FLAVIO BARONCELLI
ALFABETO
con scritti e testimonianze dell'autore
a cura di Giosiana Carrara
Interlinea, 13/12/2011
collana "Biblioteca"
Attraverso il suo Alfabeto e grazie ai contributi di alcuni dei suoi amici e colleghi, fra i quali spiccano importanti nomi della filosofia, della critica cinematografica e del giornalismo italiano, si vuole qui tracciare un profilo del filosofo Flavio Baroncelli dal quale emergano tanto l’attitudine critica e il talento artistico quanto la concretezza della persona, la carnalità dei tratti e l’inarrestabile tendenza alla provocazione istrionica e alla presa in giro: ovverosia, per seguire la lezione di Tatti Sanguineti, il raffinato esercizio del «menabelino». In sintesi, e con le parole del suo alter ego David L.H. Marlowe jr.: «La sua idea era che la filosofia poteva fare davvero qualcosa per l’umanità soprattutto perché sia per produrla che per consumarla (due attività divertentissime) si consumano molte ore/uomo e pochissimo petrolio».
Flavio Baroncelli (1944-2007)
Nato e cresciuto a Savona, si laurea in filosofia all'Università di Genova nel 1969 con relatore Romeo Crippa, di cui diventa assistente.
Dal 1974 al 1977, insegna all'Università di Trieste Storia dell'età dell'Illuminismo.
Dal 1977 al 1981 è di nuovo a Genova, dove tiene la cattedra di Storia della filosofia moderna.
Nel 1981 diventa ordinario all'Università della Calabria. L'anno successivo ritorna a Genova dove prende la cattedra di Filosofia morale.
Nel 1988 un grave incidente motociclistico durante una vacanza in Turchia lo allontana per qualche periodo dall'insegnamento e dalla ricerca, attività che riprende all'inizio degli anni novanta come visiting scholar all'Università di Madison nel Wisconsin.
Nel frattempo, collabora con molti quotidiani e periodici, come La Voce di Montanelli, Village, Il diario della settimana e il Secolo XIX.
Tornato a Genova, riprende la vita accademica per allontanarsene a causa della malattia che lo porterà via nel 2007.
Profondamente influenzato da David Hume e dallo scetticismo inglese, si è occupato prevalentemente di temi etico-politici come il razzismo, la tolleranza, il liberalismo e il politically correct.
Tra le sue opere:
Un inquietante filosofo perbene - Saggio su David Hume, La Nuova Italia, Firenze 1975
(Con Giovanni Assereto) Sulla povertà, idee leggi e progetti nell'Europa moderna, Herodote, Genova-Ivrea 1983
Il razzismo è una gaffe - Eccessi e virtù del "politically correct", Donzelli, Roma 1996
Viaggio al termine degli Stati Uniti - Perché gli americani votano Bush e se ne vantano, Donzelli, Roma 2006
Mi manda Platone, Il Nuovo Melangolo, Genova 2009
ALFABETO
con scritti e testimonianze dell'autore
a cura di Giosiana Carrara
Interlinea, 13/12/2011
collana "Biblioteca"
Attraverso il suo Alfabeto e grazie ai contributi di alcuni dei suoi amici e colleghi, fra i quali spiccano importanti nomi della filosofia, della critica cinematografica e del giornalismo italiano, si vuole qui tracciare un profilo del filosofo Flavio Baroncelli dal quale emergano tanto l’attitudine critica e il talento artistico quanto la concretezza della persona, la carnalità dei tratti e l’inarrestabile tendenza alla provocazione istrionica e alla presa in giro: ovverosia, per seguire la lezione di Tatti Sanguineti, il raffinato esercizio del «menabelino». In sintesi, e con le parole del suo alter ego David L.H. Marlowe jr.: «La sua idea era che la filosofia poteva fare davvero qualcosa per l’umanità soprattutto perché sia per produrla che per consumarla (due attività divertentissime) si consumano molte ore/uomo e pochissimo petrolio».
Flavio Baroncelli (1944-2007)
Nato e cresciuto a Savona, si laurea in filosofia all'Università di Genova nel 1969 con relatore Romeo Crippa, di cui diventa assistente.
Dal 1974 al 1977, insegna all'Università di Trieste Storia dell'età dell'Illuminismo.
Dal 1977 al 1981 è di nuovo a Genova, dove tiene la cattedra di Storia della filosofia moderna.
Nel 1981 diventa ordinario all'Università della Calabria. L'anno successivo ritorna a Genova dove prende la cattedra di Filosofia morale.
Nel 1988 un grave incidente motociclistico durante una vacanza in Turchia lo allontana per qualche periodo dall'insegnamento e dalla ricerca, attività che riprende all'inizio degli anni novanta come visiting scholar all'Università di Madison nel Wisconsin.
Nel frattempo, collabora con molti quotidiani e periodici, come La Voce di Montanelli, Village, Il diario della settimana e il Secolo XIX.
Tornato a Genova, riprende la vita accademica per allontanarsene a causa della malattia che lo porterà via nel 2007.
Profondamente influenzato da David Hume e dallo scetticismo inglese, si è occupato prevalentemente di temi etico-politici come il razzismo, la tolleranza, il liberalismo e il politically correct.
Tra le sue opere:
Un inquietante filosofo perbene - Saggio su David Hume, La Nuova Italia, Firenze 1975
(Con Giovanni Assereto) Sulla povertà, idee leggi e progetti nell'Europa moderna, Herodote, Genova-Ivrea 1983
Il razzismo è una gaffe - Eccessi e virtù del "politically correct", Donzelli, Roma 1996
Viaggio al termine degli Stati Uniti - Perché gli americani votano Bush e se ne vantano, Donzelli, Roma 2006
Mi manda Platone, Il Nuovo Melangolo, Genova 2009