ANDREA BRANZI
ANIME
Fondazione VOLUME!
Via San Francesco di Sales 86 - Roma
22/1/2016 - 4/3/2016
Da venerdì 22 gennaio 2016 alle ore 18.30, la Fondazione VOLUME! presenta Anime, un’installazione site specific dell’architetto e designer Andrea Branzi, a cura di Emilia Giorgi.
Con questa mostra VOLUME! torna ad ospitare il lavoro di una personalità di valore internazionale, capace di fornire un’ulteriore lettura degli spazi dell’ex vetreria di Trastevere. Una nuova interpretazione che si aggiunge alla storia quasi ventennale della Fondazione, raccontata dal recente catalogo “VOLUME! 1997… Today” edito da Silvana Editoriale.
Andrea Branzi, progettista e teorico, nel 1966 è stato co-fondatore del gruppo Archizoom e del movimento radical, una delle esperienze più incisive e interessanti dell’architettura del Novecento a livello internazionale.
Invitato a confrontarsi con l’identità e gli ambienti della Fondazione VOLUME!, Branzi ha concepito l’opera come un saggio su una nuova “drammaturgia” del progetto, un manifesto scritto attraverso lo spazio e gli oggetti. Nodo centrale della mostra “Anime” è il tema del ciclo della vita e della morte in un continuo fluire. Scrive l’autore in una delle sue filastrocche:
“Ad ogni vivente è dato in sorte
il nobilissimo istante della morte,
ma l’ultimo sospiro l’ultimo spasmo
somiglia nuovamente ad un orgasmo”.
Un tema questo da sempre trascurato dalla disciplina del progetto e più che mai attuale oggi, in un pianeta popolato da 7 miliardi di persone e devastato da guerre di religione.
In un paesaggio oscuro, dove compaiono teschi e elementi vegetali, risuona il brano Whola Lotta Love dei Led Zeppelin, in cui Robert Plant dà voce al primo orgasmo maschile della storia della musica.
La Fondazione VOLUME!, con la sua storia stratificata, e la città di Roma offrono a Branzi l’occasione di dialogare con le presenze più o meno sotterranee delle anime scomparse e della natura per proporre un messaggio quanto mai vitale.
Branzi interviene sullo spazio espositivo per raccontare, attraverso i suoi oggetti – che non sono più strumenti di arredamento, ma testimoni parlanti del presente – storie e riflessioni sulla corrispondenza tra i concetti di vita e di morte.
“Da tempo ho constatato che tutto l’apparato linguistico e i fondamenti della modernità classica, sono scaduti” – racconta Branzi alla curatrice. “Un certo ottimismo elegante, razionale, geometrico su cui si è fondata la gran parte della modernità ha escluso tutti i grandi temi antropologici: la vita, l’eros, il sacro, la morte, il destino degli universi animali e vegetali. Nel XX secolo altre attività creative, come la musica, l’arte e la letteratura si sono profondamente rinnovate immergendosi nel travaglio della storia mentre la cultura del progetto ha preferito dare voce alle sole mutazioni della disciplina. Io credo sia urgente che la cultura del progetto cominci a elaborare dei linguaggi nuovi legati a una nuova drammaturgia e a nuove tematiche antropologiche.”
Durante l’inaugurazione sarà presente l’autore per raccontare lo spirito dell’operazione, attraverso una speciale visita guidata all’interno dell’installazione.
Andrea Branzi (1938), Architetto e Designer, è nato a Firenze dove si è laureato; vive e lavora a Milano dal 1974.
È autore di molti libri sulla storia e la teoria della progettazione, pubblicati in diversi paesi; negli ultimi anni sono state pubblicate importanti monografie sul suo lavoro.
Fino dalla laurea (1966) ha fatto parte del movimento di avanguardia dell’Architettura Radicale. Gli sono stati assegnati tre Compassi d’Oro, di cui uno alla carriera. Nel 1982 ha co-fondato e diretto Domus Academy, prima scuola post-universitaria internazionale di design. È stato direttore della rivista MODO dal 1982 al 1984. Come Professore Ordinario è stato Presidente del Corso di Studi in Design degli Interni alla Facoltà di Design del Politecnico di Milano. Nel 2008 ha ricevuto la Laurea Honoris Causa dall’Università La Sapienza di Roma e nello stesso anno è stato nominato Membro Onorario del Royal Design for Industry di Londra. Fa parte del Comitato Scientifico della XXI Esposizione Internazionale della Triennale di Milano.
Nel 2016 è in programma una mostra monografica sul suo lavoro presso il Museo Nivola di Orani (Sardegna), alla Galleria Blu di Prussia di Napoli, alla galleria Marc Benda di New York e una mostra itinerante che partirà dalla Harvard University per proseguire nelle maggiori università americane.
Andrea Branzi ha tenuto conferenze in Francia, Belgio, Olanda, Germania, Inghilterra, Svizzera, Spagna, Portogallo, Stati Uniti, Brasile, Argentina, Giappone, Corea, Hong Kong, Cina, Singapore, Thailandia. I suoi progetti sono conservati presso molti musei quali: Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma; Centro Georges Pompidou, Parigi; Design Museum, Gent; MOMA New York; Brooklyn Museum, New York; Denver Museum of Art, Denver; Fondation Cartier pour l’Art Contemporain, Parigi; Groninger Museum, Groningen; Fonds Régional d’Art Contemporain, Orleans; Houston Museum of Fine Arts, Texas; Israel Museum, Gerusalemme; Musée des Beaux-Arts, Montreal; Musée des Arts décoratifs, Parigi; Victoria & Albert Museum, Londra; Vitra Design Museum, Weil-am-Rhein; MAK, Vienna.
ANIME
Fondazione VOLUME!
Via San Francesco di Sales 86 - Roma
22/1/2016 - 4/3/2016
Da venerdì 22 gennaio 2016 alle ore 18.30, la Fondazione VOLUME! presenta Anime, un’installazione site specific dell’architetto e designer Andrea Branzi, a cura di Emilia Giorgi.
Con questa mostra VOLUME! torna ad ospitare il lavoro di una personalità di valore internazionale, capace di fornire un’ulteriore lettura degli spazi dell’ex vetreria di Trastevere. Una nuova interpretazione che si aggiunge alla storia quasi ventennale della Fondazione, raccontata dal recente catalogo “VOLUME! 1997… Today” edito da Silvana Editoriale.
Andrea Branzi, progettista e teorico, nel 1966 è stato co-fondatore del gruppo Archizoom e del movimento radical, una delle esperienze più incisive e interessanti dell’architettura del Novecento a livello internazionale.
Invitato a confrontarsi con l’identità e gli ambienti della Fondazione VOLUME!, Branzi ha concepito l’opera come un saggio su una nuova “drammaturgia” del progetto, un manifesto scritto attraverso lo spazio e gli oggetti. Nodo centrale della mostra “Anime” è il tema del ciclo della vita e della morte in un continuo fluire. Scrive l’autore in una delle sue filastrocche:
“Ad ogni vivente è dato in sorte
il nobilissimo istante della morte,
ma l’ultimo sospiro l’ultimo spasmo
somiglia nuovamente ad un orgasmo”.
Un tema questo da sempre trascurato dalla disciplina del progetto e più che mai attuale oggi, in un pianeta popolato da 7 miliardi di persone e devastato da guerre di religione.
In un paesaggio oscuro, dove compaiono teschi e elementi vegetali, risuona il brano Whola Lotta Love dei Led Zeppelin, in cui Robert Plant dà voce al primo orgasmo maschile della storia della musica.
La Fondazione VOLUME!, con la sua storia stratificata, e la città di Roma offrono a Branzi l’occasione di dialogare con le presenze più o meno sotterranee delle anime scomparse e della natura per proporre un messaggio quanto mai vitale.
Branzi interviene sullo spazio espositivo per raccontare, attraverso i suoi oggetti – che non sono più strumenti di arredamento, ma testimoni parlanti del presente – storie e riflessioni sulla corrispondenza tra i concetti di vita e di morte.
“Da tempo ho constatato che tutto l’apparato linguistico e i fondamenti della modernità classica, sono scaduti” – racconta Branzi alla curatrice. “Un certo ottimismo elegante, razionale, geometrico su cui si è fondata la gran parte della modernità ha escluso tutti i grandi temi antropologici: la vita, l’eros, il sacro, la morte, il destino degli universi animali e vegetali. Nel XX secolo altre attività creative, come la musica, l’arte e la letteratura si sono profondamente rinnovate immergendosi nel travaglio della storia mentre la cultura del progetto ha preferito dare voce alle sole mutazioni della disciplina. Io credo sia urgente che la cultura del progetto cominci a elaborare dei linguaggi nuovi legati a una nuova drammaturgia e a nuove tematiche antropologiche.”
Durante l’inaugurazione sarà presente l’autore per raccontare lo spirito dell’operazione, attraverso una speciale visita guidata all’interno dell’installazione.
Andrea Branzi (1938), Architetto e Designer, è nato a Firenze dove si è laureato; vive e lavora a Milano dal 1974.
È autore di molti libri sulla storia e la teoria della progettazione, pubblicati in diversi paesi; negli ultimi anni sono state pubblicate importanti monografie sul suo lavoro.
Fino dalla laurea (1966) ha fatto parte del movimento di avanguardia dell’Architettura Radicale. Gli sono stati assegnati tre Compassi d’Oro, di cui uno alla carriera. Nel 1982 ha co-fondato e diretto Domus Academy, prima scuola post-universitaria internazionale di design. È stato direttore della rivista MODO dal 1982 al 1984. Come Professore Ordinario è stato Presidente del Corso di Studi in Design degli Interni alla Facoltà di Design del Politecnico di Milano. Nel 2008 ha ricevuto la Laurea Honoris Causa dall’Università La Sapienza di Roma e nello stesso anno è stato nominato Membro Onorario del Royal Design for Industry di Londra. Fa parte del Comitato Scientifico della XXI Esposizione Internazionale della Triennale di Milano.
Nel 2016 è in programma una mostra monografica sul suo lavoro presso il Museo Nivola di Orani (Sardegna), alla Galleria Blu di Prussia di Napoli, alla galleria Marc Benda di New York e una mostra itinerante che partirà dalla Harvard University per proseguire nelle maggiori università americane.
Andrea Branzi ha tenuto conferenze in Francia, Belgio, Olanda, Germania, Inghilterra, Svizzera, Spagna, Portogallo, Stati Uniti, Brasile, Argentina, Giappone, Corea, Hong Kong, Cina, Singapore, Thailandia. I suoi progetti sono conservati presso molti musei quali: Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma; Centro Georges Pompidou, Parigi; Design Museum, Gent; MOMA New York; Brooklyn Museum, New York; Denver Museum of Art, Denver; Fondation Cartier pour l’Art Contemporain, Parigi; Groninger Museum, Groningen; Fonds Régional d’Art Contemporain, Orleans; Houston Museum of Fine Arts, Texas; Israel Museum, Gerusalemme; Musée des Beaux-Arts, Montreal; Musée des Arts décoratifs, Parigi; Victoria & Albert Museum, Londra; Vitra Design Museum, Weil-am-Rhein; MAK, Vienna.