MARIO DIACONO
KA
Da Kounellis ad Acconci
arte materia concetto 1960-1975
Postmedia Books, 2013
Da Kounellis ad Acconci segue da vicino il flusso di ridefinizioni del territorio e del senso dell'arte che ha caratterizzato gli anni Sessanta in Italia e negli Stati Uniti. Non è una lettura a posteriori, fatta con occhio storico, ma l'adesione contemporanea, intensa e reattiva, a opere nuove nel momento in cui esse venivano prodotte da artisti la cui visione e sensibilità, aggressivamente contestatarie del già-accaduto, del già fatto e approvato, trovavano una immediata risonanza nell'autore. Nella necessaria parzialità di questo percorso, i "movimenti" vi appaiono solo nel procinto di nascere o di abortire. Gli scritti raccolti nel libro apparvero in riviste di cui spesso uscirono solo pochi numeri, in cataloghi di mostre, in libri pubblicati in edizione limitata.
Sandro Penna è stato anche il primo "mercante d'arte" con cui ho fatto amicizia, anche se a quell'epoca l'aspetto mercantile dell'arte m'interessava meno di zero. (Credo che la prima volta che mi balenò l'idea che fare il mercante d'arte potesse essere un'attività intellettuale avanzata fu durante la visione del film di Vincent Minnelli su Van Gogh, "Lust for Life". Il Theo Van Gogh di quel film fu il primo art dealer con cui mi sia mai identificato.) Penna faceva il mercante d'arte privato. Comprava a poco ma soprattutto si faceva regalare dagli amici pittori o scultori (quelli che ricercava di più erano De Chirico e Campigli) quadri e disegni che poi vendeva ad amici e conoscenti. Col mio primo stipendio d'insegnante comprai da Sandro Penna, nel 1957, un disegno di Sironi: 18 mila lire.
Mario Diacono intervistato da Laura Cherubini
KA
Da Kounellis ad Acconci
arte materia concetto 1960-1975
Postmedia Books, 2013
Da Kounellis ad Acconci segue da vicino il flusso di ridefinizioni del territorio e del senso dell'arte che ha caratterizzato gli anni Sessanta in Italia e negli Stati Uniti. Non è una lettura a posteriori, fatta con occhio storico, ma l'adesione contemporanea, intensa e reattiva, a opere nuove nel momento in cui esse venivano prodotte da artisti la cui visione e sensibilità, aggressivamente contestatarie del già-accaduto, del già fatto e approvato, trovavano una immediata risonanza nell'autore. Nella necessaria parzialità di questo percorso, i "movimenti" vi appaiono solo nel procinto di nascere o di abortire. Gli scritti raccolti nel libro apparvero in riviste di cui spesso uscirono solo pochi numeri, in cataloghi di mostre, in libri pubblicati in edizione limitata.
Sandro Penna è stato anche il primo "mercante d'arte" con cui ho fatto amicizia, anche se a quell'epoca l'aspetto mercantile dell'arte m'interessava meno di zero. (Credo che la prima volta che mi balenò l'idea che fare il mercante d'arte potesse essere un'attività intellettuale avanzata fu durante la visione del film di Vincent Minnelli su Van Gogh, "Lust for Life". Il Theo Van Gogh di quel film fu il primo art dealer con cui mi sia mai identificato.) Penna faceva il mercante d'arte privato. Comprava a poco ma soprattutto si faceva regalare dagli amici pittori o scultori (quelli che ricercava di più erano De Chirico e Campigli) quadri e disegni che poi vendeva ad amici e conoscenti. Col mio primo stipendio d'insegnante comprai da Sandro Penna, nel 1957, un disegno di Sironi: 18 mila lire.
Mario Diacono intervistato da Laura Cherubini