giovedì 1 novembre 2012

TORINO CITTÀ INTERNAZIONALE - DONZELLI 2012

TORINO CITTÀ INTERNAZIONALE
Storia di una vocazione europea
a cura di e Cristina Accornero
Donzelli, 19/9/2012
collana "Saggi. Storia e scienze sociali"

È possibile documentare una tradizione municipale torinese aperta alle esperienze europee lungo tutto il secolo XX? L’Esposizione internazionale del 1911 èmomento peculiare della circolazione di saperi e di personalità afferenti alle istituzioni locali europee. Se tale indirizzo ben si inserisce nella spinta modernizzatrice del primo decennio del secolo, volta a inserire l’Italia tra i Paesi europei più avanzati, resta da chiarire se e come la vocazione internazionale di Torino sia sopravvissuta durante il ventennio fascista. Non bisogna dimenticare, ad esempio, che nel 1926 vi si svolgeva il primo congresso nazionale di urbanistica con il fine di fondare un istituto specializzato in materia e di alti studi municipali. Nel secondo dopoguerra, complici anche le celebrazioni del centenario dell’unità d’Italia, si assiste a una ripresa della strategia politico-amministrativa mirante a incrementare la dimensione europea e internazionale di Torino. Si punta da un lato allo sviluppo della rete autostradale in concomitanza con la promozione dei trafori verso Francia e Svizzera, dall’altro all’incremento della circolazione di idee e di studiosi, di cui è prova la nascita già nel 1952 dell’Istituto universitario di studi europei. Tutto ciò avviene in sinergia con Camere di commercio, Unioni imprenditoriali, Associazioni sindacali, Banche e imprese private, indotte a loro volta a sviluppare potenzialità transnazionali. È in questo contesto che, nei prestigiosi edifici costruiti per ospitare Italia 61, verranno ben presto a insediarsi sedi distaccate degli organismi internazionali.