediabilità della rottura , con il suo fallimento.
La speranza è che la lettura di quell'esperienza possa stimolare una nuova narrazione urbanistica capace oggi di far tesoro delle difficoltà di allora.
Attilio Belli ha insegnato Urbanistica alla Facoltà di Architettura di Napoli. Dirige la rivista "Crios. Critica degli ordinamenti spaziali". Tra i suoi lavori più recenti: Come valore d'ombra. Urbanistica oltre la ragione , FrancoAngeli, 2004; Non è così facile. Politiche urbane a Napoli a cavallo del secolo (a cura di), FrancoAngeli, 2007; Forme plurime della pianificazione regionale (a cura di, con Anna Mesolella), Alinea, 2008.
Gemma Belli è PhD in Storia dell'architettura e dell'urbanistica e assegnista di ricerca in Storia dell'architettura e della città presso la Facoltà di Architettura di Napoli. Come docente a contratto ha insegnato Storia dell'architettura alla Facoltà di Architettura di Reggio Calabria, Memoria dell'antico in età contemporanea e Storia dell'architettura e dell'arte contemporanea alla Facoltà di Architettura di Napoli. Oltre a saggi in riviste e volumi collettanei ha scritto: Luigi Moretti. Il progetto dello spazio sacro , Alinea, 2003.