BEWARE OF THE HOLY WHORE
Edvard Munch, Lene Berg e il dilemma dell’emancipazione
a cura di Marta Kuzma, Angela Vettese e Pablo Lafuente
Fondazione Bevilacqua La Masa
piazza San Marco 71/c - Venezia
dal 28/5/2013 al 22/9/2013
“Attenzione alla puttana santa: Edvard Munch, Lene Berg e il dilemma dell’emancipazione” è un progetto organizzato dall’Office for Contemporary Art Norway e dalla Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, come contributo ufficiale della Norvegia alla 55. Esposizione Internazionale d’Arte, la Biennale di Venezia. La mostra, che comprende una serie di lavori poco noti di Edvard Munch e un film recentemente commissionato all’artista norvegese Lene Berg, è focalizzata sull’idea di emancipazione come prospettiva eternamente contraddittoria, sospesa tra il regno della libertà e le conseguenze di quell’isolamento che spesso accompagna la ricerca di una vita alternativamente e qualitativamente diversa. Nel Saggio sulla Liberazione, Herbert Marcuse sottolinea come la lotta per una “nuova sensibilità” implichi un riscatto psichedelico e narcotico sia dalla razionalità del sistema dominante, sia dalla logica che tenta di cambiare quel sistema. Questa nuova sensibilità, a metà strada tra l’ordine costituito e la vera liberazione, può condurre a una trasformazione radicale, e qui l’arte può assumere un ruolo di stimolo e di rinascita.
L’impulso a operare ai margini – al di fuori del sistema dato, cercando di fare breccia all’interno per ridefinire il contesto – è una delle principali forze propulsive nella storia dell’arte, nonché uno degli elementi chiave della mostra “Attenzione alla puttana santa: Edvard Munch, Lene Berg e il dilemma dell’emancipazione”. La mostra, curata da Marta Kuzma, Direttrice, Office for Contemporary Art Norway, Angela Vettese, Presidente, Fondazione Bevilacqua La Masa e Pablo Lafuente, Curatore associato, Office for Contemporary Art Norway, porterà in una costellazione lavori poco noti e in alcuni casi inediti della collezione del Museo Munch di Oslo e il nuovo film di Lene Berg, Ung Løs Gris (Sporco Giovane Cattivo, 2013), con l’obiettivo di esplorare la relazione tra l’arte, il contesto sociale nel quale questa si inserisce, il cambiamento delle relazioni tra i generi, sia nell’epoca in cui visse Munch che nella nostra.
All’inizio del ventesimo secolo, i costumi sessuali e i tradizionali ruoli di genere furono rivoluzionati dalle nuove teorie psicologiche relative al sesso e alla politica, nonché dalla lotta per l’uguaglianza delle donne. Stimolato da questi mutamenti, Munch affrontò l’alienazione che caratterizzava il gruppo dei bohèmien di Cristiania (il nome della città di Oslo al tempo), che era sospeso tra due possibilità contrapposte: assimilare i valori condivisi, o andare al di là di essi per definire un nuovo contesto per la percezione. L’enfasi con cui Munch trattò questi temi dal 1902 al 1908, prima delricovero in un istituto psichiatrico, evoca angoscia e ambiguità interiore. Munch ha descritto quel periodo come “un’eterna guerra civile”, al termine del quale il suo lavoro fu caratterizzato da una maggiore distanza dai soggetti trattati, con caricature in cui è presente una critica ironica a una società sempre più capitalistica e permissiva. In Studi Sociali: Causa ed Effetto (1910), Munch operò una riflessione anche sullo stato della produzione artistica e sulla sua ricezione, attraverso i patrocinatori, il mercato, la critica e l’opinione pubblica, aprendo nuove dimensioni nella sua opera e passando da una prospettiva psicologica a una storica e sociale.
Questi temi sono risonanti nel film di Lene Berg, che si concentra su tre personaggi stereotipati, a cui vengono poste domande sui loro ruoli di vittime o carnefici in una situazione complessa. Il film analizza l’interpretazione del comportamento umano sulla base dei pregiudizi e delle regole dominanti. Come la mostra nel suo complesso, il film presenta la decostruzione di una scena originale, la quale funziona da catalizzatore per la riconsiderazione delle politiche di liberazione, del conflitto di genere e del conflitto interiore: ovvero il dilemma dell’emancipazione.
Altri eventi
‘Una discussione con Peter Watkins e una proiezione di Edvard Munch (1973)’
Watkins considera Edvard Munch il film che più lo denota. L’opera drammatizza tre decenni della vita dell’artista in forma di documentario a carattere storico, esprimendo la visione soggettiva di Munch riguardo a eventi familiari tragici, le difficoltà nei suoi primi rapporti sessuali, e la resistenza oppostagli da parte delle forze reazionarie di Cristiania in seguito alla sua frequentazione dei circoli bohèmien nella metà degli anni ottanta dell’ottocento. Il film si concentra sulle reazioni personali di Munch a questi avvenimenti, avvolgendoli nella realtà storico-sociale dell’epoca, per mostrare come influirono in maniera diretta sullo sviluppo del suo stile come pittore.
Accanto al suo lavoro come filmmaker, Peter Watkins per oltre quarant’anni ha analizzato e contestato l’incremento ampiamente accettato di una forma standardizzata della narrativa e dell’immagine dettata dal cinema hollywoodiano all’interno di tutte le modalità audiovisive contemporanee di comunicazione, che includono anche le moderne tecnologie di internet. Spesso si fa riferimento a Edvard Munch come ad un artista ‘moderno’, però – Watkins pone la domanda – come è possibile definire il ‘modernismo’ in senso più ampio, rispetto a un mondo che idolatra forme audiovisive manipolative che favoriscono il consumismo di massa, la passività politica, e il crescente disastro ambientale?
Immagine: Edvard Munch, Samfundslære, årsak og virkning (Social Studies, Cause and Effect), Caricature: Lithographic crayon on paper, 1910. © Munch Museum / BONO 2012. Courtesy Munch Museum, Oslo
Edvard Munch, Lene Berg e il dilemma dell’emancipazione
a cura di Marta Kuzma, Angela Vettese e Pablo Lafuente
Fondazione Bevilacqua La Masa
piazza San Marco 71/c - Venezia
dal 28/5/2013 al 22/9/2013
“Attenzione alla puttana santa: Edvard Munch, Lene Berg e il dilemma dell’emancipazione” è un progetto organizzato dall’Office for Contemporary Art Norway e dalla Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, come contributo ufficiale della Norvegia alla 55. Esposizione Internazionale d’Arte, la Biennale di Venezia. La mostra, che comprende una serie di lavori poco noti di Edvard Munch e un film recentemente commissionato all’artista norvegese Lene Berg, è focalizzata sull’idea di emancipazione come prospettiva eternamente contraddittoria, sospesa tra il regno della libertà e le conseguenze di quell’isolamento che spesso accompagna la ricerca di una vita alternativamente e qualitativamente diversa. Nel Saggio sulla Liberazione, Herbert Marcuse sottolinea come la lotta per una “nuova sensibilità” implichi un riscatto psichedelico e narcotico sia dalla razionalità del sistema dominante, sia dalla logica che tenta di cambiare quel sistema. Questa nuova sensibilità, a metà strada tra l’ordine costituito e la vera liberazione, può condurre a una trasformazione radicale, e qui l’arte può assumere un ruolo di stimolo e di rinascita.
L’impulso a operare ai margini – al di fuori del sistema dato, cercando di fare breccia all’interno per ridefinire il contesto – è una delle principali forze propulsive nella storia dell’arte, nonché uno degli elementi chiave della mostra “Attenzione alla puttana santa: Edvard Munch, Lene Berg e il dilemma dell’emancipazione”. La mostra, curata da Marta Kuzma, Direttrice, Office for Contemporary Art Norway, Angela Vettese, Presidente, Fondazione Bevilacqua La Masa e Pablo Lafuente, Curatore associato, Office for Contemporary Art Norway, porterà in una costellazione lavori poco noti e in alcuni casi inediti della collezione del Museo Munch di Oslo e il nuovo film di Lene Berg, Ung Løs Gris (Sporco Giovane Cattivo, 2013), con l’obiettivo di esplorare la relazione tra l’arte, il contesto sociale nel quale questa si inserisce, il cambiamento delle relazioni tra i generi, sia nell’epoca in cui visse Munch che nella nostra.
All’inizio del ventesimo secolo, i costumi sessuali e i tradizionali ruoli di genere furono rivoluzionati dalle nuove teorie psicologiche relative al sesso e alla politica, nonché dalla lotta per l’uguaglianza delle donne. Stimolato da questi mutamenti, Munch affrontò l’alienazione che caratterizzava il gruppo dei bohèmien di Cristiania (il nome della città di Oslo al tempo), che era sospeso tra due possibilità contrapposte: assimilare i valori condivisi, o andare al di là di essi per definire un nuovo contesto per la percezione. L’enfasi con cui Munch trattò questi temi dal 1902 al 1908, prima delricovero in un istituto psichiatrico, evoca angoscia e ambiguità interiore. Munch ha descritto quel periodo come “un’eterna guerra civile”, al termine del quale il suo lavoro fu caratterizzato da una maggiore distanza dai soggetti trattati, con caricature in cui è presente una critica ironica a una società sempre più capitalistica e permissiva. In Studi Sociali: Causa ed Effetto (1910), Munch operò una riflessione anche sullo stato della produzione artistica e sulla sua ricezione, attraverso i patrocinatori, il mercato, la critica e l’opinione pubblica, aprendo nuove dimensioni nella sua opera e passando da una prospettiva psicologica a una storica e sociale.
Questi temi sono risonanti nel film di Lene Berg, che si concentra su tre personaggi stereotipati, a cui vengono poste domande sui loro ruoli di vittime o carnefici in una situazione complessa. Il film analizza l’interpretazione del comportamento umano sulla base dei pregiudizi e delle regole dominanti. Come la mostra nel suo complesso, il film presenta la decostruzione di una scena originale, la quale funziona da catalizzatore per la riconsiderazione delle politiche di liberazione, del conflitto di genere e del conflitto interiore: ovvero il dilemma dell’emancipazione.
Altri eventi
‘Una discussione con Peter Watkins e una proiezione di Edvard Munch (1973)’
Watkins considera Edvard Munch il film che più lo denota. L’opera drammatizza tre decenni della vita dell’artista in forma di documentario a carattere storico, esprimendo la visione soggettiva di Munch riguardo a eventi familiari tragici, le difficoltà nei suoi primi rapporti sessuali, e la resistenza oppostagli da parte delle forze reazionarie di Cristiania in seguito alla sua frequentazione dei circoli bohèmien nella metà degli anni ottanta dell’ottocento. Il film si concentra sulle reazioni personali di Munch a questi avvenimenti, avvolgendoli nella realtà storico-sociale dell’epoca, per mostrare come influirono in maniera diretta sullo sviluppo del suo stile come pittore.
Accanto al suo lavoro come filmmaker, Peter Watkins per oltre quarant’anni ha analizzato e contestato l’incremento ampiamente accettato di una forma standardizzata della narrativa e dell’immagine dettata dal cinema hollywoodiano all’interno di tutte le modalità audiovisive contemporanee di comunicazione, che includono anche le moderne tecnologie di internet. Spesso si fa riferimento a Edvard Munch come ad un artista ‘moderno’, però – Watkins pone la domanda – come è possibile definire il ‘modernismo’ in senso più ampio, rispetto a un mondo che idolatra forme audiovisive manipolative che favoriscono il consumismo di massa, la passività politica, e il crescente disastro ambientale?
Immagine: Edvard Munch, Samfundslære, årsak og virkning (Social Studies, Cause and Effect), Caricature: Lithographic crayon on paper, 1910. © Munch Museum / BONO 2012. Courtesy Munch Museum, Oslo