FEDERICA E VITTORIA MARTINI
JUST ANOTHER EXHIBITION
Storie e politiche delle Biennali Postmediabooks, 2011
Negli ultimi vent'anni la "biennale" è diventato il modello espositivo più prolifico, diffondendosi in tutto il sistema dell'arte globalizzato. Laboratorio per sperimentazioni curatorali, il modello biennale è giunto a coinvolgere e rendere visibili le pratiche espositive internazionali. Una mostra come un'altra vuole inquadrare le biennali all'interno della storia delle esposizioni per osservare le continue trasformazioni delle recenti pratiche curatoriali. Iniziando dalla prima Biennale di Venezia, erede dell'esposizione universale e delle mostre della Secessione viennese, nel primo capitolo Federica Martini analizza l'evoluzione tipologica delle biennali e indaga la questione del sistema delle rappresentazioni nazionali adottato dalle mostre perenni. Nel secondo capitolo Vittoria Martini propone la Biennale del 1976 come momento di rottura nella storia della Biennale di Venezia, in quanto segna la nascita delle mostre tematiche come soluzione della frammentazione dello spazio espositivo causato dai padiglioni nazionali. Prendendo come punto di partenza la mostra Magiciens de la Terre (1989), il terzo capitolo esamina infine il contributo delle biennali contemporanee nella revisione critica centro-periferia nella dialettica tra la pratica curatoriale e la globalizzazione del sistema dell'arte. Le conversazioni con Thomas Hirschhorn, Alfredo Jaar, Antoni Muntadas e Stéphanie Moidson, mettono a fuoco alcune questioni che emergono in ogni capitolo per aprire a modi differenti di pensare alla rappresentazione nazionale, al fare storia e alla concettualizzazione del formato delle biennali nell'arte contemporanea.
Federica Martini è storica dell'arte e curatrice. Dopo avere studiato Letteratura americana e arte contemporanea all'Università di Torino, nel 2007 ha concluso il dottorato con una tesi che verteva sull'evoluzione del formato espositivo delle biennali negli anni '90. Dal 2003 al 2007 ha collaborato con il dipartimento curatoriale del Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea, Rivoli-Torino. Nel 2009 ha curato la sezione di arti visive del Festival des Urbaines, Lausanne. Attualmente è curatore associato al Musée cantonal des Beaux-Arts, Lausanne, e coordina il master MAPS–Art in Public Spheres all'Ecole cantonal d'Art du Valais, Sierre.
Vittoria Martini è storica dell'arte. Nel 2005 ha condotto la ricerca storica e d'archivio per il progetto di Muntadas "On Translation: I Giardini", Padiglione Spagnolo della 51a Biennale di Venezia. Nella primavera del 2009 ha lavorato come "ambasciatore" nel progetto di Thomas Hirschhorn "The Bijlmer Spinoza- Festival". Nel settembre 2009 è stata invitata come reviewer della sezione storica della Bergen Biennial Conference. La sua tesi di dottorato, intitolata "La Biennale di Venezia 1968-1978. La rivoluzione incompiuta", analizza un periodo cruciale della storia espositiva della Biennale di Venezia.
JUST ANOTHER EXHIBITION
Storie e politiche delle Biennali Postmediabooks, 2011
Negli ultimi vent'anni la "biennale" è diventato il modello espositivo più prolifico, diffondendosi in tutto il sistema dell'arte globalizzato. Laboratorio per sperimentazioni curatorali, il modello biennale è giunto a coinvolgere e rendere visibili le pratiche espositive internazionali. Una mostra come un'altra vuole inquadrare le biennali all'interno della storia delle esposizioni per osservare le continue trasformazioni delle recenti pratiche curatoriali. Iniziando dalla prima Biennale di Venezia, erede dell'esposizione universale e delle mostre della Secessione viennese, nel primo capitolo Federica Martini analizza l'evoluzione tipologica delle biennali e indaga la questione del sistema delle rappresentazioni nazionali adottato dalle mostre perenni. Nel secondo capitolo Vittoria Martini propone la Biennale del 1976 come momento di rottura nella storia della Biennale di Venezia, in quanto segna la nascita delle mostre tematiche come soluzione della frammentazione dello spazio espositivo causato dai padiglioni nazionali. Prendendo come punto di partenza la mostra Magiciens de la Terre (1989), il terzo capitolo esamina infine il contributo delle biennali contemporanee nella revisione critica centro-periferia nella dialettica tra la pratica curatoriale e la globalizzazione del sistema dell'arte. Le conversazioni con Thomas Hirschhorn, Alfredo Jaar, Antoni Muntadas e Stéphanie Moidson, mettono a fuoco alcune questioni che emergono in ogni capitolo per aprire a modi differenti di pensare alla rappresentazione nazionale, al fare storia e alla concettualizzazione del formato delle biennali nell'arte contemporanea.
Federica Martini è storica dell'arte e curatrice. Dopo avere studiato Letteratura americana e arte contemporanea all'Università di Torino, nel 2007 ha concluso il dottorato con una tesi che verteva sull'evoluzione del formato espositivo delle biennali negli anni '90. Dal 2003 al 2007 ha collaborato con il dipartimento curatoriale del Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea, Rivoli-Torino. Nel 2009 ha curato la sezione di arti visive del Festival des Urbaines, Lausanne. Attualmente è curatore associato al Musée cantonal des Beaux-Arts, Lausanne, e coordina il master MAPS–Art in Public Spheres all'Ecole cantonal d'Art du Valais, Sierre.
Vittoria Martini è storica dell'arte. Nel 2005 ha condotto la ricerca storica e d'archivio per il progetto di Muntadas "On Translation: I Giardini", Padiglione Spagnolo della 51a Biennale di Venezia. Nella primavera del 2009 ha lavorato come "ambasciatore" nel progetto di Thomas Hirschhorn "The Bijlmer Spinoza- Festival". Nel settembre 2009 è stata invitata come reviewer della sezione storica della Bergen Biennial Conference. La sua tesi di dottorato, intitolata "La Biennale di Venezia 1968-1978. La rivoluzione incompiuta", analizza un periodo cruciale della storia espositiva della Biennale di Venezia.