YASUO SUMI
NOTHING BUT THE FUTURE
a cura di Flaminio Gualdoni
ABC-arte
via XX Settembre 11a - Genova
18/2/2016 - 31/5/2016
ABC-ARTE, dopo avere organizzato l’evento del 2008, con performance in Palazzo Ducale di Genova e mostra del maestro Shozo Shimamoto a cura di Achille Bonito Oliva al museo di Arte Contemporanea di Villa Croce, inaugurerà, all’interno della sede genovese della galleria, la mostra Yasuo Sumi | Nothing but the future, a cura di Flaminio Gualdoni.
La retrospettiva dell’artista giapponese, patrocinata dal comune di Genova e supportata dall’ archivio Yasuo Sumi di Andrea Mardegan, Ibaraki (Giappone), si propone di documentare antologicamente e cronologicamente il percorso artistico del maestro Gutai dalle prime opere fino alle più recenti performances.
Tale evento costituisce una importante occasione per lo studio di una personalità artistica centrale nella storia dell’arte del novecento e permette di far luce su un particolare momento storico-politico, culturale ed artistico che ha dato i natali a rivoluzionarie concezioni artistiche che parallelamente hanno toccato l’Europa, gli Stati Uniti ed il Giappone. Come scrive Flaminio Gualdoni “Sumi attua un ribaltamento compiuto del concetto di “acheropita”, non fatto da mano umana, tipico delle metafisiche occidentali, perché proprio l’interposizione di uno strumento in se stesso autre comporta lo straniamento d’ogni intento esecutivo e una precisa dichiarazione di an-artisticità”
La mostra è una concreta possibilità di vedere dal vivo lavori molto rari e presenti in prestigiosi Musei o collezioni internazionali.
Una caratteristica che accomuna tutti i maestri fondatori del movimento Gutai, è proprio quella di avere realizzato un numero davvero limitato di lavori, sia perché il movimento è sempre stato lontano da logiche di mercato ma soprattutto perché diversamente sarebbe stato in contrasto con i principi fondanti.
Infatti continua a crescere l’interesse del collezionismo internazionale per le opere degli artisti del Gruppo Gutai, i cui prezzi record vengono riscritti di stagione in stagione, soprattutto nell’ultimo triennio. Il 2015 rappresenta uno spartiacque per il loro mercato, ed il loro ranking di qualificazione sulla base delle transazioni nelle principali case d’asta, li sta portando sempre più prossimi al posizionamento di artisti come Fontana e Rotko.
ABC-ARTE, attraverso la curatela di Flaminio Gualdoni, già curatore di mostre su Fontana, Manzoni, Pomodoro, Oppenheim, approfondisce lo studio del Gruppo Gutai con uno dei suoi membri più attivi. Yasuo Sumi recentemente scomparso, Il 12 ottobre 2015, era un riferimento vivente del gruppo della prima ora ed un elemento tra i più rappresentativi.
Il percorso espositivo sarà composto da circa settanta lavori e suddiviso in decenni, prendendo avvio dalle opere risalenti ai primi anni ’50, diviso in sezioni secondo un percorso didattico diacronico che mette in parallelo e confronta i grandi eventi storico-artistici ed i maggiori protagonisti del secondo dopoguerra, al fine di ricostruire una mappatura adeguata e completa. Ogni sezione della mostra sarà commentata da pannelli didattici e da ingrandimenti fotografici ricavati dalle performances dell’artista.
Un nuovo libro della collana bilingue, italiano ed inglese, ABC-ARTE edizioni, verrà dedicato alla mostra. Conterrà il testo critico di Flaminio Gualdoni e più apparati di approfondimento, come alcuni interi capitoli del personale libro autobiografico scritto da Yasuo Sumi che sarà tradotto dal Giapponese. Cosi come è stato per il tomo “Shozo Shimamoto, Samurai acrobata dello sguardo”, divenuto un importante testo di approfondimento sul Gutai e sul maestro Shimamoto e richiamato nelle biografie di riferimento all’interno di libri editi in occasione di mostre come “Gutai Splendid Playground” al museo Guggenheim di New York, la diffusione all’interno delle biblioteche museali sarà gratuita.
Si ringrazia l’Associazione Culturale Spazio Arte dei Mori di Venezia per la collaborazione nella organizzazione della mostra.
Nato nel 1925, si avvicina al movimento artistico Gutai nel 1955, partecipando a tutte le mostre del gruppo dalla prima alla ventunesima e attuando una vera e propria rivoluzione nell’arte contemporanea giapponese: la rinnova profondamente ed accoglie i cambiamenti imposti da una nuova realtà sociale e culturale. Successivamente diviene membro dell’Art Club rappresentato da Taro Okamoto. È invitato ad esporre in moltissime mostre nei musei di arte moderna di Tokyo, Kyoto, Hyogo, Osaka, Ashiya, Ciba, Miyagi, Fukuoka, Kitakyushu, Itami, Shibuya. Ha esposto anche nelle più importanti gallerie di Tokyo, Osaka e Itami. Nel 1993 partecipa alla 45a Biennale di Venezia (Strada verso l’Oriente) con un ambizioso progetto finanziato dalla Japan Foundation e sostenuto dal Governo Italiano. Tra le varie mostre del Maestro all’estero spiccano quelle tenute presso la Galerie National du Jeu de Paume di Parigi, della Martha Jackson Gallery di New York, del Cultural Exchange Center (mostra personale), del Museo Auckland in Australia; del Museo di Arte Contemporanea di Roma, della Torino Figurative Gallery, dell’International Aesthetic Studio, dell’Art Center di Milano, oltre a diverse personali in Inghilterra e in Cina. Le sue opere sono oggi presenti in numerosi musei, studi e gallerie di tutto il mondo. Sumi è stato inoltre membro del Gruppo AU, alle cui esposizioni partecipa immancabilmente.
Sumi indossava sempre i geta (sandali giapponesi in legno) durante le sue performance. I geta sono diventati uno dei suoi simboli, assieme al soroban (abaco o pallottoliere giapponese) e alla bangasa (ombrellino giapponese dalla forma caratteristica). Tuttavia, l’uso che ne fa Sumi è del tutto particolare. Il soroban viene usato non per fare conti aritmetici bensì per creare nei suoi lavori delle linee curve e allo stesso tempo parallele, dopo aver versato sulla tela o sulla carta l’inchiostro giapponese (simile alla china). La bangasa viene usata per dare dei colpi violenti sulla tela, che spesso rimane danneggiata, come peraltro la bangasa stessa. Un altro strumento caratteristico di Sumi è il vibratore. Un semplice motorino con un rotore fissato ad una tavoletta che, se avvicinata alla superficie della tela, comincia a rimbalzare freneticamente spargendo il colore in maniera ritmica.
NOTHING BUT THE FUTURE
a cura di Flaminio Gualdoni
ABC-arte
via XX Settembre 11a - Genova
18/2/2016 - 31/5/2016
ABC-ARTE, dopo avere organizzato l’evento del 2008, con performance in Palazzo Ducale di Genova e mostra del maestro Shozo Shimamoto a cura di Achille Bonito Oliva al museo di Arte Contemporanea di Villa Croce, inaugurerà, all’interno della sede genovese della galleria, la mostra Yasuo Sumi | Nothing but the future, a cura di Flaminio Gualdoni.
La retrospettiva dell’artista giapponese, patrocinata dal comune di Genova e supportata dall’ archivio Yasuo Sumi di Andrea Mardegan, Ibaraki (Giappone), si propone di documentare antologicamente e cronologicamente il percorso artistico del maestro Gutai dalle prime opere fino alle più recenti performances.
Tale evento costituisce una importante occasione per lo studio di una personalità artistica centrale nella storia dell’arte del novecento e permette di far luce su un particolare momento storico-politico, culturale ed artistico che ha dato i natali a rivoluzionarie concezioni artistiche che parallelamente hanno toccato l’Europa, gli Stati Uniti ed il Giappone. Come scrive Flaminio Gualdoni “Sumi attua un ribaltamento compiuto del concetto di “acheropita”, non fatto da mano umana, tipico delle metafisiche occidentali, perché proprio l’interposizione di uno strumento in se stesso autre comporta lo straniamento d’ogni intento esecutivo e una precisa dichiarazione di an-artisticità”
La mostra è una concreta possibilità di vedere dal vivo lavori molto rari e presenti in prestigiosi Musei o collezioni internazionali.
Una caratteristica che accomuna tutti i maestri fondatori del movimento Gutai, è proprio quella di avere realizzato un numero davvero limitato di lavori, sia perché il movimento è sempre stato lontano da logiche di mercato ma soprattutto perché diversamente sarebbe stato in contrasto con i principi fondanti.
Infatti continua a crescere l’interesse del collezionismo internazionale per le opere degli artisti del Gruppo Gutai, i cui prezzi record vengono riscritti di stagione in stagione, soprattutto nell’ultimo triennio. Il 2015 rappresenta uno spartiacque per il loro mercato, ed il loro ranking di qualificazione sulla base delle transazioni nelle principali case d’asta, li sta portando sempre più prossimi al posizionamento di artisti come Fontana e Rotko.
ABC-ARTE, attraverso la curatela di Flaminio Gualdoni, già curatore di mostre su Fontana, Manzoni, Pomodoro, Oppenheim, approfondisce lo studio del Gruppo Gutai con uno dei suoi membri più attivi. Yasuo Sumi recentemente scomparso, Il 12 ottobre 2015, era un riferimento vivente del gruppo della prima ora ed un elemento tra i più rappresentativi.
Il percorso espositivo sarà composto da circa settanta lavori e suddiviso in decenni, prendendo avvio dalle opere risalenti ai primi anni ’50, diviso in sezioni secondo un percorso didattico diacronico che mette in parallelo e confronta i grandi eventi storico-artistici ed i maggiori protagonisti del secondo dopoguerra, al fine di ricostruire una mappatura adeguata e completa. Ogni sezione della mostra sarà commentata da pannelli didattici e da ingrandimenti fotografici ricavati dalle performances dell’artista.
Un nuovo libro della collana bilingue, italiano ed inglese, ABC-ARTE edizioni, verrà dedicato alla mostra. Conterrà il testo critico di Flaminio Gualdoni e più apparati di approfondimento, come alcuni interi capitoli del personale libro autobiografico scritto da Yasuo Sumi che sarà tradotto dal Giapponese. Cosi come è stato per il tomo “Shozo Shimamoto, Samurai acrobata dello sguardo”, divenuto un importante testo di approfondimento sul Gutai e sul maestro Shimamoto e richiamato nelle biografie di riferimento all’interno di libri editi in occasione di mostre come “Gutai Splendid Playground” al museo Guggenheim di New York, la diffusione all’interno delle biblioteche museali sarà gratuita.
Si ringrazia l’Associazione Culturale Spazio Arte dei Mori di Venezia per la collaborazione nella organizzazione della mostra.
Nato nel 1925, si avvicina al movimento artistico Gutai nel 1955, partecipando a tutte le mostre del gruppo dalla prima alla ventunesima e attuando una vera e propria rivoluzione nell’arte contemporanea giapponese: la rinnova profondamente ed accoglie i cambiamenti imposti da una nuova realtà sociale e culturale. Successivamente diviene membro dell’Art Club rappresentato da Taro Okamoto. È invitato ad esporre in moltissime mostre nei musei di arte moderna di Tokyo, Kyoto, Hyogo, Osaka, Ashiya, Ciba, Miyagi, Fukuoka, Kitakyushu, Itami, Shibuya. Ha esposto anche nelle più importanti gallerie di Tokyo, Osaka e Itami. Nel 1993 partecipa alla 45a Biennale di Venezia (Strada verso l’Oriente) con un ambizioso progetto finanziato dalla Japan Foundation e sostenuto dal Governo Italiano. Tra le varie mostre del Maestro all’estero spiccano quelle tenute presso la Galerie National du Jeu de Paume di Parigi, della Martha Jackson Gallery di New York, del Cultural Exchange Center (mostra personale), del Museo Auckland in Australia; del Museo di Arte Contemporanea di Roma, della Torino Figurative Gallery, dell’International Aesthetic Studio, dell’Art Center di Milano, oltre a diverse personali in Inghilterra e in Cina. Le sue opere sono oggi presenti in numerosi musei, studi e gallerie di tutto il mondo. Sumi è stato inoltre membro del Gruppo AU, alle cui esposizioni partecipa immancabilmente.
Sumi indossava sempre i geta (sandali giapponesi in legno) durante le sue performance. I geta sono diventati uno dei suoi simboli, assieme al soroban (abaco o pallottoliere giapponese) e alla bangasa (ombrellino giapponese dalla forma caratteristica). Tuttavia, l’uso che ne fa Sumi è del tutto particolare. Il soroban viene usato non per fare conti aritmetici bensì per creare nei suoi lavori delle linee curve e allo stesso tempo parallele, dopo aver versato sulla tela o sulla carta l’inchiostro giapponese (simile alla china). La bangasa viene usata per dare dei colpi violenti sulla tela, che spesso rimane danneggiata, come peraltro la bangasa stessa. Un altro strumento caratteristico di Sumi è il vibratore. Un semplice motorino con un rotore fissato ad una tavoletta che, se avvicinata alla superficie della tela, comincia a rimbalzare freneticamente spargendo il colore in maniera ritmica.