THOMAS RUFF
J_M_S_S_Z
Galleria Lia Rumma
Via Stilicone 19 - Milano
dal 21/9/2013 al 21/10/2013
Legato da molto tempo alla galleria di Lia Rumma, che già nel 1991 presentava nel suo spazio napoletano i silenziosi ritratti di grandi dimensioni e le sue costellazioni,u (j_m_s_s_z), che testimoniano la varietà e l’ampiezza di una ricerca intrapresa alla fine degli anni Settanta alla Kunstakademie di Düsseldorf sotto la guida di Bernd e Hilla Becher.
Se agli artisti della cosiddetta Scuola di Düsseldorf la critica ha attribuito concordemente un ruolo fondamentale nell’affermazione, ormai inequivocabile, della fotografia come medium artistico, a Thomas Ruff in particolare è stata riconosciuta una costante quanto rigeneratrice intenzionalità di sperimentazione. A partire dai portraits realizzati negli anni Ottanta fino alle serie più recenti, Ruff ha trasformato la fotografia (e poi l’immagine digitale) in un campo di sperimentazione tecnica e in un luogo di indagine rigorosa sulla natura del mezzo e sui meccanismi che governano la costruzione dell’immagine. La molteplicità di tematiche affrontate, che segna l’avvicendarsi delle diverse serie, ha assecondato coerentemente tali istanze, consentendo di fatto di rispettare sia la profonda volontà analitica dell’artista che la sua spinta creativa – ogni ciclo di lavori rivela stupefacenti e inedite soluzioni visive – e spostando ogni volta più lontano i confini disciplinari, peraltro mai negati.
La mostra da Lia Rumma si articola intorno a questa significativa varietà di esiti e soluzioni, enfatizzandola sapientemente.
Ad accogliere il visitatore nella grande sala a piano terra, un mix di lavori: le fotografie della serie sterne (1989-1992) create a partire dagli scatti dell’emisfero australe realizzati con potenti telescopi dall’ESO (European Southern Observatory) che l’artista ha manipolato e ingrandito; i substrat del 2007, nei quali Ruff ha rielaborato immagini tratte da Manga e Anime giapponesi sottoponendole ad una progressiva sovrapposizione fino a farle diventare suadenti superfici astratte e tre zycles, ovvero stampe a getto d’inchiostro su tela riproducenti curve matematiche generate da programmi di modellazione tridimensionale.
L’interesse per l’astronomia, più volte manifestato dall’artista, è alla base anche dei lavori esposti al primo piano che appartengono alla recente serie ma.r.s. Per essi Ruff ha utilizzato immagini digitali del pianeta Marte scaricate dalle pagine web della NASA, trattate ingrandendo particolari e modificando il colore con violente saturazioni.
Concludono il percorso espositivo, al secondo piano, i lavori appartenenti alla serie jpeg, realizzati dal 2004, che per molti aspetti si offrono come una efficace sintesi della sua opera. Si tratta di fotografie scelte e non realizzate direttamente dall’artista, “dilatate in proporzioni imponenti, molto oltre i limiti concessi dalla propria definizione, le immagini prendono il tipico aspetto reticolato che rivela la griglia di compressione digitale sottostante; parlano insomma più della tecnologia di rappresentazione che del soggetto rappresentato” (Simone Menegoi, Thomas Ruff, MOUSSE MAGAZINE - Issue#1) .
Thomas Ruff (Zell am Harmersbach, Germania, 1958) studia fotografia dal 1977 al 1985 alla Staatlichen Kunstakademie di Düsseldorf, dove attualmente vive e lavora.
Mostre personali dedicate all’artista sono state realizzate, tra gli altri, dallo Stedelijk Museum, Amsterdam; Museum Folkwang, Essen; Museet for Samtidskunst, Oslo 2002; Tate Liverpool, 2003; Fondazione Bevilacqua La Masa 2006; Sprengel Museum, Hannover 2007; Moderna Museet, Stoccolma 2007; Kunsthalle Wien, Vienna 2009; Castello di Rivoli, Torino 2009; Centro de Arte Contemporáneo de Málaga, Malaga 2011; Haus der Kunst, Monaco 2012. Le sue opere sono ospitate nelle collezioni di numerose istituzioni museali: Hamburger Bahnhof, Berlino; The Art Institute of Chicago; Dallas Museum of Art; Hirshhorn Museum and Sculpture Garden, Washington, D.C.; The Metropolitan Museum of Art, New York; Moderna Museet, Stoccolma; National Gallery of Victoria, Melbourne; Solomon R. Guggenheim Museum, New York. In Italia le opere di Thomas Ruff sono conservate presso il MAXXI di Roma, il Castello di Rivoli e il MART di Rovereto.
Nel 2002, su invito di Lia Rumma, Ruff lavora alla serie m.d.p.n. dedicata al “tardo manifesto” dell’architettura razionalista a Napoli ovvero l’edificio del mercato ittico progettato da Luigi Cosenza tra il 1929 e il 1934, con cui l’artista ha dato seguito ai lavori dedicati all’architettura dopo le serie commissionata nel 1994 da Herzog & De Meuron e l.m.v.d.r., 1999-2001.
Nel 2006 riceve il premio Infinity Award dell’International Center of Photography di New York.
J_M_S_S_Z
Galleria Lia Rumma
Via Stilicone 19 - Milano
dal 21/9/2013 al 21/10/2013
Legato da molto tempo alla galleria di Lia Rumma, che già nel 1991 presentava nel suo spazio napoletano i silenziosi ritratti di grandi dimensioni e le sue costellazioni,u (j_m_s_s_z), che testimoniano la varietà e l’ampiezza di una ricerca intrapresa alla fine degli anni Settanta alla Kunstakademie di Düsseldorf sotto la guida di Bernd e Hilla Becher.
Se agli artisti della cosiddetta Scuola di Düsseldorf la critica ha attribuito concordemente un ruolo fondamentale nell’affermazione, ormai inequivocabile, della fotografia come medium artistico, a Thomas Ruff in particolare è stata riconosciuta una costante quanto rigeneratrice intenzionalità di sperimentazione. A partire dai portraits realizzati negli anni Ottanta fino alle serie più recenti, Ruff ha trasformato la fotografia (e poi l’immagine digitale) in un campo di sperimentazione tecnica e in un luogo di indagine rigorosa sulla natura del mezzo e sui meccanismi che governano la costruzione dell’immagine. La molteplicità di tematiche affrontate, che segna l’avvicendarsi delle diverse serie, ha assecondato coerentemente tali istanze, consentendo di fatto di rispettare sia la profonda volontà analitica dell’artista che la sua spinta creativa – ogni ciclo di lavori rivela stupefacenti e inedite soluzioni visive – e spostando ogni volta più lontano i confini disciplinari, peraltro mai negati.
La mostra da Lia Rumma si articola intorno a questa significativa varietà di esiti e soluzioni, enfatizzandola sapientemente.
Ad accogliere il visitatore nella grande sala a piano terra, un mix di lavori: le fotografie della serie sterne (1989-1992) create a partire dagli scatti dell’emisfero australe realizzati con potenti telescopi dall’ESO (European Southern Observatory) che l’artista ha manipolato e ingrandito; i substrat del 2007, nei quali Ruff ha rielaborato immagini tratte da Manga e Anime giapponesi sottoponendole ad una progressiva sovrapposizione fino a farle diventare suadenti superfici astratte e tre zycles, ovvero stampe a getto d’inchiostro su tela riproducenti curve matematiche generate da programmi di modellazione tridimensionale.
L’interesse per l’astronomia, più volte manifestato dall’artista, è alla base anche dei lavori esposti al primo piano che appartengono alla recente serie ma.r.s. Per essi Ruff ha utilizzato immagini digitali del pianeta Marte scaricate dalle pagine web della NASA, trattate ingrandendo particolari e modificando il colore con violente saturazioni.
Concludono il percorso espositivo, al secondo piano, i lavori appartenenti alla serie jpeg, realizzati dal 2004, che per molti aspetti si offrono come una efficace sintesi della sua opera. Si tratta di fotografie scelte e non realizzate direttamente dall’artista, “dilatate in proporzioni imponenti, molto oltre i limiti concessi dalla propria definizione, le immagini prendono il tipico aspetto reticolato che rivela la griglia di compressione digitale sottostante; parlano insomma più della tecnologia di rappresentazione che del soggetto rappresentato” (Simone Menegoi, Thomas Ruff, MOUSSE MAGAZINE - Issue#1) .
Thomas Ruff (Zell am Harmersbach, Germania, 1958) studia fotografia dal 1977 al 1985 alla Staatlichen Kunstakademie di Düsseldorf, dove attualmente vive e lavora.
Mostre personali dedicate all’artista sono state realizzate, tra gli altri, dallo Stedelijk Museum, Amsterdam; Museum Folkwang, Essen; Museet for Samtidskunst, Oslo 2002; Tate Liverpool, 2003; Fondazione Bevilacqua La Masa 2006; Sprengel Museum, Hannover 2007; Moderna Museet, Stoccolma 2007; Kunsthalle Wien, Vienna 2009; Castello di Rivoli, Torino 2009; Centro de Arte Contemporáneo de Málaga, Malaga 2011; Haus der Kunst, Monaco 2012. Le sue opere sono ospitate nelle collezioni di numerose istituzioni museali: Hamburger Bahnhof, Berlino; The Art Institute of Chicago; Dallas Museum of Art; Hirshhorn Museum and Sculpture Garden, Washington, D.C.; The Metropolitan Museum of Art, New York; Moderna Museet, Stoccolma; National Gallery of Victoria, Melbourne; Solomon R. Guggenheim Museum, New York. In Italia le opere di Thomas Ruff sono conservate presso il MAXXI di Roma, il Castello di Rivoli e il MART di Rovereto.
Nel 2002, su invito di Lia Rumma, Ruff lavora alla serie m.d.p.n. dedicata al “tardo manifesto” dell’architettura razionalista a Napoli ovvero l’edificio del mercato ittico progettato da Luigi Cosenza tra il 1929 e il 1934, con cui l’artista ha dato seguito ai lavori dedicati all’architettura dopo le serie commissionata nel 1994 da Herzog & De Meuron e l.m.v.d.r., 1999-2001.
Nel 2006 riceve il premio Infinity Award dell’International Center of Photography di New York.