PEPI MERISIO
Antologica
Wave Photogallery
via Trieste, 32a - Brescia
dal 20/4/2013 al 23/5/2013
Oltre cento vintage per raccontare il percorso artistico di uno dei testimoni più rappresentativi del dopoguerra italiano. Con il suo modo personalissimo di fotografare, Pepi Merisio è entrato nella storia del reportage italiano indicando una strada da seguire per tutta una generazione di giovani creativi e di fotoreporter.
Nel panorama della fotografia italiana, tra quegli autori che vengono, forse impropriamente ma di sicuro con efficace riscontro, definiti “storici”, Pepi Merisio occupa un posto di consolidata e riconosciuta rinomanza.
Merito di un modo di fotografare “coerente”, fedele al suo personale modo di approcciarsi al “mezzo” e alla gente.
Un rapporto di reciproco rispetto, lontano dai canoni dello scatto rubato, dello scoop urlato e sbattuto in prima pagina.
Uno sguardo gentiluomo, come d’altro canto è Pepi Merisio; uno sguardo mai invasivo e invadente, ma giocato senza fare rumore, senza provocare reazioni imbarazzanti, frutto di una condivisione di culture e di vissuto quotidiano, di partecipazione a comuni esperienze e di ragionate osservazioni. Pepi Merisio nei suoi scatti è contemporaneamente operatore e soggetto, regista ed attore, raffinato e capace incursore nei mondi che ci documenta.
Negli oltre 100 scatti presenti nella mostra, esposta alla Wave Photogallery tutti rigorosamente eseguiti in bianco e nero, stampati dall’artista ai sali d’argento su carta baritata e con il valore aggiunto di essere entrambi pezzi “vintage”, Pepi Merisio ripercorre tutto l’arco della sua produzione, dai primi scatti degli anni 50 fino ai nostri tempi, partendo dalle sue terre d’origine, la provincia di Bergamo, per approdare nel sud dell’Italia, attraversandola in lungo e in largo.
Se la datazione delle immagini e la loro conseguente storicizzazione sono spesso sufficienti per rendere il lavoro di un fotografo meritevole di interesse, se non altro come testimonianza documentaristica, non sempre a questa operazione corrisponde una ricerca altrettanto valida dal punto di vista artistico ed estetico.
La differenza si gioca con l’estro creativo dell’autore e con la sua capacità di interpretare, con lo studio delle inquadrature e delle composizioni, i soggetti e le situazioni scelte.
Pepi Merisio appartiene a questa schiera di artisti capaci di interpretare e non solo di documentare; personalità in grado di rendere ogni loro scatto riconoscibile e immediatamente riconducibile a quello che in futuro non sarà semplicemente un archivio ma un patrimonio artistico.
Antologica
Wave Photogallery
via Trieste, 32a - Brescia
dal 20/4/2013 al 23/5/2013
Oltre cento vintage per raccontare il percorso artistico di uno dei testimoni più rappresentativi del dopoguerra italiano. Con il suo modo personalissimo di fotografare, Pepi Merisio è entrato nella storia del reportage italiano indicando una strada da seguire per tutta una generazione di giovani creativi e di fotoreporter.
Nel panorama della fotografia italiana, tra quegli autori che vengono, forse impropriamente ma di sicuro con efficace riscontro, definiti “storici”, Pepi Merisio occupa un posto di consolidata e riconosciuta rinomanza.
Merito di un modo di fotografare “coerente”, fedele al suo personale modo di approcciarsi al “mezzo” e alla gente.
Un rapporto di reciproco rispetto, lontano dai canoni dello scatto rubato, dello scoop urlato e sbattuto in prima pagina.
Uno sguardo gentiluomo, come d’altro canto è Pepi Merisio; uno sguardo mai invasivo e invadente, ma giocato senza fare rumore, senza provocare reazioni imbarazzanti, frutto di una condivisione di culture e di vissuto quotidiano, di partecipazione a comuni esperienze e di ragionate osservazioni. Pepi Merisio nei suoi scatti è contemporaneamente operatore e soggetto, regista ed attore, raffinato e capace incursore nei mondi che ci documenta.
Negli oltre 100 scatti presenti nella mostra, esposta alla Wave Photogallery tutti rigorosamente eseguiti in bianco e nero, stampati dall’artista ai sali d’argento su carta baritata e con il valore aggiunto di essere entrambi pezzi “vintage”, Pepi Merisio ripercorre tutto l’arco della sua produzione, dai primi scatti degli anni 50 fino ai nostri tempi, partendo dalle sue terre d’origine, la provincia di Bergamo, per approdare nel sud dell’Italia, attraversandola in lungo e in largo.
Se la datazione delle immagini e la loro conseguente storicizzazione sono spesso sufficienti per rendere il lavoro di un fotografo meritevole di interesse, se non altro come testimonianza documentaristica, non sempre a questa operazione corrisponde una ricerca altrettanto valida dal punto di vista artistico ed estetico.
La differenza si gioca con l’estro creativo dell’autore e con la sua capacità di interpretare, con lo studio delle inquadrature e delle composizioni, i soggetti e le situazioni scelte.
Pepi Merisio appartiene a questa schiera di artisti capaci di interpretare e non solo di documentare; personalità in grado di rendere ogni loro scatto riconoscibile e immediatamente riconducibile a quello che in futuro non sarà semplicemente un archivio ma un patrimonio artistico.