BEATRICE
MENCARINI
"L'INCONSOLABILE"
Pavese, il mito e la memoria
Edizioni dell'Orso, 23/7/2013
collana: I libri di «Levia Gravia»
"L'Orfeo di Pavese ha un destino, una "rupe" che gli grava sulle spalle: l'esser poeta. Il destino di colui che canta la vita e la morte è isolamento, esclusione, allontanamento; ma, al tempo stesso, la poesia è il mezzo per superare il limitato orizzonte dell'Io e giungere alla vastità del Sé universale che dà senso e salvezza alla vita dell'uomo. Partendo dal mito classico di Orfeo e dall'Inconsolabile pavesiano l'autrice presenta un'originale analisi del rapporto di Pavese con il mito attraverso diversi filtri interpretativi. Furio Jesi, la religio mortis e il suo tormentato rapporto con il mitologo ungherese Károly Kerényi, la concezione pavesiana dell'esperienza come reminescenza soggettiva, il ruolo salvifico di Mnemosyne, il rimorso dei salvati nella Casa in collina, i simboli iniziatici della luna, del fuoco e del nudismo, l'impegno editoriale alla collana viola, le affinità con Mircea Eliade& fino ad arrivare al bisogno ontologico di Pavese di religio e di sacrum come punti cardinali della sua vita e della sua poetica."
"L'INCONSOLABILE"
Pavese, il mito e la memoria
Edizioni dell'Orso, 23/7/2013
collana: I libri di «Levia Gravia»
"L'Orfeo di Pavese ha un destino, una "rupe" che gli grava sulle spalle: l'esser poeta. Il destino di colui che canta la vita e la morte è isolamento, esclusione, allontanamento; ma, al tempo stesso, la poesia è il mezzo per superare il limitato orizzonte dell'Io e giungere alla vastità del Sé universale che dà senso e salvezza alla vita dell'uomo. Partendo dal mito classico di Orfeo e dall'Inconsolabile pavesiano l'autrice presenta un'originale analisi del rapporto di Pavese con il mito attraverso diversi filtri interpretativi. Furio Jesi, la religio mortis e il suo tormentato rapporto con il mitologo ungherese Károly Kerényi, la concezione pavesiana dell'esperienza come reminescenza soggettiva, il ruolo salvifico di Mnemosyne, il rimorso dei salvati nella Casa in collina, i simboli iniziatici della luna, del fuoco e del nudismo, l'impegno editoriale alla collana viola, le affinità con Mircea Eliade& fino ad arrivare al bisogno ontologico di Pavese di religio e di sacrum come punti cardinali della sua vita e della sua poetica."