PENSARE IL TEMPO
a cura di Umberto Curi e Luca Taddio
Mimesis, 13/11/2013
collana "Filosofie"
Negli ultimi centocinquant’anni, l’esplorazione dell’infinitamente piccolo e dell’infinitamente grande, i progressi compiuti nel campo della fisica delle microparticelle e dell’astrofisica, hanno portato a un nuovo modo di intendere il tempo, più ancora che a una nuova visione dello spazio. Il tempo non è più un semplice parametro geometrico del moto, ma misura evoluzioni interne a un mondo in non equilibrio. La scoperta della molteplicità del tempo, e della sua insopprimibilità nella descrizione scientifica del mondo, si accompagna anche alla constatazione della “direzione” verso cui esso è orientato, e dunque della sua intrinseca e ineliminabile caducità. Se l’universo non è governato dall’immutabilità di leggi eterne, ma possiede una “storia”, allora il discorso “antico” sulle età del mondo, sulla sua infanzia come sulla sua vecchiaia, può essere ripensato oggi in una luce diversa, come intuizione profondamente anticipatrice. il riconoscimento del carattere qualitativo, plurale, differenziato, ripropone dunque, anche se in termini nuovi, l’importanza di una riflessione sulla nascita e sulla morte, intese come categorie riguardanti non solo isolati cicli biologici o sociali, ma l’insieme dell’universo, la sua storia e il suo stesso destino, tanto in senso scientifico quanto dal punto di vista filosofico.
Umberto Curi è professore emerito di Storia della Filosofia presso l’Università di Padova e docente presso l’Università San Raffaele di Milano. Visiting Professor presso le Università di Los Angeles (1977) e di Boston (1984), ha tenuto lezioni e conferenze presso le Università di Barcellona, Bergen, Berlino, Buenos Aires, Cambridge (Massachussets), Cordoba, Lima, Lugano, Madrid, Oslo, Rio de Janeiro, San Paolo, Sevilla, Vancouver, Vienna. Fra le sue numerose pubblicazioni, Endiadi. Figure della duplicità e La cognizione dell’amore. Eros e filosofia (1995 e 1997), Pensare la guerra. L’Europa e il destino della politica (Bari 1999); Polemos. Filosofia come guerra e La forza dello sguardo (2000 e 2004); Filosofia del Don Giovanni (2002); Variazioni sul mito: Don Giovanni (Venezia 2005); Miti d’amore. Filosofia dell’eros (Milano 2009,tr. spagnola, Madrid 2010).
Luca Taddio si è occupato di teoria dell’immagine e di filosofia della percezione. È stato docente a contratto di Estetica a Udine e Gorizia e del Rapporto mente-corpo e intelligenza artificiale a Trieste. Dirige diverse collane (tra cui: “Volti”, “Filosofie” e “Sx”) e ha curato diversi volumi tra cui segnaliamo: P. Bozzi, Un mondo sotto osservazione (2007), W. James, Empirismo radicale (2009), E. Severino, La guerra e il mortale (2010), J. Ortega y Gasset, Meditazione sulla tecnica (2011), Quale filosofia per il Partito Democratico e la Sinistra (2011). Ha pubblicato i seguenti libri: Fenomenologia eretica (2011), L’affermazione dell’architettura (con Damiano Cantone, 2011), Global Revolution (2012), I due misteri (2012).
a cura di Umberto Curi e Luca Taddio
Mimesis, 13/11/2013
collana "Filosofie"
Negli ultimi centocinquant’anni, l’esplorazione dell’infinitamente piccolo e dell’infinitamente grande, i progressi compiuti nel campo della fisica delle microparticelle e dell’astrofisica, hanno portato a un nuovo modo di intendere il tempo, più ancora che a una nuova visione dello spazio. Il tempo non è più un semplice parametro geometrico del moto, ma misura evoluzioni interne a un mondo in non equilibrio. La scoperta della molteplicità del tempo, e della sua insopprimibilità nella descrizione scientifica del mondo, si accompagna anche alla constatazione della “direzione” verso cui esso è orientato, e dunque della sua intrinseca e ineliminabile caducità. Se l’universo non è governato dall’immutabilità di leggi eterne, ma possiede una “storia”, allora il discorso “antico” sulle età del mondo, sulla sua infanzia come sulla sua vecchiaia, può essere ripensato oggi in una luce diversa, come intuizione profondamente anticipatrice. il riconoscimento del carattere qualitativo, plurale, differenziato, ripropone dunque, anche se in termini nuovi, l’importanza di una riflessione sulla nascita e sulla morte, intese come categorie riguardanti non solo isolati cicli biologici o sociali, ma l’insieme dell’universo, la sua storia e il suo stesso destino, tanto in senso scientifico quanto dal punto di vista filosofico.
Umberto Curi è professore emerito di Storia della Filosofia presso l’Università di Padova e docente presso l’Università San Raffaele di Milano. Visiting Professor presso le Università di Los Angeles (1977) e di Boston (1984), ha tenuto lezioni e conferenze presso le Università di Barcellona, Bergen, Berlino, Buenos Aires, Cambridge (Massachussets), Cordoba, Lima, Lugano, Madrid, Oslo, Rio de Janeiro, San Paolo, Sevilla, Vancouver, Vienna. Fra le sue numerose pubblicazioni, Endiadi. Figure della duplicità e La cognizione dell’amore. Eros e filosofia (1995 e 1997), Pensare la guerra. L’Europa e il destino della politica (Bari 1999); Polemos. Filosofia come guerra e La forza dello sguardo (2000 e 2004); Filosofia del Don Giovanni (2002); Variazioni sul mito: Don Giovanni (Venezia 2005); Miti d’amore. Filosofia dell’eros (Milano 2009,tr. spagnola, Madrid 2010).
Luca Taddio si è occupato di teoria dell’immagine e di filosofia della percezione. È stato docente a contratto di Estetica a Udine e Gorizia e del Rapporto mente-corpo e intelligenza artificiale a Trieste. Dirige diverse collane (tra cui: “Volti”, “Filosofie” e “Sx”) e ha curato diversi volumi tra cui segnaliamo: P. Bozzi, Un mondo sotto osservazione (2007), W. James, Empirismo radicale (2009), E. Severino, La guerra e il mortale (2010), J. Ortega y Gasset, Meditazione sulla tecnica (2011), Quale filosofia per il Partito Democratico e la Sinistra (2011). Ha pubblicato i seguenti libri: Fenomenologia eretica (2011), L’affermazione dell’architettura (con Damiano Cantone, 2011), Global Revolution (2012), I due misteri (2012).