domenica 29 settembre 2013

PINA INFERRERA: ACCENTI E PAROLE TRONCHE - GAM E RACCOLTE FRUGONE, GENOVA NERVI


PINA INFERRERA
ACCENTI E PAROLE TRONCHE
Musei di Nervi - GAM e Raccolte Frugone
via Capolungo 3, 16167 – Genova
dal 27/9/2013 al 24/11/2013

Quarta mostra della rassegna artistica Natura ConTemporanea, progettata per alcuni dei Musei di Nervi da Fortunato d’Amico e Maria Flora Giubilei e dedicata alle opere dell’artista Pina Inferrerra, siciliana di nascita e bergamasca di adozione, che, assecondando un racconto tra natura e vegetale e natura femminile, contamina con fotografie e installazioni gli spazi della Galleria d’Arte Moderna di Genova e delle Raccolte Frugone.
Paesaggi e soggetti femminili caratterizzano i contenuti del patrimonio artistico esposto in Galleria d’Arte Moderna e alle Raccolte Frugone.

Accanto al patrimonio museale, trova oggi momentaneo spazio il lavoro, a tratti drammatico e forte, di Pina Inferrera, artista donna e acuta interprete di questo difficile e contraddittorio tempo con le sue opere e le sue installazioni grondanti di luci e riflessi tra laghi e cieli di natura naturans in perenne sfida con l’uomo in latitudini diverse, tra Italia ed Europa.
Da oltre trent’anni la poetica di Pina Inferrera è salita sul ferry boat e ha attraversato il guado dello Stretto, portandosi dietro di sé le immagini e i linguaggi della sua terra. Patrimonio culturale che gli è servito per conoscere e confrontarsi con altri dialetti, concepiti da prospettive ambientali distinte dalla propria.
Naturalizzata bergamasca dopo gli studi compiuti presso l’Accademia di Brera, Pina Inferrera si è incamminata sulle green roads mitteleuropee, spaziando tra selve austriache per cercare di recuperare la Rerum Natura immaginata e confrontarla con l’imprinting dell’ iniziale visione mediterranea.
In questa dualità, costituita da energie, emozioni, forme, colori, profumi, è da leggere la drammaturgia degli scatti fotografici, che individuando con attenzione oggetti-soggetti, punti di vista, che si intrecciano per comporre il fondale della rappresentazione emozionale.

L’obiettivo di Inferrera va oltre e chiude inevitabilmente sulla donna e lei stessa diviene protagonista "violata" di molte installazioni retroilluminate con autoritratti immersi in grembi di vegetazione, chioma dentro chiome.
L’artista smaschera dunque, e senza possibilità d’appello, la condizione femminile e la cornice patinata in cui spesso viene confinata, dagli inflessibili dettami delle costrizioni di moda – riassunti nelle "lame" degli smaglianti triangoli di plexiglas turchese - alle violenze da sempre subite.