mercoledì 13 febbraio 2013

FRANCO LO PIPARO: L'ENIGMA DEL QUADERNO - DONZELLI 2013

FRANCO LO PIPARO
L'ENIGMA DEL QUADERNO
La caccia ai manoscritti dopo la morte di Gramsci
Donzelli, 6/2/2013
collana "Saggine"

Morto Gramsci (27 aprile 1937), la cognata Tania ha il controllo esclusivo dei suoi Quaderni del carcere. Nessuno, fuori di lei, sa che cosa effettivamente contengano. Sono gli anni drammatici dei processi facili, con relative fucilazioni, ai comunisti che dissentono da Stalin. Palmiro Togliatti (il capo dei comunisti italiani in esilio) e Piero Sraffa (il professore di Cambridge che di Gramsci è stato l’amico e il confidente e che di Togliatti è il referente) hanno buoni motivi per temere che i manoscritti possano contenere riflessioni politicamente pericolose. Bisogna tenerli al riparo da occhi indiscreti. Bisogna poterli leggere prima degli altri, per decidere cosa farne. Dopo il successo di I due carceri di Gramsci (pubblicato nelle Saggine a gennaio del 2012 e vincitore del Premio Viareggio) che ha riaperto i termini della discussione attorno alla vicenda carceraria di Gramsci, questo nuovo libro di Lo Piparo pone al centro un interrogativo cruciale: cosa accadde ai Quaderni nei due mesi e mezzo trascorsi dalla morte di Gramsci al momento in cui Tania, su indicazione di Sraffa, li portò all’ambasciata sovietica a Roma? Come avvenne che, alla fine, tra i quaderni consegnati ne mancasse uno? E quali furono, verosimilmente, le ragioni di quell’occultamento?