venerdì 11 ottobre 2013

TURN ON THE BRIGHT LIGHTS - GUIDI&SCHOEN, GENOVA


TURN ON THE BRIGHT LIGHTS
a cura di Luca Beatrice
Galleria Guidi&Schoen
vico Casana 31r - Genova
dal 4/10/2013 al 2/11/2013

Turn On The Bright Lights è il titolo del primo album del gruppo newyorkese Interpol pubblicato nel 2002, un anno dopo l’attentato alle Twin Towers. La luce è qui intesa come metafora di qualcosa che si deve riaccendere, nella speranza di ripartire verso il futuro. All'epoca, quando proprio questo sembrava un’utopia e appariva davvero impossibile da attuare, il mondo ha ricominciato a girare.
La nuova stagione espositiva della galleria genovese Guidi&Schoen apre con una mostra collettiva a cura di Luca Beatrice che parte proprio da questo concetto: la luce come chimera, il raggio luminoso come spiraglio, come simbolo di qualcosa che è in divenire, in positiva trasformazione.
E’ la visione di un futuro possibile, di un domani auspicabile e vitale che si vuole trasmettere. Ogni volta infatti che precipitiamo nel buio, nell’ombra delle nostre paure, qualcuno (qualcosa) riaccende la speranza, quell’energia che da il via al nostro agire.′Nove sono gli artisti invitati a interpretare questo soggetto, la luce, attraverso molteplici linguaggi espressivi e differenti codici stilistici. Dalle installazioni del maestro dell’Arte Povera Pier Paolo Calzolari agli Impact del giovanissimo writer Julian T, dall’uso concettuale e assoluto di James Turrell alla scrittura luminosa che disegna lo spazio percettivo di Maurizio Nannucci.′La luce può essere anche materia, sostanza concreta, e a raccontarlo sono le opere di due grandi videoartisti: Nam June Paik per il quale l’oggetto tv diventa fonte luminosa, e Tony Oursler che costruisce videosculture dall’impianto narrativo e inquietante. Un approccio poi del tutto nuovo è espresso dagli artisti della generazione di mezzo: Giacomo Costa adotta la luce come elemento imprescindibile per le sue grandi e scenografiche fotografie retroilluminate, Alessandro Lupi invece da' vita, attraverso un processo di sottrazione, a “pitture” luminose, mentre il duo artistico Bianco e Valente rivela una concezione più astratta e pura della luce, non più riconducibile a un immaginario reale quanto a un’ideale trasposizione di uno stato emozionale.
Turn on The Bright Lights si pone quindi come nota di speranza per una positiva visione del domani, in un tempo – quello attuale - in cui l’incedere generale appare sempre più spesso fragile e incerto.