SALA DI CONVERSAZIONE
Museo d'arte contemporanea di Villa Croce
via Jacopo Ruffini 3 - Genova
giovedì 13 dicembre 2012, ore 11,30
In uno spazio adiacente alle sale espositive del piano nobile Villa Croce in collaborazione con COOP Liguria, inaugura un modello innovativo e autogestito di spazio-caffetteria. La SALA di CONVERSAZIONE, è uno spazio ibrido, accogliente e ironico nato per offrire al pubblico un luogo in cui fermarsi, parlare, scambiare opinioni sulle mostre, oltre a poter sfogliare, bevendo un caffè, cataloghi e riviste legati al programma espositivo del museo. Questo spazio nasce dall’incontro tra due installazioni, una storica e la seconda creata in risposta agli spazi del museo. Nel 50simo anniversario della nascita del movimento FLUXUS, il grande e coloratissimo wall-drawing dell’artista francese Ben Vautier, FLUXUS cannot save the world, realizzato a spray su muro per la mostra “The Fluxus constellation” del 2002, e riportato recentemente alla luce incontra una grande installazione ambientale allestimento_11VC concepita e realizzata dal collettivo Nom de Plume. Sedie bianche di plastica, quelle che popolano i dehors dei bar italiani si intrecciano sospese sopra al visitatore riempiendo lo spazio espositivo e ribaltando per un attimo il punto di vista dello spettatore che sembra non sapere più se sedersi o perdersi in sogni ad occhi aperti. Questo gioco tra esterno ed interno, tra funzione e decorazione, tra sopra e sotto, sembra strizzare l’occhio al connubio tra arte e vita, predicato a partire dagli anni ’70 dai membri di Fluxus in generale e dai lavori di Ben Vautier, in particolare.
In those days Ben Vautier came to genova and said _ some say Fluxus is nothing turned into something _ some say the Fluxus problem is how to stop talking about Fluxus _ some say Fluxus is dead archeology for sale _ some say if Fluxus is about the importance of no-importance why bother? Some say the best piece in this room is looking out of the window _ some say ”I am more Fluxus then you” _ some say that the cat Neron sitting on the steps is the best Fluxus artist_ some say fluxus ia a mistake that works some say Fluxus does not exist_ some say Fluxus is everywhere.*
*(In quei giorni Ben Vautier venne a genova e disse _alcuni dicono che Fluxus è un nulla trasformato in qualcosa _ alcuni dicono che il problema Fluxus è smettere di parlare di Fluxus_ alcuni dicono che Fluxus è archeologia morta messa in vendita_alcuni dicono che se Fluxus si concentra sull’importanza della non-importanza perché darsi da fare? Alcuni dicono che l’opera migliore di questa sala sia guardar fuori dalla finestra_ alcuni dicono “I sono più Fluxus di te”_alcuni dicono che il gatto Nerone seduto sui gradini sia il migliore tra gli artisti Fluxus_ alcuni dicono che Fluxus è un errore che funziona alcuni dicono che Fluxus non esiste_alcuni dicono che Fluxus è ovunque.)
Ben Vautier (Napoli 1935), noto nel mondo dell’arte solamente come Ben, è un artista e performer italiano di nascita ma francese d’adozione attivo dalla fine degli anni ’50 a Nizza. Il suo lavoro, fatto di incontri, scambi performance si è sviluppato attraverso un’inarrestabile energia dentro e fuori del mondo dell’arte e del teatro. Ben si unisce sin dal suo nascere al movimento Fluxus e alla sua utopica missione di portare l’arte a coincidere con la vita. Nel 1956, apre a Nizza una discoteca, in cui espone le sue prime tele, e un negozio di dischi oltre a fondare il giornale Ben Dieu. Ben Vautier lavora con artisti del calibro di Yves Klein, Daniel Spoerri, Robert Fillou, invita George Maciunas nel 1963 a organizzare un festival Fluxus a Nizza, e continua senza sosta negli anni a scoprire talenti e a mettere in piedi performance ed eventi. Impossibile descrivere le molteplici e infinite azioni, tra cui forse la più indimenticabile fu quando solo seduto su una sedia in mezza alla strada sconvolse il pubblico con un cartello appeso al collo su cui c’era scritto, nel suo tipico corsivo: “Regardez-moi cela suffit” (Guardatemi è abbastanza). Il suo lavoro, presentato a Genova dalla galleria Unimedia di Caterina Gualco, ha sempre messo in luce, la sua genialità ironica, la sua ossessione per l’ego, il senso dell’assurdo, e la capacità di teatralizzare il mondo che lo circonda.
Nom de Plume è un nome collettivo, composto da numero variabile di componenti, che progetta comunicazioni visive e identità, pur non possedendone una pubblica. Con Nom de Plume, i designer che lo hanno costituito, vogliono celebrare un nuovo inizio senza dimenticare le esperienze acquisite negli anni lavorando in varie città per diversi clienti: artisti, architetti, aziende, case editrici, musei, teatri, fondazioni e riviste. Le competenze, le peculiarità e la curiosità dei singoli sono una ricchezza comune.