LUCILLA CATANIA
MANIGLIE
Edicolarara
via De Cristoforis - Terlizzi
dal 21/6/2012 al 20/9/2012
Da giovedì 21 giugno p.v., lo spazio espositivo “EDICOLARARA”, antico semi-ipogeo ubicato nel centro storico di Terlizzi (Ba), ospita l'istallazione ambientale Maniglie della nota artista romana Lucilla Catania.
Installati nello spazio semi-ipogeico - scrive Simona Caramia, critico e curatore indipendente - in un connubio di scultura pura e architetture classiche, coniugando pieni e vuoti, i dodici elementi che compongono l’opera Maniglie di Lucilla Catania professano la conciliazione con la vita nella poeticità di un’unica forma. A metà strada tra la percezione dell’io e l’incontro con l’altro da sé, le sue eleganti forme mostrano un carattere a-temporale che permette di approdare ad una rinnovata-scultura-classica, in cui le frontiere tecnologiche dell'utopia sembrano superate per lasciare spazio a nuovi miti. L’uso sapiente della pratica scultorea si sposa all’amore per la materia (terracotta, pietra, marmo) rivelando un timoroso rispetto ed una fedeltà alle forme archetipali e mostrando un sentimento di appartenenza - quello dell'artista - ad un frammento di realtà, nel quale riesce ad identificarsi, collegando istanze universali e particolari. La dimensione pubblica, dunque politica, è da sempre vissuta con pathos da Catania: l’intima esigenza della creazione si accosta alla necessità di comunicare con la Natura e con l’Uomo, attraverso la Storia. Seduttrici del suolo e delle altezze, di cui si appropriano intessendo un delicato e al contempo serrato dialogo con l’ambiente circostante, le sue opere vivono di un sottile e lucido gioco di vibrazioni, di una tensione solo apparente dalla quale si dipana un perfetto equilibrio tra interno ed esterno, tra spirituale e materiale.
Lucilla Catania nasce a Roma, dove vive e opera. Dopo aver compiuto gli studi artistici specializzandosi in scultura si stabilisce, fra il 1980 e l’81, in Francia dove incontra Cèsar entrando in contatto con la ricerca artistica internazionale. Ritornata a Roma nel 1982 inizia a produrre una serie di sculture in terracotta che contengono i fondamenti della sua linea poetica, già da allora decisamente autonoma e svincolata sia dalle tendenze analitiche/concettuali sia da quelle neoinformali. La sua ricerca artistica è tesa alla creazione di un’idea di scultura che unisca in se i connotati classici della tridimensionalità e la coscienza dei nuovi codici socio-culturali del tempo presente.
Dopo alcune collettive in Italia e all’estero partecipa nel 1985 alla mostra Nuove trame dell’arte, curata da Achille Bonito Oliva. È durante il 1985 che l’artista, abbandonando progressivamente la lavorazione della terracotta, inizia le prime opere in pietra e marmo. La compattezza del nuovo materiale e il livello di definizione e compiutezza formale al quale il marmo consente di arrivare, accelerano, nella sua ricerca, il processo di spoliazione da ridondanze formali superflue, giungendo a volte, ad una dimensione di immaterialità e di assenza di gravità.
Nel 1988 presenta la sua prima personale a Milano presso la Galleria Artra, e nello stesso anno partecipa alle collettive Modi della scultura, a cura di Filiberto Menna, e Geometrie dionisiache, a cura di Lea Vergine. Nel 1989 tiene una personale a Roma presso la Galleria Oddi Baglioni, presentata da Lea Vergine; nello stesso anno partecipa alla mostra Orientamenti dell’arte italiana dal 1947 ad oggi, curata da Simonetta Lux, a Mosca e a Leningrado. Nel 1990 è invitata alla Biennale di Venezia nella sezione di Aperto.
Nel 1991 la galleria Klavniho Mesta di Praga le dedica una personale; partecipa alle mostre Kunstlandschaft Europa-Roma, curata da Peter Weiermeir presso la Kunstverein di Francoforte, e Roma interna, curata da Lorand Hegyi al Palais Liechtenstein di Vienna. Verso la fine dello stesso anno scrive per la rivista d’arte Titolo il testo “Fondazione di una nuova classicità per l’arte contemporanea”, che riunisce e sintetizza i presupposti teorici del suo lavoro.
Nel 1995, insieme agli artisti Renato Mambor, Cloti Ricciardi, Alberto Zanazzo, Fiorella Rizzo e Laura Palmieri, fonda “A regola d’ arte”, progetto diffusore di comunicazione e di riflessione intorno all’arte, con il quale organizza dal 1995 al ’97 varie manifestazioni. Seguono altre importanti mostre personali e partecipazioni a numerose collettive, tra le quali si segnalano: Lavori in corso presso la Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma (1998), La Scultura Italiana del dopogerra: un percorso, al P. Viscontiano di Vigevano (2000), La Scultura Italiana del XX secolo nei Musei Giapponesi (2001), La Seduzione della Materia – Scultori Italiani da Metardo Rosso alle generazioni recenti a cura della Provincia di Milano (2002), La biennale di scultura di Gubbio (2005), Sculture in Villa – Villa d’Este, Roma (2006), Sogni di mezza estate – Forum Austriaco di Cultura di Roma (2007). Nell’autunno del 2007 partecipa alla mostra Autobiografia / autoritratto a cura della Galleria d’Arte Moderna di Roma nella storica sede del Museo H.C. Andersen di Roma ed alla mostra Modi Monumental presso la galleria Interno Ventidue di Roma. Nella suggestiva Corte del Castello Cinquecentesco dell’Aquila, Museo Nazionale d’Abruzzo, viene stabilmente collocata, per la cura del Soprintendente Anna Imponente , la scultura “Naturale” realizzata dall’artista nel corso del 2007. Nel 2008 Il Museo della Scultura Contemporanea di Matera, diretto da Giuseppe Appella, acquisisce una sua opera.
Fin dagli esordi plasma la materia (terracotta, la pietra e il marmo), attraverso una poetica autonoma, svincolata da tendenze analitico-concettuali e da neo-informali. La sua ricerca è tesa alla creazione di un’idea di scultura che unisca in sé i connotati classici della tridimensionalità e la coscienza dei nuovi codici sociali e culturali del tempo presente.
MANIGLIE
Edicolarara
via De Cristoforis - Terlizzi
dal 21/6/2012 al 20/9/2012
Da giovedì 21 giugno p.v., lo spazio espositivo “EDICOLARARA”, antico semi-ipogeo ubicato nel centro storico di Terlizzi (Ba), ospita l'istallazione ambientale Maniglie della nota artista romana Lucilla Catania.
Installati nello spazio semi-ipogeico - scrive Simona Caramia, critico e curatore indipendente - in un connubio di scultura pura e architetture classiche, coniugando pieni e vuoti, i dodici elementi che compongono l’opera Maniglie di Lucilla Catania professano la conciliazione con la vita nella poeticità di un’unica forma. A metà strada tra la percezione dell’io e l’incontro con l’altro da sé, le sue eleganti forme mostrano un carattere a-temporale che permette di approdare ad una rinnovata-scultura-classica, in cui le frontiere tecnologiche dell'utopia sembrano superate per lasciare spazio a nuovi miti. L’uso sapiente della pratica scultorea si sposa all’amore per la materia (terracotta, pietra, marmo) rivelando un timoroso rispetto ed una fedeltà alle forme archetipali e mostrando un sentimento di appartenenza - quello dell'artista - ad un frammento di realtà, nel quale riesce ad identificarsi, collegando istanze universali e particolari. La dimensione pubblica, dunque politica, è da sempre vissuta con pathos da Catania: l’intima esigenza della creazione si accosta alla necessità di comunicare con la Natura e con l’Uomo, attraverso la Storia. Seduttrici del suolo e delle altezze, di cui si appropriano intessendo un delicato e al contempo serrato dialogo con l’ambiente circostante, le sue opere vivono di un sottile e lucido gioco di vibrazioni, di una tensione solo apparente dalla quale si dipana un perfetto equilibrio tra interno ed esterno, tra spirituale e materiale.
Lucilla Catania nasce a Roma, dove vive e opera. Dopo aver compiuto gli studi artistici specializzandosi in scultura si stabilisce, fra il 1980 e l’81, in Francia dove incontra Cèsar entrando in contatto con la ricerca artistica internazionale. Ritornata a Roma nel 1982 inizia a produrre una serie di sculture in terracotta che contengono i fondamenti della sua linea poetica, già da allora decisamente autonoma e svincolata sia dalle tendenze analitiche/concettuali sia da quelle neoinformali. La sua ricerca artistica è tesa alla creazione di un’idea di scultura che unisca in se i connotati classici della tridimensionalità e la coscienza dei nuovi codici socio-culturali del tempo presente.
Dopo alcune collettive in Italia e all’estero partecipa nel 1985 alla mostra Nuove trame dell’arte, curata da Achille Bonito Oliva. È durante il 1985 che l’artista, abbandonando progressivamente la lavorazione della terracotta, inizia le prime opere in pietra e marmo. La compattezza del nuovo materiale e il livello di definizione e compiutezza formale al quale il marmo consente di arrivare, accelerano, nella sua ricerca, il processo di spoliazione da ridondanze formali superflue, giungendo a volte, ad una dimensione di immaterialità e di assenza di gravità.
Nel 1988 presenta la sua prima personale a Milano presso la Galleria Artra, e nello stesso anno partecipa alle collettive Modi della scultura, a cura di Filiberto Menna, e Geometrie dionisiache, a cura di Lea Vergine. Nel 1989 tiene una personale a Roma presso la Galleria Oddi Baglioni, presentata da Lea Vergine; nello stesso anno partecipa alla mostra Orientamenti dell’arte italiana dal 1947 ad oggi, curata da Simonetta Lux, a Mosca e a Leningrado. Nel 1990 è invitata alla Biennale di Venezia nella sezione di Aperto.
Nel 1991 la galleria Klavniho Mesta di Praga le dedica una personale; partecipa alle mostre Kunstlandschaft Europa-Roma, curata da Peter Weiermeir presso la Kunstverein di Francoforte, e Roma interna, curata da Lorand Hegyi al Palais Liechtenstein di Vienna. Verso la fine dello stesso anno scrive per la rivista d’arte Titolo il testo “Fondazione di una nuova classicità per l’arte contemporanea”, che riunisce e sintetizza i presupposti teorici del suo lavoro.
Nel 1995, insieme agli artisti Renato Mambor, Cloti Ricciardi, Alberto Zanazzo, Fiorella Rizzo e Laura Palmieri, fonda “A regola d’ arte”, progetto diffusore di comunicazione e di riflessione intorno all’arte, con il quale organizza dal 1995 al ’97 varie manifestazioni. Seguono altre importanti mostre personali e partecipazioni a numerose collettive, tra le quali si segnalano: Lavori in corso presso la Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma (1998), La Scultura Italiana del dopogerra: un percorso, al P. Viscontiano di Vigevano (2000), La Scultura Italiana del XX secolo nei Musei Giapponesi (2001), La Seduzione della Materia – Scultori Italiani da Metardo Rosso alle generazioni recenti a cura della Provincia di Milano (2002), La biennale di scultura di Gubbio (2005), Sculture in Villa – Villa d’Este, Roma (2006), Sogni di mezza estate – Forum Austriaco di Cultura di Roma (2007). Nell’autunno del 2007 partecipa alla mostra Autobiografia / autoritratto a cura della Galleria d’Arte Moderna di Roma nella storica sede del Museo H.C. Andersen di Roma ed alla mostra Modi Monumental presso la galleria Interno Ventidue di Roma. Nella suggestiva Corte del Castello Cinquecentesco dell’Aquila, Museo Nazionale d’Abruzzo, viene stabilmente collocata, per la cura del Soprintendente Anna Imponente , la scultura “Naturale” realizzata dall’artista nel corso del 2007. Nel 2008 Il Museo della Scultura Contemporanea di Matera, diretto da Giuseppe Appella, acquisisce una sua opera.
Fin dagli esordi plasma la materia (terracotta, la pietra e il marmo), attraverso una poetica autonoma, svincolata da tendenze analitico-concettuali e da neo-informali. La sua ricerca è tesa alla creazione di un’idea di scultura che unisca in sé i connotati classici della tridimensionalità e la coscienza dei nuovi codici sociali e culturali del tempo presente.