MARIO GABINIO E CARLO MOLLINO
Galleria in Arco
Piazza Vittorio Veneto 3 - Torino
dall’8 febbraio al 28 aprile 2012
La mostra, programmata dall’8 febbraio al 28 aprile 2012, vedrà affiancate le immagini di Carlo Mollino (Torino, 1905-1973) - celebri le sue polaroid a soggetto erotico - con gli esterni fotografici del capoluogo piemontese che Mario Gabinio (Torino, 1871-1938) realizzò dall’inizio degli anni ‘20 alla metà dei ’30. Sono immagini della città prima del grande boom industriale, legate soprattutto allo sviluppo dell’industria automobilistica. Ancora oggi alcune zone sono rimaste pressoché immutate, mentre altre sono così cambiate che viene difficile riconoscerle nell’attuale fisionomia urbana.
L’attività fotografica di Gabinio – sviluppata per assecondare la propria passione per l’alpinismo, inizia nell’ultimo decennio dell’800 ed é documentata da diversi paesaggi di montagna - focalizza gli aspetti della città e della vita nella strada, colti in ambito di ordinaria quotidianità. Di contro gli scatti di Mollino - ambientati in interni raffinati e realizzati prevalentemente negli anni ‘60 con stile ed eleganza dal versatile architetto torinese - rappresentano una realtà intima e privata che vede protagoniste le sue modelle, raffigurate in pose languide e sensuali. Sono immagini che colgono il lato privato e personale di una città che, allora come adesso, ha sempre mantenuto un aplomb riservato ed intimo. Il linguaggio fotografico di Mollino - in particolar modo nella polaroid, nel cui uso è stato un precursore – si basava su un allestimento molto accurato e teatrale, che cominciava dalla ricerca delle ragazze e dei costumi più adatti, continuando con l’ideazione artificiosa delle pose, nello studio del set e dell’illuminazione.
Pur non nascondendo questa sua attività, Mollino la praticava come una forma di culto e gratificazione al limite del voyeurismo, pertanto non destinata ad un confronto pubblico: dotato di una sensibile fantasia ne sviluppava, elaborandoli a suo piacere, gli aspetti figurativi trasferendoli in un’esperienza emotiva assai coinvolgente. A Mollino non interessava particolarmente il nudo, né tanto meno il suo lato erotico. Le sue modelle non venivano considerate “donne oggetto”, ma ispiratrici che collaboravano con lui nel dare vita a suggestioni atte a trasformare l’ostentazione sessuale, sottraendola ad un più ovvio e banale consumo istintuale. Sono presenti in mostra soprattutto polaroid ed alcune stampe vintage. E’ noto che Mollino non ha mai prodotto edizioni numerate, né tantomeno destinato alla vendita i suoi scatti, pensati originariamente per essere inseriti in pubblicazioni teoriche e illustrate, come il celebre Il messaggio della camera oscura, edito nel 1949.
In occasione della mostra la Galleria In Arco pubblica un catalogo con testo critico di Luca Beatrice
Galleria in Arco
Piazza Vittorio Veneto 3 - Torino
dall’8 febbraio al 28 aprile 2012
La mostra, programmata dall’8 febbraio al 28 aprile 2012, vedrà affiancate le immagini di Carlo Mollino (Torino, 1905-1973) - celebri le sue polaroid a soggetto erotico - con gli esterni fotografici del capoluogo piemontese che Mario Gabinio (Torino, 1871-1938) realizzò dall’inizio degli anni ‘20 alla metà dei ’30. Sono immagini della città prima del grande boom industriale, legate soprattutto allo sviluppo dell’industria automobilistica. Ancora oggi alcune zone sono rimaste pressoché immutate, mentre altre sono così cambiate che viene difficile riconoscerle nell’attuale fisionomia urbana.
L’attività fotografica di Gabinio – sviluppata per assecondare la propria passione per l’alpinismo, inizia nell’ultimo decennio dell’800 ed é documentata da diversi paesaggi di montagna - focalizza gli aspetti della città e della vita nella strada, colti in ambito di ordinaria quotidianità. Di contro gli scatti di Mollino - ambientati in interni raffinati e realizzati prevalentemente negli anni ‘60 con stile ed eleganza dal versatile architetto torinese - rappresentano una realtà intima e privata che vede protagoniste le sue modelle, raffigurate in pose languide e sensuali. Sono immagini che colgono il lato privato e personale di una città che, allora come adesso, ha sempre mantenuto un aplomb riservato ed intimo. Il linguaggio fotografico di Mollino - in particolar modo nella polaroid, nel cui uso è stato un precursore – si basava su un allestimento molto accurato e teatrale, che cominciava dalla ricerca delle ragazze e dei costumi più adatti, continuando con l’ideazione artificiosa delle pose, nello studio del set e dell’illuminazione.
Pur non nascondendo questa sua attività, Mollino la praticava come una forma di culto e gratificazione al limite del voyeurismo, pertanto non destinata ad un confronto pubblico: dotato di una sensibile fantasia ne sviluppava, elaborandoli a suo piacere, gli aspetti figurativi trasferendoli in un’esperienza emotiva assai coinvolgente. A Mollino non interessava particolarmente il nudo, né tanto meno il suo lato erotico. Le sue modelle non venivano considerate “donne oggetto”, ma ispiratrici che collaboravano con lui nel dare vita a suggestioni atte a trasformare l’ostentazione sessuale, sottraendola ad un più ovvio e banale consumo istintuale. Sono presenti in mostra soprattutto polaroid ed alcune stampe vintage. E’ noto che Mollino non ha mai prodotto edizioni numerate, né tantomeno destinato alla vendita i suoi scatti, pensati originariamente per essere inseriti in pubblicazioni teoriche e illustrate, come il celebre Il messaggio della camera oscura, edito nel 1949.
In occasione della mostra la Galleria In Arco pubblica un catalogo con testo critico di Luca Beatrice