domenica 5 maggio 2013

STEPHEN JAY GOULD: ONTOGENESI E FILOGENESI - MIMESIS 2013



STEPHEN JAY GOULD
ONTOGENESI E FILOGENESI
Mimesis, 27/2/2013
collana "Epistemologia"

La traduzione italiana di Ontogeny and Phylogeny, realizzata nel decimo anniversario della prematura scomparsa di Stephen Jay Gould, rappresenta non solo un omaggio a questo grandissimo studioso, ma anche il doveroso completamento della edizione italiana delle sue opere. Uscito nel 1977, Ontogeny and Phylogeny è il primo testo importante di Gould e preannuncia quelli che saranno i suoi principali interessi intellettuali. In primo luogo, la storia della biologia – così assente nei lavori accademici main stream. La prima parte ricostruisce infatti la parabola dell’idea di “ricapitolazione” tra Ottocento e Novecento con una ricognizione storica che è ancora oggi una grande lezione per gli storici e i filosofi della scienza: per la completezza della documentazione utilizzata, per la competenza e il rigore con cui essa viene analizzata, per la profonda consapevolezza del fatto che la scienza non vive in una torre d’avorio ma è attraversata da ideologie e “metafisiche influenti” come dai rapporti e dalle pratiche sociali. Si affaccia qui un secondo importante interesse: la critica agli usi ideologici della biologia. Il quinto capitolo, che dà conto dell’“influenza dilagante” dell’idea di ricapitolazione a cavallo tra diciannovesimo e ventesimo secolo in discipline, ideologie e pratiche le più disparate - dalla criminologia, all’educazione primaria, al cosiddetto “razzismo scientifico”, alla stessa psicanalisi freudiana - è una chiara anticipazione di Intelligenza e pregiudizio (The Mismeasure of Man, 1981), il testo più significativo dell’impegno civile di Gould e della sua battaglia contro il “determinismo biologico”. La seconda parte è un’opera eccelsa di biologia teorica, interesse senz’altro centrale di Gould e campo in cui ha dato contributi fondamentali – dalla teoria degli “equilibri punteggiati” al concetto di “exaptation” – la cui grande sintesi ci è stata consegnata nell’ultima, ricchissima summa, La struttura della teoria dell’evoluzione (The structure of Evolutionary Theory, 2002), completata poco prima della morte. In Ontogenesi e filogenesi Gould mette a punto i concetti di eterocronia e pedomorfosi, ripensati nel loro significato ecologico ed evolutivo attraverso il confronto con una mole enorme di studi – relativi a rettili, anfibi, insetti, parassiti, pesci e quant’altro. Per arrivare, alla fine, alla straordinaria apertura sull’evoluzione umana e sul ruolo che ritardo nello sviluppo e neotenia vi giocano. Un’ipotesi feconda – oggi ampiamente ripresa dalle neuroscienze e dalla biologia EVO-DEVO – che può forse spiegare senza voli metafisici perché, nonostante il genoma umano sia uguale a quello dello scimpanzé per oltre il 98%, “nessuna scimmia potrà mai battere a macchina – e tantomeno scrivere – l’Iliade”.

Stephen Jay Gould (1941-2002) è stato professore di Zoologia alla Harvard University e di Biologia alla New York University. Paleontologo, biologo teorico, storico e filosofo della scienza, è stato un grandissimo e prolifico scrittore scientifico, attento tra l’altro al problema della comunicazione e della diffusione della scienza in ambiti diversi da quelli specialistici.