sabato 14 aprile 2012

URS FISCHER: MADAME FISSCHER - PALAZZO GRASSI, VENEZIA



URS FISCHER
MADAME FISSCHER
a cura di Urs Fischer e Caroline Bourgeois
Fondazione François Pinault
Palazzo Grassi
Campo San Samuele - Venezia
15 aprile – 15 luglio 2012

La mostra “Madame Fisscher” Articolata attorno a una selezione di più di 30 opere presentate in uno spazio di oltre 2.000 metri quadrati, la mostra monografica di Urs Fischer si sviluppa lungo un percorso che coinvolge l’atrio grande e il primo piano di Palazzo Grassi.
Le opere selezionate provengono da numerose collezioni internazionali, tra cui la collezione privata dell’artista e, naturalmente, quella della Fondazione François Pinault.
Il corpus delle opere presenta l’intero percorso artistico di Urs Fischer, dagli anni ‘90 a oggi, arricchito da alcune nuove produzioni, esposte qui per la prima volta, dai lavori realizzati in collaborazione con Georg Herold, uno dei primi maestri dell’artista, e da un progetto scultoreo negli spazi pubblici della città condotto con gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Venezia.
La mostra presenta una panoramica sulla carriera di Urs Fischer, considerato uno dei maggiori scultori della nostra epoca, e sui principi teorici alla base delle sue creazioni.
La qualità unica del lavoro di questo artista risiede nella modalità con cui egli si appropria di oggetti quotidiani (sua “materia prima” per eccellenza) e ne trasforma il senso attraverso l’utilizzo di differenti tecniche espressive e materiali, con un approccio che spesso ricorda quello del collage.
Combinando illusione e realtà, violenza e humour, eternità e fugacità, l’universo creativo di Urs Fischer è al contempo logico e assurdo. L’artista cerca di catturare un equilibrio instabile il cui significato non è mai completamente definito. Ne è esempio il titolo stesso della mostra, “Madame Fisscher”, tratto dal nome della prima installazione che il visitatore incontra entrando nel museo. Il gioco suggerito dall’enunciato e dalla sua ortografia – può riferirsi all’artista, alla sua compagna o a sua madre? oppure forse a Madame Tussaud e al suo famoso museo delle cere? –aderisce alla stessa logica disorientante. Suscitando al tempo stesso stupore, sorpresa, divertimento e dubbio, la mostra gioca su una vasta gamma di sensazioni. L’opera Madame Fisscher rappresenta la cifra stilistica di tutta la mostra.
Apre le porte su uno spazio, quello dello studio londinese dell’artista, i cui muri e arredi, riprodotti qui nei minimi particolari, diventano vere e proprie sculture. All’interno, il visitatore può fare l’esperienza fisica del processo creativo di Fischer, in un effetto di contrasto rispetto all’opera di Jeff Koons Balloon Dog. Urs Fischer ha cercato questo dialogo con la scultura di Koons - quintessenza dell’opera “finita” e anch’essa esposta nell’atrio di Palazzo Grassi - quasi a mettere in risalto la propria filosofia creativa, nella quale l’ordine classico delle priorità è invertito e la fase di ideazione dell’opera è tanto importante, se non di più, di quella della sua realizzazione. Al primo piano, la scenografia, che comprende la riapertura ad opera dell’artista di alcuni passaggi, in special modo sul Canal Grande, ci permette di riscoprire l’antica struttura di Palazzo Grassi così come appariva ai tempi in cui il palazzo era una residenza privata. Questa disposizione crea un asse di simmetria centrale attorno al quale le opere in mostra si fanno eco l’un l’altra. Troviamo la decostruzione di oggetti domestici nell’opera In Dubio Pro Reo (2007); il gioco delle sedie (motivo ricorrente nell’opera di Fischer) in The Lock (2007) e in A Thing Called Gearbox (2004); o infine il susseguirsi delle opere che utilizzano meccanismi a motore, come Nach Jugendstiel kamm Roccoko (2006), “Mr. Watson-come here-I want to see you” (2005), Keep It Going Is a Private Thing (2001) e A Sigh Is the Sound of My Life (2000-01). L’effetto di risonanza ci permette di percepire un movimento implicito. Infatti, Urs Fischer attraverso le sue opere non ha mai smesso di esaltare il movimento. E’ senza dubbio il più grande scultore del tempo sospeso.
Nato a Zurigo nel 1973, Urs Fischer attualmente vive e lavora a New York. L’ampia e ricca produzione artistica di Urs Fischer, caratterizzata da un acuto sense of humor, da una forte propensione per il paradossale e dall’estremo virtuosismo nell’esecuzione, si sviluppa attraverso una varietà di tecniche espressive (che riuniscono pittura, scultura e installazione) e di materiali (che spaziano dal bronzo alla cera, all’uso di specchi e di apparecchi meccanici) e si interroga sulla storia dell’arte e della scultura, sulla relazione con il nostro corpo e con la spiritualità e sullo status dell’oggetto. Le opere di Fischer sono state esposte in numerose istituzioni internazionali, tra cui: l’Istituto di Arti Contemporanee di Londra (2000), lo Stedeljik Museum Bureau di Amsterdam (2000), la Kunsthaus Glarus (2000), il Santa Monica Museum of Art (2002), il Centre Pompidou di Parigi (2004), la Kunsthaus di Zurigo (2004), la Fondazione Nicola Trussardi di Milano (2005), e il Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam (2006).
Nel 2009, una mostra allestita presso il New Museum di New York ha raccolto lavori realizzati dall’artista nell’arco di quattro anni. Urs Fischer: Marguerite de Ponty è la prima mostra alla quale il New Museum, dalla sua riapertura nel 2007, abbia voluto dedicare l’intero spazio museale. Recentemente a Urs Fischer sono state dedicate le mostre personali: “Beds & Problem Paintings,” alla Gagosian Gallery di Beverly Hills: (23/02/12 –07/04/12) e “Skinny Sunrise,” alla Kunsthalle Wien di Vienna: 17/02/12 –28/05/12). A Palazzo Grassi, opere di Urs Fischer sono state esposte all’interno di tutte le mostre realizzate dal museo fin dalla sua riapertura, da Where Are We Going (2006) fino a Il mondo vi Appartiene (2011). Inoltre, alcuni dei suoi lavori sono stati presentati nel 2003, 2007 e 2011 in occasione della Biennale di Venezia. Le sue opere sono esposte regolarmente alla galleria Eva Presenhuber di Zurigo, alla Sadie Coles HQ di Londra; alla Gavin Brown’s enterprise di New York; e al Modern Institute di Glasgow.