ALICE MARINONI
E VOLEVA LE ALI AI PIEDI
Galleria Mosaico
Via Emilio Bossi 32 - Chiasso
07/01/2016 - 06/02/2016
La Galleria Mosaico è particolarmente lieta di invitarvi all’inaugurazione di questa mostra di Alice che riprende in parte, con varianti e aggiunte, l’importante personale tenutasi due anni fa al ContemporArt Ospitale d’Arte di Villa Piaggio, Genova, a cura di Marco Ercolani.
Il suggestivo titolo deriva da un rito, da un’ossessione quotidiana che Alice Marinoni ripete ogni mattina: appena alzata, raccoglie diverse sue paia di scarpe, le porta nei diversi locali della casa di Obino, da un piano all’altro, per poi riporle nella sua camera, da dove le aveva prese. Lo stesso fa con i suoi capi d’abbigliamento.
Cosa significhi questo rituale è difficile dire.
Da questa ossessione comunque nascono disegni colorati, dipinti perlopiù su carta, che rappresentano scarpe di ogni tipo, dall’infradito allo stivale; e capi di biancheria, anch’essi colorati, a fiorellini, graziosi e allegri.
È il modo che Alice, sorda profonda fin dalla nascita e quindi incapace anche di parlare, ha scelto per comunicare, stimolata dalla costante, attenta presenza della madre, la pittrice Mirella Marini, cui si deve il miracolo di aver fatto uscire cosi la figlia dal suo isolato silenzio e di averle permesso di rivelare le sue straordinarie doti.
Art brut, certo, immediata ed espressiva, senza mediazioni culturali, suggerimenti, dipendenze … Che Alice pratica gioiosamente e con passione ormai da una trentina d’anni.
E VOLEVA LE ALI AI PIEDI
Galleria Mosaico
Via Emilio Bossi 32 - Chiasso
07/01/2016 - 06/02/2016
La Galleria Mosaico è particolarmente lieta di invitarvi all’inaugurazione di questa mostra di Alice che riprende in parte, con varianti e aggiunte, l’importante personale tenutasi due anni fa al ContemporArt Ospitale d’Arte di Villa Piaggio, Genova, a cura di Marco Ercolani.
Il suggestivo titolo deriva da un rito, da un’ossessione quotidiana che Alice Marinoni ripete ogni mattina: appena alzata, raccoglie diverse sue paia di scarpe, le porta nei diversi locali della casa di Obino, da un piano all’altro, per poi riporle nella sua camera, da dove le aveva prese. Lo stesso fa con i suoi capi d’abbigliamento.
Cosa significhi questo rituale è difficile dire.
Da questa ossessione comunque nascono disegni colorati, dipinti perlopiù su carta, che rappresentano scarpe di ogni tipo, dall’infradito allo stivale; e capi di biancheria, anch’essi colorati, a fiorellini, graziosi e allegri.
È il modo che Alice, sorda profonda fin dalla nascita e quindi incapace anche di parlare, ha scelto per comunicare, stimolata dalla costante, attenta presenza della madre, la pittrice Mirella Marini, cui si deve il miracolo di aver fatto uscire cosi la figlia dal suo isolato silenzio e di averle permesso di rivelare le sue straordinarie doti.
Art brut, certo, immediata ed espressiva, senza mediazioni culturali, suggerimenti, dipendenze … Che Alice pratica gioiosamente e con passione ormai da una trentina d’anni.