NAM JUNE PAIK
L'INTEMPESTIVITÀ DEL CONTEMPORANEO
a cura di Francesca Guerisoli
C+N Canepaneri
Foro Buonaparte 48 - Milano
1/3/2016 - 9/4/2016
La galleria C+N Canepaneri presenta “L’intempestività del contemporaneo” mostra dedicata all’opera del grande artista Nam June Paik (Seul, 1932 – Miami, 2006) di cui verranno esposti lavori realizzati tra il 1962 e il 1995.
Formatosi nell’ambiente d’avanguardia del Gruppo Fluxus, Paik è diventato uno dei principali esponenti della videoarte, di cui ne è concordemente ricordato come l’iniziatore in pubblico con la mostra tenuta nel marzo 1963 presso la Galleria Parnass di Wuppertal. Fondamentali nella sua biografia sono gli incontri con John Cage nel 1958 e con George Maciunas nel 1961, la partecipazione nel 1962 al Fluxus Internationale Festspiele Neuester Musik di Wiesbaden e l’arrivo a New York nel 1964, dove nasce il sodalizio con la violoncellista Charlotte Moorman.
Ricercatore incessante, radicale sperimentatore del linguaggio video, nelle sue complesse installazioni Paik mette insieme una pluralità di culture combinando l’ideale Fluxus con la spiritualità zen e l’uso sovversivo della tecnologia. Sperimenta il video come nuovo mezzo espressivo visivo, sonoro e performativo, inventa dispositivi tecnologici che permettono di manipolare colori e forme, e arriva anche a utilizzare, negli anni Novanta, la tecnologia laser.
In mostra da C+N Canepaneri due opere ricordano le importanti collaborazioni intessute da Paik con artisti e musicisti, da John Cage a Joseph Beuys, da Robert Rauschenberg ad Allan Kaprow. L’opera Beuys Voice (1988) presenta un racconto che condensa gli emblemi simbolici di Beuys, come il cappello e la lepre, con figure e pitture. L’installazione Violoncello (1989) nasce dalla performance eseguita a Reggio Emilia nel 1989 da Paik e Charlotte Moorman.
Le sperimentazioni sui monitor televisivi sono centrali nelle due opere degli anni Novanta: TV Frog (1979-1995), dove due rane in pietra grigia guardano un televisore su cui avvengono storie che le riguardano, e TV Clock (1990 – 1991), dove una scultura di donna sorregge un orologio ed è posta al centro di uno spazio costruito con tre schermi che rimandano, attraverso una telecamera a circuito chiuso, il movimento del pendolo.
Infine, nella serigrafia Fluxus Island (1962) Paik, collegando gli eventi che sono avvenuti nel corso di quell’anno, disegna i confini di un’isola della mente e delle idee, mentre Lampada a olio e watchman raffigura in modo emblematico quanto per Paik la televisione e i media contemporanei possano essere interpretati come fari illuminanti e punti di riferimento di una cultura in continua evoluzione e trasformazione.
L'INTEMPESTIVITÀ DEL CONTEMPORANEO
a cura di Francesca Guerisoli
C+N Canepaneri
Foro Buonaparte 48 - Milano
1/3/2016 - 9/4/2016
La galleria C+N Canepaneri presenta “L’intempestività del contemporaneo” mostra dedicata all’opera del grande artista Nam June Paik (Seul, 1932 – Miami, 2006) di cui verranno esposti lavori realizzati tra il 1962 e il 1995.
Formatosi nell’ambiente d’avanguardia del Gruppo Fluxus, Paik è diventato uno dei principali esponenti della videoarte, di cui ne è concordemente ricordato come l’iniziatore in pubblico con la mostra tenuta nel marzo 1963 presso la Galleria Parnass di Wuppertal. Fondamentali nella sua biografia sono gli incontri con John Cage nel 1958 e con George Maciunas nel 1961, la partecipazione nel 1962 al Fluxus Internationale Festspiele Neuester Musik di Wiesbaden e l’arrivo a New York nel 1964, dove nasce il sodalizio con la violoncellista Charlotte Moorman.
Ricercatore incessante, radicale sperimentatore del linguaggio video, nelle sue complesse installazioni Paik mette insieme una pluralità di culture combinando l’ideale Fluxus con la spiritualità zen e l’uso sovversivo della tecnologia. Sperimenta il video come nuovo mezzo espressivo visivo, sonoro e performativo, inventa dispositivi tecnologici che permettono di manipolare colori e forme, e arriva anche a utilizzare, negli anni Novanta, la tecnologia laser.
In mostra da C+N Canepaneri due opere ricordano le importanti collaborazioni intessute da Paik con artisti e musicisti, da John Cage a Joseph Beuys, da Robert Rauschenberg ad Allan Kaprow. L’opera Beuys Voice (1988) presenta un racconto che condensa gli emblemi simbolici di Beuys, come il cappello e la lepre, con figure e pitture. L’installazione Violoncello (1989) nasce dalla performance eseguita a Reggio Emilia nel 1989 da Paik e Charlotte Moorman.
Le sperimentazioni sui monitor televisivi sono centrali nelle due opere degli anni Novanta: TV Frog (1979-1995), dove due rane in pietra grigia guardano un televisore su cui avvengono storie che le riguardano, e TV Clock (1990 – 1991), dove una scultura di donna sorregge un orologio ed è posta al centro di uno spazio costruito con tre schermi che rimandano, attraverso una telecamera a circuito chiuso, il movimento del pendolo.
Infine, nella serigrafia Fluxus Island (1962) Paik, collegando gli eventi che sono avvenuti nel corso di quell’anno, disegna i confini di un’isola della mente e delle idee, mentre Lampada a olio e watchman raffigura in modo emblematico quanto per Paik la televisione e i media contemporanei possano essere interpretati come fari illuminanti e punti di riferimento di una cultura in continua evoluzione e trasformazione.