domenica 11 marzo 2012

MARLENE DUMAS - FONDAZIONE STELLINE, MILANO



MARLENE DUMAS
a cura di Giorgio Verzotti
Fondazione Stelline
corso Magenta 61 - Milano
dal 12/3/2012 al 17/6/2012

Sarà una primavera nel segno dell’arte di Marlene Dumas, la grande artista – nata in Sudafrica e olandese di adozione – che per la sua personale milanese, in programma alla Fondazione Stelline dal 13 marzo al 17 giugno 2012, presenta in anteprima quindici dipinti nuovi e inediti, cui si affiancano sette opere provenienti dalla sua recente mostra londinese “Forsaken”, e quindici tra disegni e acquarelli storici.
Marlene Dumas è stata una tra le figure più rilevanti delle ricerche espressive sorte a partire dagli anni Ottanta, quelle che universalmente hanno segnato il ritorno agli strumenti della pittura figurativa, e nella maggior parte dei casi ad un ruolo piuttosto tradizionale dell’artista e dell’arte in generale.
Il percorso espositivo milanese delinea i temi cari a Marlene Dumas: la crocifissione, le persone famose ma legate a vicende drammatiche, quelle “people in extreme suffering” che ritraggono l’umanità di cui la sua pittura si interessa.

Tra i quindici nuovi lavori proposti, tre sono legati alla storia del luogo stesso che ospita l’esposizione, l’ex-collegio delle giovani orfane, “le Stelline”, in Corso Magenta 61, raccontata attraverso una visione della loro situazione, tra sorte e accoglienza.
Marlene Dumas ha tratto dall’archivio fotografico tre immagini risalenti agli inizi del Novecento per idearne altrettanti dipinti.
Nel primo, si vede una classe di ragazzine riunita intorno alla loro insegnante: vestite coi grembiuli chiari, sedute o in piedi, attorniano la maestra in abito scuro e guardano l’obiettivo della macchina fotografica in attesa, probabilmente, dell’annuale fotografia della classe.
Gli altri ritraggono due bambine con la divisa con la quale usavano uscire all’esterno nelle loro visite ufficiali, per esempio per accompagnare un funerale, o anche per le loro passeggiate.

Fulcro della sua poetica si conferma l’attenzione costante per la dialettica tra l’elemento fisico e quello metafisico. Benché la maggior parte dei suoi “modelli” siano icone, o frammenti residui, della cultura cristiana, il crocefisso e la Pietà non sono soltanto simboli religiosi ma segni universali in cui la fede si unisce al dramma e l’amore interagisce con il dolore. L’immagine di Cristo “abbandonato” sulla croce - Forsaken, come il titolo della mostra inglese - è scelto dall’artista per il senso di sconforto e smarrimento che si prova davanti all’estrema possibilità dell’abbandono.
La fine tragica accumuna le persone, anche quelle famose; come Amy Winehouse, qui ripresa in due piccoli ritratti che la vedono di tre quarti, in un primo piano ravvicinato, con un segno delicato che ne definisce precisamente i lineamenti, gli occhi pesantemente truccati, il naso, le labbra.
O come Pier Paolo Pasolini - cui Marlene Dumas aveva già dedicato Pasolini Series, disegni a matita e acquerello che ritraggono il suo volto con tratti molto marcati - e le donne legate alla vicenda umana e professionale del poeta di Casarsa; da Mamma Roma, interpretata da Anna Magnani, col suo grido di vita, alla madre stessa dello scrittore.

A questo ricco percorso Marlene Dumas è giunta attraverso un incontro con Milano e con le opere della sua storia dell’arte. In mostra si sente l’eco e il rimando dei crocefissi lignei del Museo del Castello Sforzesco e delle Madonne che, secondo l’iconografia medievale, offrono il proprio Figlio, e un singolare omaggio alla Pietà Rondanini di Michelangelo, vista come emblema di questo legame con la città.
L’esposizione, curata da Giorgio Verzotti, nasce da un progetto ideato da Camillo Fornasieri, Alessandra Klimciuk, Jolie van Leeuwen, Pasquale Leccese ed è promossa e organizzata dalla Fondazione Stelline, con il patrocinio della Regione Lombardia, del Comune di Milano, della Provincia di Milano e la significativa collaborazione e supporto del Regno dei Paesi Bassi e del Mondriaan Fund, Amsterdam.
La rassegna è arricchita dalla proiezione del film “Miss Interpreted (Marlene Dumas)” (1997, 63’, MM productions, Amsterdam), realizzato e diretto da Rudolf Evenhuis e Joost Verhey, in una versione postprodotta in italiano appositamente per la mostra.