MIRCO MARCHELLI
SCENA MUTA PER NUVOLE BASSE
a cura di Paolo Bolpagni e Elena Povellato
Museo Fortuny
campo san Beneto (san Marco 3958) - Venezia
dall'8/2/2013 all'8/4/201
A Palazzo Fortuny, la mostra Fortuny e Wagner. Il wagnerismo nelle arti visive in Italia, con cui la Fondazione Musei Civici di Venezia ha inteso rendere omaggio al grande compositore tedesco nell’anno del bicentenario della nascita, si arricchisce del contributo dell’artista italiano contemporaneo Mirco Marchelli, che, per l’occasione, presenta un’installazione musicale e una serie di dipinti e sculture dal titolo Scena muta per nuvole basse.
La mostra si sviluppa principalmente al terzo piano, in quella che generalmente è conosciuta come la “soffitta”del Palazzo, il luogo che tradizionalmente raccoglie la memoria di chi vi ha vissuto. Così è anche per la casa-atelier di Mariano Fortuny, un deposito di materiali diversi, che Mirco Marchelli sceglie per comporre le sue opere: fogli strappati con scritture sbiadite, stoffe polverose, cartoni e fotografie, rimodellati e ricomposti con un ordine di musicale equilibrio in nuove forme. In questo spazio suggestivo e luminoso l’artista propone un’installazione musicale inedita in omaggio a Wagner e Fortuny intitolata Nuvole basse. Un ampio cilindro dalle pareti nere diventa “cassa di risonanza” per dodici tromboni e dodici flauti che dialogano contrapponendosi, mentre grandi dipinti policromi e panchetti in “muto” colloquio con libri, cartoni e tele immerse nella cera e rimodellate come inediti fagotti, sagome incerate di forme che, rivivendo il passato, lo trasformano, vanno a completare l’esposizione.
Lungo il percorso della mostra “Wagner e Fortuny”, invece, accanto alle opere di Mariano, “timidamente” si affacciano piccoli manufatti in tela e cera, sgabelli con misteriosi pacchi legati con lo spago, sottili ceramiche dalle luminose trasparenze che vanno a creare quel trait d’union a completamento dell’indagine della mostra sulle influenze del wagnerismo, in cui tutte le forme artistiche, musica in primis, concorrono allo stesso obiettivo: “l’opera d’arte totale”.
Il catalogo, a cura di Paolo Bolpagni e Elena Povellato, con foto di Mario Vidor, è edito da Punto Marte.