LE AVANGUARDIE PARIGINE
FIN-DE-SIÈCLE
Signac, Bonnard, Redon e i loro contemporanei
a cura di Vivien Greene
Peggy Guggenheim Collection
Palazzo Venier dei Leoni
701 Dorsoduro - Venezia
Con un centinaio di opere tra dipinti, disegni, stampe e lavori su carta, la mostra Le avanguardie parigine fin de siècle: Signac, Bonnard, Redon e i loro contemporanei, a cura di Vivien Greene, Curator of 19th- and Early 20th-Cenutry Art al Guggenheim Museum di New York, prende in analisi la scena artistica parigina, focalizzandosi sulle maggiori avanguardie francesi di fine ‘800, in particolar modo su neo-impressionisti, Nabis, simbolisti e i loro protagonisti.
La Parigi fin de siècle fa da scenario a sconvolgimenti politici e forti trasformazioni culturali. Riflettendo le molte sfaccettature di un’epoca ansiosa e inquieta, questo periodo vede la formazione di una serie di nuovi movimenti artistici, quali neo-impressionisti, Nabis e simbolisti. I soggetti della loro arte sono gli stessi dei loro predecessori impressionisti, paesaggi, vedute cittadine moderne, attività ricreative, a cui si aggiungono scene introspettive e visioni fantastiche, ma è la modalità con cui questi temi vengono trattati a cambiare. Indagando tali avanguardie la mostra si sofferma in particolar modo su alcuni dei maggiori protagonisti di quest’epoca: Paul Signac, Maximilien Luce, Maurice Denis, Pierre Bonnard, Félix Vallotton e Odilon Redon.
I neoimpressionisti nascono come gruppo a Parigi nel 1886, e tra i maggiori esponenti spiccano i nomi di Henri-Edmond Cross, Maximilien Luce, George Seurat, Paul Signac a cui si affianca, per alcuni anni, l'ex-impressionista Camille Pissarro. Sono pittori innovativi che guardano alle teorie scientifiche sul colore e sulla percezione per creare effetti ottici nelle loro tele puntiniste, orchestrando i colori complementari e le forme fluide in composizioni unitarie. Le scene utopiche delle loro tele rispecchiano contenuti ideologici e teorie pittoriche, ma anche nei casi in cui non sono guidati da obiettivi prettamente politici, le loro interpretazioni luminose della città, dei sobborghi, della campagna, riflettono luoghi idealizzati di armonia.
I Nabis, dalla parola ebraica "profeti", sono un gruppo che ricorda una setta o una società religiosa, in quanto a formazione e filosofia fondante, secondo la quale l'arte è un mezzo per superare la materia verso una dimensione numinosa. La loro arte è influenzata dal Sintetismo di Paul Gauguin e dalle stampe giapponesi. I Nabis rinunciano al cavalletto e impiegano varie tecniche, dalle stampe alle illustrazioni per riviste. Si tratta di un gruppo eterogeneo che comprende artisti del calibro di Pierre Bonnard e Édouard Vuillard.
Il Simbolismo è un movimento che supera i confini nazionali, con una notevole varietà di stili. L'arte simbolista abbraccia le narrazioni mitiche, l'immaginario suggestivo, il mondo macabro degli incubi, abbandonando il mondo dei fatti per il fantastico, l'esteriorità per il tumulto dei paesaggi psicologici, il materiale per lo spirituale, il concreto per l'etereo. Tra gli artisti francesi che lavorano con varie tecniche, dalla pittura alla decorazione, alle incisioni, si annoverano Maurice Denis, Georges Lacombe, Paul Ranson, Charles Filiger e Odilon Redon.
Immagine: Theo Van Rysselberghe, Le Moulin du Kalf à Knokke (Moulin en Flandre) (Il mulino del Kalf a Knokke [Mulino nelle Fiandre]), 1894, olio su tela, 80 x 70 cm, collezione privata
Signac, Bonnard, Redon e i loro contemporanei
a cura di Vivien Greene
Peggy Guggenheim Collection
Palazzo Venier dei Leoni
701 Dorsoduro - Venezia
Con un centinaio di opere tra dipinti, disegni, stampe e lavori su carta, la mostra Le avanguardie parigine fin de siècle: Signac, Bonnard, Redon e i loro contemporanei, a cura di Vivien Greene, Curator of 19th- and Early 20th-Cenutry Art al Guggenheim Museum di New York, prende in analisi la scena artistica parigina, focalizzandosi sulle maggiori avanguardie francesi di fine ‘800, in particolar modo su neo-impressionisti, Nabis, simbolisti e i loro protagonisti.
La Parigi fin de siècle fa da scenario a sconvolgimenti politici e forti trasformazioni culturali. Riflettendo le molte sfaccettature di un’epoca ansiosa e inquieta, questo periodo vede la formazione di una serie di nuovi movimenti artistici, quali neo-impressionisti, Nabis e simbolisti. I soggetti della loro arte sono gli stessi dei loro predecessori impressionisti, paesaggi, vedute cittadine moderne, attività ricreative, a cui si aggiungono scene introspettive e visioni fantastiche, ma è la modalità con cui questi temi vengono trattati a cambiare. Indagando tali avanguardie la mostra si sofferma in particolar modo su alcuni dei maggiori protagonisti di quest’epoca: Paul Signac, Maximilien Luce, Maurice Denis, Pierre Bonnard, Félix Vallotton e Odilon Redon.
I neoimpressionisti nascono come gruppo a Parigi nel 1886, e tra i maggiori esponenti spiccano i nomi di Henri-Edmond Cross, Maximilien Luce, George Seurat, Paul Signac a cui si affianca, per alcuni anni, l'ex-impressionista Camille Pissarro. Sono pittori innovativi che guardano alle teorie scientifiche sul colore e sulla percezione per creare effetti ottici nelle loro tele puntiniste, orchestrando i colori complementari e le forme fluide in composizioni unitarie. Le scene utopiche delle loro tele rispecchiano contenuti ideologici e teorie pittoriche, ma anche nei casi in cui non sono guidati da obiettivi prettamente politici, le loro interpretazioni luminose della città, dei sobborghi, della campagna, riflettono luoghi idealizzati di armonia.
I Nabis, dalla parola ebraica "profeti", sono un gruppo che ricorda una setta o una società religiosa, in quanto a formazione e filosofia fondante, secondo la quale l'arte è un mezzo per superare la materia verso una dimensione numinosa. La loro arte è influenzata dal Sintetismo di Paul Gauguin e dalle stampe giapponesi. I Nabis rinunciano al cavalletto e impiegano varie tecniche, dalle stampe alle illustrazioni per riviste. Si tratta di un gruppo eterogeneo che comprende artisti del calibro di Pierre Bonnard e Édouard Vuillard.
Il Simbolismo è un movimento che supera i confini nazionali, con una notevole varietà di stili. L'arte simbolista abbraccia le narrazioni mitiche, l'immaginario suggestivo, il mondo macabro degli incubi, abbandonando il mondo dei fatti per il fantastico, l'esteriorità per il tumulto dei paesaggi psicologici, il materiale per lo spirituale, il concreto per l'etereo. Tra gli artisti francesi che lavorano con varie tecniche, dalla pittura alla decorazione, alle incisioni, si annoverano Maurice Denis, Georges Lacombe, Paul Ranson, Charles Filiger e Odilon Redon.
Immagine: Theo Van Rysselberghe, Le Moulin du Kalf à Knokke (Moulin en Flandre) (Il mulino del Kalf a Knokke [Mulino nelle Fiandre]), 1894, olio su tela, 80 x 70 cm, collezione privata