MARCELLO CICCUTO
ICONE DELLA PAROLA
Immagine e scrittura nella letteratura delle origini
Mucchi (4 marzo 2016)
Collana: Il vaglio
I saggi raccolti nel volume rispondono al progetto di verificare su alcuni testi due-trecenteschi una costante aderenza della scrittura a situazioni e fenomeni propri alla cultura figurativa antica. L'insieme si propone dunque come ricerca articolata sul multiforme rapporto fra letteratura e arte nel periodo delle origini, quando ancora il retaggio della riflessione classica in argomento non era stato declinato a scapito della potenza significante delle figure. La coesistenza dei due linguaggi (appunto letterario e figurativo), lungi dal presentarsi all'epoca in termini conflittuali, consente di delineare criticamente alcune strategie di significato sinora poco appariscenti eppure efficaci al pari di altre nell'opera di studio attorno a quadri di ampia referenza e competenza intellettuale. Già ricostruiti questi dall'autore in precedenti volumi di affine sostanza (L'immagine del testo: Figure di Petrarca), ora se ne determinano ulteriori versanti legati ad esempio al rapporto dinamico fra parola e immagine nei primi «canzonieri» volgari, o alla conoscenza di cicli romanzi illustrati che sostiene il complesso tessuto ecfrastico dell'Intelligenza. Con un occhio alle fonti, valide per ciascuna circostanza, si indagano ache momenti salienti della storia letteraria volgare, poi approdati a esiti differenziati e pure fluiti su scenari distanti, tra la cultura figurativa di Dante, gli exempla cavalchiani «letti» da Buffalmacco, le evasioni illustrative sul testo del Milione e le interpretazioni auliche dell'ultima novella decameroniana. In chiusura il suggerimento mirato a far ripensare la figura nel Medio Evo con tutta la sua forza modellizzante, cosciente imago mundi capace di documentare persino i cambiamenti intervenuti nel tempo entro il sistema di percezione della realtà.
ICONE DELLA PAROLA
Immagine e scrittura nella letteratura delle origini
Mucchi (4 marzo 2016)
Collana: Il vaglio
I saggi raccolti nel volume rispondono al progetto di verificare su alcuni testi due-trecenteschi una costante aderenza della scrittura a situazioni e fenomeni propri alla cultura figurativa antica. L'insieme si propone dunque come ricerca articolata sul multiforme rapporto fra letteratura e arte nel periodo delle origini, quando ancora il retaggio della riflessione classica in argomento non era stato declinato a scapito della potenza significante delle figure. La coesistenza dei due linguaggi (appunto letterario e figurativo), lungi dal presentarsi all'epoca in termini conflittuali, consente di delineare criticamente alcune strategie di significato sinora poco appariscenti eppure efficaci al pari di altre nell'opera di studio attorno a quadri di ampia referenza e competenza intellettuale. Già ricostruiti questi dall'autore in precedenti volumi di affine sostanza (L'immagine del testo: Figure di Petrarca), ora se ne determinano ulteriori versanti legati ad esempio al rapporto dinamico fra parola e immagine nei primi «canzonieri» volgari, o alla conoscenza di cicli romanzi illustrati che sostiene il complesso tessuto ecfrastico dell'Intelligenza. Con un occhio alle fonti, valide per ciascuna circostanza, si indagano ache momenti salienti della storia letteraria volgare, poi approdati a esiti differenziati e pure fluiti su scenari distanti, tra la cultura figurativa di Dante, gli exempla cavalchiani «letti» da Buffalmacco, le evasioni illustrative sul testo del Milione e le interpretazioni auliche dell'ultima novella decameroniana. In chiusura il suggerimento mirato a far ripensare la figura nel Medio Evo con tutta la sua forza modellizzante, cosciente imago mundi capace di documentare persino i cambiamenti intervenuti nel tempo entro il sistema di percezione della realtà.