BEN PATTERSON
NO MORE PINK
UnimediaModern
piazza Invrea 5B - Genova
dal 27/11/2013 al 2/2/2014
BREVE STORIA DI NO MORE PINK
Questa storia è incominciata due anni fa, mentre stavo lavorando ad una installazione intitolata “Favole: tutto quello che dovete sapere da “C’era una volta” a “E vissero felici e contenti”. Come base su cui fissare i giocattoli, le maschere, il testo, ecc., che volevo usare per una “conferenza” sulle favola, avevo preparato 11 tele dipinte di rosa. Ciò spinse il mio compagno di atelier a commentare scherzosamente: “Adesso posso dire di averlo conosciuto durante il suo periodo rosa”. Questa battuta circolò velocemente fra i miei amici e io cominciai a vedere cose rosa dappertutto. Alla fine, Caterina Gualco disse: “Bene, ora devi fare una mostra rosa”. E così cominciai a cercare oggetti rosa e a indagare il più possibile su questo colore.
In pochi mesi ho letto dozzine di testi teorici sul colore rosa e raccolto centinaia di oggetti rosa. Devo dire che sono stato veramente sorpreso nello scoprire come questo colore apparentemente non aggressivo sia tanto ampiamente diffuso e sfruttato nella cultura contemporanea e come, parimenti, abbia dato origine a critiche e a proteste molto vivaci.
Un bell’esempio della protesta contro l’uso di stereotipi sul genere femminile per promozioni commerciali (Pinkification) é stata la campagna “Occupate la Casa dei Sogni di Barbie” lanciata il maggio scorso a Berlino dal gruppo “Il rosa puzza!”.
Ed ecco un altro episodio emblematico circa l’uso del colore rosa: le autorità carcerarie degli USA avevano deciso di costruire celle imbottite, colorate di rosa, pensando ad un effetto calmante sui carcerati violenti. Il programma fu velocemente dismesso quando si resero conto che tale colore è associato all’omosessualità. (Nella Germania nazista gli omosessuali erano obbligati a cucire dei triangoli rosa sui loro abiti, proprio come gli ebrei a indossare stelle gialle).
A settembre mostrai a Caterina la foto delle centinaia di oggetti rosa raccolti, e lei immediatamente disse: “Bene, il titolo della mostra può soltato essere NO MORE PINK!
-- Ben Patterson, Wiesbaden novembre 2013
NO MORE PINK
UnimediaModern
piazza Invrea 5B - Genova
dal 27/11/2013 al 2/2/2014
BREVE STORIA DI NO MORE PINK
Questa storia è incominciata due anni fa, mentre stavo lavorando ad una installazione intitolata “Favole: tutto quello che dovete sapere da “C’era una volta” a “E vissero felici e contenti”. Come base su cui fissare i giocattoli, le maschere, il testo, ecc., che volevo usare per una “conferenza” sulle favola, avevo preparato 11 tele dipinte di rosa. Ciò spinse il mio compagno di atelier a commentare scherzosamente: “Adesso posso dire di averlo conosciuto durante il suo periodo rosa”. Questa battuta circolò velocemente fra i miei amici e io cominciai a vedere cose rosa dappertutto. Alla fine, Caterina Gualco disse: “Bene, ora devi fare una mostra rosa”. E così cominciai a cercare oggetti rosa e a indagare il più possibile su questo colore.
In pochi mesi ho letto dozzine di testi teorici sul colore rosa e raccolto centinaia di oggetti rosa. Devo dire che sono stato veramente sorpreso nello scoprire come questo colore apparentemente non aggressivo sia tanto ampiamente diffuso e sfruttato nella cultura contemporanea e come, parimenti, abbia dato origine a critiche e a proteste molto vivaci.
Un bell’esempio della protesta contro l’uso di stereotipi sul genere femminile per promozioni commerciali (Pinkification) é stata la campagna “Occupate la Casa dei Sogni di Barbie” lanciata il maggio scorso a Berlino dal gruppo “Il rosa puzza!”.
Ed ecco un altro episodio emblematico circa l’uso del colore rosa: le autorità carcerarie degli USA avevano deciso di costruire celle imbottite, colorate di rosa, pensando ad un effetto calmante sui carcerati violenti. Il programma fu velocemente dismesso quando si resero conto che tale colore è associato all’omosessualità. (Nella Germania nazista gli omosessuali erano obbligati a cucire dei triangoli rosa sui loro abiti, proprio come gli ebrei a indossare stelle gialle).
A settembre mostrai a Caterina la foto delle centinaia di oggetti rosa raccolti, e lei immediatamente disse: “Bene, il titolo della mostra può soltato essere NO MORE PINK!
-- Ben Patterson, Wiesbaden novembre 2013