BRACO DIMITRIJEVIĆ
a cura di Danilo Eccher
GAM Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea
via Magenta 31 - Torino
15/03/2016 - 24/07/2016
La GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino dedica una mostra personale a Braco Dimitrijević (Sarajevo,1948 vive e lavora a Parigi) a cura di Danilo Eccher.
L’esposizione ripercorre le fasi principali della sua carriera artistica, iniziata nel 1969 con Accidental Sculpture, Painting by Krešimir Klika e Sculpture by Tihomir Simcic, opere apparentemente “accidentali” (un cartoncino di latte schiacciato e un mucchietto di gesso sparso sull’asfalto da due ignari automobilisti e un’impronta lasciata da un pensionato nell’aprire una porta) ma provocate dallo stesso Dimitrijević, che chiese agli sconosciuti di firmare i lavori, trasformando un gesto involontario in opera d’arte, e affidando a persone comuni il ruolo di artista. Queste prime azioni performative gettarono le fondamenta del suo pensiero, che oggi si può identificare come un’anticipazione dell’arte relazionale. Per tutta la durata del suo percorso artistico Dimitrijević affronta il rapporto tra casualità e creatività, realizzando grandi installazioni, fotografie, video, dipinti, azioni performative e sculture che mettono in discussione e quasi dissacrano l’idea stessa di opera d’arte e il concetto di artista.
Aprono il percorso alla GAM i Casual Passers-by (Passanti incontrati casualmente) della fine degli anni Sessanta e dei primi anni Settanta: gigantografie e sculture di persone sconosciute che in origine l’artista colloca in sedi prestigiose come le facciate dei palazzi o il centro delle piazze, rovesciando l’uso degli strumenti di informazione pubblica come i cartelloni pubblicitari.
Dimitrijević ironizza sulla comunicazione di massa e sulla rapida circolazione delle immagini nella società, e allo stesso tempo celebra la persona comune, in uno spirito vicino alla contestazione di quegli anni. L’artista anticipa così l’attenzione verso soggetti partecipativi della nostra era digitale, capaci di reinventare una società plurale e corale.
Dalla metà degli anni Settanta Dimitrijević sviluppa una serie di opere dal titolo Tryptychos Post Historicus che incorporano al loro interno altre opere ottenute in prestito da collezioni museali quali la Tate Gallery, il Louvre, il Musée d’Orsay, il Centre Pompidou e il Solomon R. Guggenheim Museum. Capolavori della storia dell’arte sono accostati a strumenti musicali, oggetti di utilizzo quotidiano ed elementi organici come frutta e verdura.
Negli anni Ottanta e Novanta Dimitrijević continua a realizzare installazioni sia con ritratti di personaggi e grandi intellettuali famosi, sia con animali vivi ed elementi organici come frutta e verdura. Queste opere approfondiscono la relazione tra natura e cultura.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale interamente illustrato a cura di Danilo Eccher e con testi di Carolyn Christov-Bakargiev, Danilo Eccher, Federico Vercellone, Nena Dimitrijevic, Michel Gautier, Anna Musini, Arianna Bona, Adrian Morris.
Braco Dimitrijević
Dopo l’Accademia di Zagabria, dal 1971 al 1973 Dimitrijević studia alla Saint Martin’s School of Art di Londra. Dagli anni Settanta inizia a presentare il suo lavoro in esposizioni internazionali come la Biennale di Parigi (1971), documenta a Kassel (1972 e 1977), la Biennale di Venezia (1976). Nello stesso periodo comincia anche la sua relazione con l’Italia, quando nel 1971 Lucio Amelio lo invita a Napoli per esporre in una mostra personale e nel 1974 è a Torino invitato da Gian Enzo Sperone, con il quale oggi continua a lavorare. In questo decennio sue mostre personali si tengono allo Stadtisches Museum Monchengladbach (1975), al Van Abbemuseum Eindhoven (1979) e all’ICA di Londra (1979). Dagli anni Ottanta fino ai giorni più recenti numerose mostre personali sono state presentate in musei, tra i quali la Tate Gallery di Londra, il Museo Ludwig di Colonia, la Kunsthalle di Berna, Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig di Vienna, l’Israel Museum di Gerusalemme, Kunsthalle Dusseldorf, Musee d’Art Moderne de Saint Etienne. Braco Dimitrijević ha partecipato a mostre internazionali come la Sydney Biennale (1986), Magiciens de la Terre (1989) in Paris, la Biennale di Venezia (1990,1993, 2009), documenta a Kassel (1992), Santa Fe Biennial (1995), Kwangju Biennial (1995), Sao Paolo Biennial (1996), Arts & Foods, Triennale di Milano (2015) or Transmissions, Museum of Modern Art, New York (2015).
a cura di Danilo Eccher
GAM Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea
via Magenta 31 - Torino
15/03/2016 - 24/07/2016
La GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino dedica una mostra personale a Braco Dimitrijević (Sarajevo,1948 vive e lavora a Parigi) a cura di Danilo Eccher.
L’esposizione ripercorre le fasi principali della sua carriera artistica, iniziata nel 1969 con Accidental Sculpture, Painting by Krešimir Klika e Sculpture by Tihomir Simcic, opere apparentemente “accidentali” (un cartoncino di latte schiacciato e un mucchietto di gesso sparso sull’asfalto da due ignari automobilisti e un’impronta lasciata da un pensionato nell’aprire una porta) ma provocate dallo stesso Dimitrijević, che chiese agli sconosciuti di firmare i lavori, trasformando un gesto involontario in opera d’arte, e affidando a persone comuni il ruolo di artista. Queste prime azioni performative gettarono le fondamenta del suo pensiero, che oggi si può identificare come un’anticipazione dell’arte relazionale. Per tutta la durata del suo percorso artistico Dimitrijević affronta il rapporto tra casualità e creatività, realizzando grandi installazioni, fotografie, video, dipinti, azioni performative e sculture che mettono in discussione e quasi dissacrano l’idea stessa di opera d’arte e il concetto di artista.
Aprono il percorso alla GAM i Casual Passers-by (Passanti incontrati casualmente) della fine degli anni Sessanta e dei primi anni Settanta: gigantografie e sculture di persone sconosciute che in origine l’artista colloca in sedi prestigiose come le facciate dei palazzi o il centro delle piazze, rovesciando l’uso degli strumenti di informazione pubblica come i cartelloni pubblicitari.
Dimitrijević ironizza sulla comunicazione di massa e sulla rapida circolazione delle immagini nella società, e allo stesso tempo celebra la persona comune, in uno spirito vicino alla contestazione di quegli anni. L’artista anticipa così l’attenzione verso soggetti partecipativi della nostra era digitale, capaci di reinventare una società plurale e corale.
Dalla metà degli anni Settanta Dimitrijević sviluppa una serie di opere dal titolo Tryptychos Post Historicus che incorporano al loro interno altre opere ottenute in prestito da collezioni museali quali la Tate Gallery, il Louvre, il Musée d’Orsay, il Centre Pompidou e il Solomon R. Guggenheim Museum. Capolavori della storia dell’arte sono accostati a strumenti musicali, oggetti di utilizzo quotidiano ed elementi organici come frutta e verdura.
Negli anni Ottanta e Novanta Dimitrijević continua a realizzare installazioni sia con ritratti di personaggi e grandi intellettuali famosi, sia con animali vivi ed elementi organici come frutta e verdura. Queste opere approfondiscono la relazione tra natura e cultura.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale interamente illustrato a cura di Danilo Eccher e con testi di Carolyn Christov-Bakargiev, Danilo Eccher, Federico Vercellone, Nena Dimitrijevic, Michel Gautier, Anna Musini, Arianna Bona, Adrian Morris.
Braco Dimitrijević
Dopo l’Accademia di Zagabria, dal 1971 al 1973 Dimitrijević studia alla Saint Martin’s School of Art di Londra. Dagli anni Settanta inizia a presentare il suo lavoro in esposizioni internazionali come la Biennale di Parigi (1971), documenta a Kassel (1972 e 1977), la Biennale di Venezia (1976). Nello stesso periodo comincia anche la sua relazione con l’Italia, quando nel 1971 Lucio Amelio lo invita a Napoli per esporre in una mostra personale e nel 1974 è a Torino invitato da Gian Enzo Sperone, con il quale oggi continua a lavorare. In questo decennio sue mostre personali si tengono allo Stadtisches Museum Monchengladbach (1975), al Van Abbemuseum Eindhoven (1979) e all’ICA di Londra (1979). Dagli anni Ottanta fino ai giorni più recenti numerose mostre personali sono state presentate in musei, tra i quali la Tate Gallery di Londra, il Museo Ludwig di Colonia, la Kunsthalle di Berna, Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig di Vienna, l’Israel Museum di Gerusalemme, Kunsthalle Dusseldorf, Musee d’Art Moderne de Saint Etienne. Braco Dimitrijević ha partecipato a mostre internazionali come la Sydney Biennale (1986), Magiciens de la Terre (1989) in Paris, la Biennale di Venezia (1990,1993, 2009), documenta a Kassel (1992), Santa Fe Biennial (1995), Kwangju Biennial (1995), Sao Paolo Biennial (1996), Arts & Foods, Triennale di Milano (2015) or Transmissions, Museum of Modern Art, New York (2015).