RICORDO DI AURELIO CAMINATI
Teatro Carlo Felice
passo Eugenio Montale 4 - Genova
martedì 9 luglio 2013, ore 18,00
Il Sindaco di Genova, Prof. Marco Doria e il Sovrintendente del Teatro Carlo Felice, M° Giovanni Pacor, presente la figlia Maria Grazia, a un anno dalla sua scomparsa ricordano il Maestro Caminati, autore -tra l'altro- degli affreschi del primo foyer.
Dopo i saluti istituzionali, il Prof. Franco Sborgi, professore ordinario di Storia dell'arte contemporanea presso la Facoltà di Lettere dell'Università di Genova, accompagnerà i presenti in un viaggio che, partendo dagli affreschi del foyer, condurrà attraverso l'imprevedibile ed eclettica opera di Aurelio Caminati.
Caminati, nato a Genova nel 1924, inizia ad essere conosciuto nel 1950, grazie ad un’importante mostra allestita a Milano – Galleria Bergamini.
La Biennale veneziana del 1956 lo consacra Artista esponendo opere di realismo sociale. Il suo percorso lo conduce quindi attraverso la fase dei “falsi ideologici” in cui i richiami alla pop art lo conducono attraverso esperienze in cui il confine della tela diventa un limite valicabile e popolato di invenzioni figurative. Dopo aver esplorato anche l’iperrealismo, a partire dagli anni ’80 Caminati torna a dipingere con tecniche tradizionali, reinterpretando sempre secondo il suo stile, l’iconografia neoclassica.
Scrive Sandro Ricaldone: “Per una bizzarria della sorte, certo non sgradita ma del tutto imprevedibile, ad Aurelio Caminati é toccato assumere, alle soglie dei settant’anni, la veste ufficiosa del “pittore laureato”. Il successo riportato nel concorso per gli affreschi realizzati fra il 1990 ed il 1991 nel foyer del nuovo Carlo Felice su temi legati alla storia genovese (La partenza di Guglielmo Embriaco e La costruzione di un fondaco nell’isola di Tabarca) ne ha legato la figura ad una dimensione istituzionale, a dispetto dell’inafferrabilità che il suo percorso d’artista testimonia efficacemente.”
Caterina Gualco descrive Aurelio Caminati in L’oro e il Mito, aggiungendo “Quando penso ad Aurelio immediatamente ho una rievocazione olfattiva: l’odore dell’acquaragia, quel benedetto odore che fin da quando ero ragazzina, ha avuto sempre la capacità di suscitare in me l’immagine della pittura. Perché Aurelio è la pittura”.
Aurelio Caminati ha svolto un’intensa attività espositiva con numerosissime mostre personali e collettive sia in Italia sia all’Estero, ha partecipato a manifestazioni nazionali e internazionali e ha preso parte al “Museo di Antropologia Attiva”, fondato da Claudio Costa a Monteghirfo, nell’entroterra della Riviera Ligure.
La sua freschezza inventiva ha reso difficile “definire in modo definitivo uno stile -come scrive Franco Ragazzi - perché Caminati è differente dai pittori che siamo chiamati a conoscere e catalogare attraverso le categorie a cui ci hanno educato e abituato i manuali di storia dell’arte”.
Teatro Carlo Felice
passo Eugenio Montale 4 - Genova
martedì 9 luglio 2013, ore 18,00
Il Sindaco di Genova, Prof. Marco Doria e il Sovrintendente del Teatro Carlo Felice, M° Giovanni Pacor, presente la figlia Maria Grazia, a un anno dalla sua scomparsa ricordano il Maestro Caminati, autore -tra l'altro- degli affreschi del primo foyer.
Dopo i saluti istituzionali, il Prof. Franco Sborgi, professore ordinario di Storia dell'arte contemporanea presso la Facoltà di Lettere dell'Università di Genova, accompagnerà i presenti in un viaggio che, partendo dagli affreschi del foyer, condurrà attraverso l'imprevedibile ed eclettica opera di Aurelio Caminati.
Caminati, nato a Genova nel 1924, inizia ad essere conosciuto nel 1950, grazie ad un’importante mostra allestita a Milano – Galleria Bergamini.
La Biennale veneziana del 1956 lo consacra Artista esponendo opere di realismo sociale. Il suo percorso lo conduce quindi attraverso la fase dei “falsi ideologici” in cui i richiami alla pop art lo conducono attraverso esperienze in cui il confine della tela diventa un limite valicabile e popolato di invenzioni figurative. Dopo aver esplorato anche l’iperrealismo, a partire dagli anni ’80 Caminati torna a dipingere con tecniche tradizionali, reinterpretando sempre secondo il suo stile, l’iconografia neoclassica.
Scrive Sandro Ricaldone: “Per una bizzarria della sorte, certo non sgradita ma del tutto imprevedibile, ad Aurelio Caminati é toccato assumere, alle soglie dei settant’anni, la veste ufficiosa del “pittore laureato”. Il successo riportato nel concorso per gli affreschi realizzati fra il 1990 ed il 1991 nel foyer del nuovo Carlo Felice su temi legati alla storia genovese (La partenza di Guglielmo Embriaco e La costruzione di un fondaco nell’isola di Tabarca) ne ha legato la figura ad una dimensione istituzionale, a dispetto dell’inafferrabilità che il suo percorso d’artista testimonia efficacemente.”
Caterina Gualco descrive Aurelio Caminati in L’oro e il Mito, aggiungendo “Quando penso ad Aurelio immediatamente ho una rievocazione olfattiva: l’odore dell’acquaragia, quel benedetto odore che fin da quando ero ragazzina, ha avuto sempre la capacità di suscitare in me l’immagine della pittura. Perché Aurelio è la pittura”.
Aurelio Caminati ha svolto un’intensa attività espositiva con numerosissime mostre personali e collettive sia in Italia sia all’Estero, ha partecipato a manifestazioni nazionali e internazionali e ha preso parte al “Museo di Antropologia Attiva”, fondato da Claudio Costa a Monteghirfo, nell’entroterra della Riviera Ligure.
La sua freschezza inventiva ha reso difficile “definire in modo definitivo uno stile -come scrive Franco Ragazzi - perché Caminati è differente dai pittori che siamo chiamati a conoscere e catalogare attraverso le categorie a cui ci hanno educato e abituato i manuali di storia dell’arte”.