OUTSIDERS 2
Oratorio di San Giovanni Battista
San Bartolomeo di Vallecalda (Savignone)
23/7/2015 - 26/7/2015
Dopo il successo della mostra Outsiders allestita nel febbraio di quest’anno a Genova, nello spazio 42rosso di Palazzo Ducale, e la performance pittorica tenuta presso il Museattivo Claudio Costa di Genova Quarto nel giugno scorso, nell’ambito della rassegna “Quarto Pianeta”, gli Outsiders approdano all’Oratorio di San Giovanni Battista a San Bartolomeo di Vallecalda.
La mostra raccoglie lavori recenti di quattro autori che hanno coltivato la loro creatività al di fuori degli schemi e dei contesti dell’“asfissiante cultura”, semplificatrice, unificatrice, uniformante, di cui Dubuffet rimarcava i limiti nel celebre saggio omonimo apparso nel 1968.
Divergente negli esiti visuali, la produzione di questi artisti trova però una radice comune nell’esigenza di una chiarificazione, attraverso la pittura, il disegno, l’assemblaggio, del proprio panorama interiore; nella ricerca - mediante un’espressività fortemente connotata - di un canale comunicativo fra sé e il mondo.
Così Mauro Bisogno parte dall’oggettualità minima di un semplice filo di ferro, emblema della linea e del segno più elementare per costruire forme complesse, proiettate dal quadro allo spazio circostante o, per converso, “schiaccia” sulla superficie del supporto materiali trovati (lattine, contenitori per uova, paste alimentari) a comporre textures rigorosamente ordinate, mentre nei collages smembra le immagini in minuti frammenti che accosta poi in una “ricucitura” che giustappone e connette le schegge di significati dispersi.
Marina Junyent Mercader ha in principio dato vita a figure che il suo sguardo trapassava sino allo scheletro, ad esseri dagli arti prosciugati o dai visceri esibiti, per approdare in seguito ad una carnalità i cui toni fangosi, bruni e grigi, rivestono posture contorte in un parossismo rivelatore della tensione e della pesantezza che legano i corpi. Presenze lancinanti, pervase da una sostanza emotiva che negli addensamenti e nelle trasparenze delle prove ad acquarello si deposita come interrogazione che esige dallo spettatore adesione e risposta.
Giuseppe Limatola trasfigura secondo un lessico personale, imperniato su un vivido cromatismo che sovrasta l’iniziale impianto grafico, gli stilemi di una figurazione primonovecentesca, dando vita ad una narrazione intimistica, dove figure ritratte in interni e ambientazioni paesaggistiche si avvicendano, con vigore e freschezza, lasciando trasparire non di rado una vena onirica, spazio dell’immaginario dove – secondo la lezione di Nerval – l’opera dell’esistenza continua sotto altra forma.
Michele Ventricelli ha incontrato nel disegno il proprio medium d’elezione. Lo declina fra i due estremi del nitore di una linea che scandisce il paesaggio (urbano o industriale che sia) in strutture di geometrica leggerezza e di un impeto grafico che stempera il segno sul fondo dilavato, che lo replica e lo sovrappone al limite della macchia, in una tumultuosa, e dinamica, trasfigurazione espressiva del soggetto, dove dato reale e prospettiva interiore si fondono, sormontando l’apparente descrittività dell’esito.
La mostra è promossa da Associazione San Marcellino, Massoero 2000, MUCAS, in collaborazione con la Confraternita di San Giovanni Battista e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Savignone.
Si ringraziano: Carmelo Marino, autore del video presentato in mostra, e la S.n.c. SOGNE TV di Busalla che ha messo a disposizione le apparecchiature per la proiezione.
Oratorio di San Giovanni Battista
San Bartolomeo di Vallecalda (Savignone)
23/7/2015 - 26/7/2015
Dopo il successo della mostra Outsiders allestita nel febbraio di quest’anno a Genova, nello spazio 42rosso di Palazzo Ducale, e la performance pittorica tenuta presso il Museattivo Claudio Costa di Genova Quarto nel giugno scorso, nell’ambito della rassegna “Quarto Pianeta”, gli Outsiders approdano all’Oratorio di San Giovanni Battista a San Bartolomeo di Vallecalda.
La mostra raccoglie lavori recenti di quattro autori che hanno coltivato la loro creatività al di fuori degli schemi e dei contesti dell’“asfissiante cultura”, semplificatrice, unificatrice, uniformante, di cui Dubuffet rimarcava i limiti nel celebre saggio omonimo apparso nel 1968.
Divergente negli esiti visuali, la produzione di questi artisti trova però una radice comune nell’esigenza di una chiarificazione, attraverso la pittura, il disegno, l’assemblaggio, del proprio panorama interiore; nella ricerca - mediante un’espressività fortemente connotata - di un canale comunicativo fra sé e il mondo.
Così Mauro Bisogno parte dall’oggettualità minima di un semplice filo di ferro, emblema della linea e del segno più elementare per costruire forme complesse, proiettate dal quadro allo spazio circostante o, per converso, “schiaccia” sulla superficie del supporto materiali trovati (lattine, contenitori per uova, paste alimentari) a comporre textures rigorosamente ordinate, mentre nei collages smembra le immagini in minuti frammenti che accosta poi in una “ricucitura” che giustappone e connette le schegge di significati dispersi.
Marina Junyent Mercader ha in principio dato vita a figure che il suo sguardo trapassava sino allo scheletro, ad esseri dagli arti prosciugati o dai visceri esibiti, per approdare in seguito ad una carnalità i cui toni fangosi, bruni e grigi, rivestono posture contorte in un parossismo rivelatore della tensione e della pesantezza che legano i corpi. Presenze lancinanti, pervase da una sostanza emotiva che negli addensamenti e nelle trasparenze delle prove ad acquarello si deposita come interrogazione che esige dallo spettatore adesione e risposta.
Giuseppe Limatola trasfigura secondo un lessico personale, imperniato su un vivido cromatismo che sovrasta l’iniziale impianto grafico, gli stilemi di una figurazione primonovecentesca, dando vita ad una narrazione intimistica, dove figure ritratte in interni e ambientazioni paesaggistiche si avvicendano, con vigore e freschezza, lasciando trasparire non di rado una vena onirica, spazio dell’immaginario dove – secondo la lezione di Nerval – l’opera dell’esistenza continua sotto altra forma.
Michele Ventricelli ha incontrato nel disegno il proprio medium d’elezione. Lo declina fra i due estremi del nitore di una linea che scandisce il paesaggio (urbano o industriale che sia) in strutture di geometrica leggerezza e di un impeto grafico che stempera il segno sul fondo dilavato, che lo replica e lo sovrappone al limite della macchia, in una tumultuosa, e dinamica, trasfigurazione espressiva del soggetto, dove dato reale e prospettiva interiore si fondono, sormontando l’apparente descrittività dell’esito.
La mostra è promossa da Associazione San Marcellino, Massoero 2000, MUCAS, in collaborazione con la Confraternita di San Giovanni Battista e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Savignone.
Si ringraziano: Carmelo Marino, autore del video presentato in mostra, e la S.n.c. SOGNE TV di Busalla che ha messo a disposizione le apparecchiature per la proiezione.