domenica 30 giugno 2013

JOEL PETER WITKIN - PAN, NAPOLI


JOEL PETER WITKIN
a cura di Baudoin Lebon
PAN | Palazzo delle Arti Napoli via dei Mille 60 - Napoli
dal 27/6/2013 al 20/10/2013

La Fratelli Alinari Fondazione per la Storia della Fotografia, in collaborazione con la Galleria Baudoin Lebon di Parigi, presenta al PAN | Palazzo delle Arti di Napoli giovedì 27 giugno alle ore 19.00 l’opera fotografica unica e provocatoria di Joel-Peter Witkin (New York, 1939).

In mostra una selezione dei lavori del fotografo americano, noto per le sue immagini enigmatiche in cui la gloria del corpo umano si confonde con la miseria e la ricerca spirituale con l’inquietudine religiosa. Nel suo lavoro Witkin applica la metodologia compositiva tipica del pittore, rivisitando i temi della mitologia occidentale, i capolavori della tradizione artistica europea e la rappresentazione canonica del corpo umano. Le sue opere sono dense di citazioni formali in cui mescola insieme i grandi nomi della storia della fotografia, come Muybridge, Rejlander e HollandDay, con la scultura greca e romana, l’arte barocca, neoclassica e moderna. Il lavoro di Witkin è dominato dal tema della rappresentazione della nudità, i suoi legami con l’erotismo, la sofferenza e il piacere, ma anche con il deterioramento e la morte.
Il percorso espositivo composto da 55 opere, offre l’occasione di apprezzare l’aspetto creativo e interpretativo di Witkin. Nella sua sperimentazione fotografica, ogni opera è il risultato di una lunga e complessa elaborazione formale che riguarda sia i soggetti ritratti che il processo di stampa. Le fotografie sono frutto di una serie di passaggi manuali in cui Witkin sperimenta le tecniche più diverse dal graffio allo strappo dei negativi, dall’utilizzo di filtri a varie tipologie di ostacoli posti tra il supporto e l'ingranditore. Le sue composizioni sono ampiamente studiate e create con la massima cura per i dettagli. Le scene sono ricche di rimandi, più o meno espliciti, ai grandi maestri dell’arte da Velasquez a Manet. Witkin affronta le stesse problematiche plastiche e gli stessi ambiti iconografici di questi capolavori, ritraendo e celebrando in atmosfere sublimi i corpi di soggetti ritenuti storicamente non rappresentabili come nani e storpi, androgini ed ermafroditi.