GIOVANNI OBERTI
LAGHI D'ACETO
TILE Project Space
Via Garian 64 - Milano
24/2/2016 - 25/3/2016
In occasione della riapertura di TILE project space, Giovanni Oberti presenta Laghi di Aceto, una mostra composta da diversi elementi che ricostruiscono un paesaggio.
L’artista lavora per fornire allo spettatore un punto di vista più alto incarnato nel volo di un uccello, immaginando una prospettiva più ampia che comprenda l’uomo e gli elementi organici e inorganici che lo circondano. Estendendo la naturale visione, Oberti permette allo sguardo di ricostruire un orizzonte complessivo che riporti l’uomo ad osservarsi all’interno di un paesaggio ‘appassito’.
I piani di visione si sviluppano attraverso tre linee percepibili simultaneamente dallo spettatore come a creare un terzo sguardo proiettato nel tempo oltre la momentanea visione, un occhio che immagina il futuro e tenta di sentirne l’atmosfera.
Questo cambiamento di angolazione permette di riflettere sugli elementi performativi dello sguardo, generando il richiamo all’attenzione come punto critico attraverso cui osservarsi come uomo all’interno di un ambiente in radicale cambiamento.
Le parti che compongono la mostra sono oggetti e materiali disposti sul pavimento dello spazio. Gli oggetti sono utilizzati sia come riferimenti iperrealistici di un ambiente topografico, sia come elementi dalla funzionalità mancante che diventano media naturali e artificiali per la lettura del paesaggio. I materiali organici e in particolare l’aceto, sono invece testimoni di una maturazione, una particolare trasformazione nel tempo che pur preservando una memoria di informazioni, è soggetta a costanti scissioni formali che modificano l’immagine futura delle sostanze.
Laghi di aceto “sarà una mostra da vedere dall’alto, o meglio, una mostra visibile guardando verso il basso. Come il volo di un uccello nei cieli di un paesaggio naturale, un paesaggio appassito e sfiorito come d’autunno, esalante odore ormai acre come l’aceto”.
Giovanni Oberti (Bergamo, 1982). Vive e lavora a Milano, ha studiato presso l’Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo, dove si è diplomato nel 2006. Ha tenuto diverse mostre personali in Italia e all’estero tra cui: Onorarono, Munich Kunstverein, Monaco di Baviera, 2015; I fiori in tasca, Galleria Enrico Fornello, Milano, 2012; Arise Therefore, con Daniela Huerta, Galleria Enrico Fornello, Milano, 2011; 8, con Elio Grazioli, a cura di Chiara Agnello, Careof, Milano, 2010;Placentarium, a cura di Marinella Paderni, Galleria Placentia Arte, Piacenza 2009. Tra le mostre collettive ricordiamo: Keep it real, Ventura 15, Milano, 2014; The excluded third, included, a cura di Postbrother, Emanuel Layr Gallery, Vienna, 2014;Veerle, a cura di Chris Fitzpatrick, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2013; Epidedon, a cura di Ludovico Pratesi, Co2 Gallery, Roma, 2012; SC13, a cura di Chris Fitzpatrick, San Fracisco, 2010; Now where now here, Casa Masaccio, San Giovanni Valdarno (Arezzo) 2010; Il raccolto d’autunno è stato abbondante, a cura di Chiara Agnello e Milovan Farronato, Careof e Viafarini, Milano 2009.
LAGHI D'ACETO
TILE Project Space
Via Garian 64 - Milano
24/2/2016 - 25/3/2016
In occasione della riapertura di TILE project space, Giovanni Oberti presenta Laghi di Aceto, una mostra composta da diversi elementi che ricostruiscono un paesaggio.
L’artista lavora per fornire allo spettatore un punto di vista più alto incarnato nel volo di un uccello, immaginando una prospettiva più ampia che comprenda l’uomo e gli elementi organici e inorganici che lo circondano. Estendendo la naturale visione, Oberti permette allo sguardo di ricostruire un orizzonte complessivo che riporti l’uomo ad osservarsi all’interno di un paesaggio ‘appassito’.
I piani di visione si sviluppano attraverso tre linee percepibili simultaneamente dallo spettatore come a creare un terzo sguardo proiettato nel tempo oltre la momentanea visione, un occhio che immagina il futuro e tenta di sentirne l’atmosfera.
Questo cambiamento di angolazione permette di riflettere sugli elementi performativi dello sguardo, generando il richiamo all’attenzione come punto critico attraverso cui osservarsi come uomo all’interno di un ambiente in radicale cambiamento.
Le parti che compongono la mostra sono oggetti e materiali disposti sul pavimento dello spazio. Gli oggetti sono utilizzati sia come riferimenti iperrealistici di un ambiente topografico, sia come elementi dalla funzionalità mancante che diventano media naturali e artificiali per la lettura del paesaggio. I materiali organici e in particolare l’aceto, sono invece testimoni di una maturazione, una particolare trasformazione nel tempo che pur preservando una memoria di informazioni, è soggetta a costanti scissioni formali che modificano l’immagine futura delle sostanze.
Laghi di aceto “sarà una mostra da vedere dall’alto, o meglio, una mostra visibile guardando verso il basso. Come il volo di un uccello nei cieli di un paesaggio naturale, un paesaggio appassito e sfiorito come d’autunno, esalante odore ormai acre come l’aceto”.
Giovanni Oberti (Bergamo, 1982). Vive e lavora a Milano, ha studiato presso l’Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo, dove si è diplomato nel 2006. Ha tenuto diverse mostre personali in Italia e all’estero tra cui: Onorarono, Munich Kunstverein, Monaco di Baviera, 2015; I fiori in tasca, Galleria Enrico Fornello, Milano, 2012; Arise Therefore, con Daniela Huerta, Galleria Enrico Fornello, Milano, 2011; 8, con Elio Grazioli, a cura di Chiara Agnello, Careof, Milano, 2010;Placentarium, a cura di Marinella Paderni, Galleria Placentia Arte, Piacenza 2009. Tra le mostre collettive ricordiamo: Keep it real, Ventura 15, Milano, 2014; The excluded third, included, a cura di Postbrother, Emanuel Layr Gallery, Vienna, 2014;Veerle, a cura di Chris Fitzpatrick, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2013; Epidedon, a cura di Ludovico Pratesi, Co2 Gallery, Roma, 2012; SC13, a cura di Chris Fitzpatrick, San Fracisco, 2010; Now where now here, Casa Masaccio, San Giovanni Valdarno (Arezzo) 2010; Il raccolto d’autunno è stato abbondante, a cura di Chiara Agnello e Milovan Farronato, Careof e Viafarini, Milano 2009.