martedì 25 dicembre 2012

PROGRESSIVE RIOT: ARTE DALL'EX URSS NELLA COLLEZIONE DEL CENTRO PECCI DI PRATO, MILANO



PROGRESSIVE RIOT
ARTE DALL'EX URSS NELLA COLLEZIONE DEL CENTRO PECCI DI PRATO
Museo Pecci Milano
Ripa di Porta Ticinese 113 - Milano
dal 15/11/2012 al 6/1/2013

Artisti: Leonid Sokov, Sergei Volkov, Constantin Zvezdochotov, Vladimir Kupryanov, Anatoly Osmolovsky, Vahram Aghasyan, Factory of Found Clothes, Koka Ramishvili, Urbonas, Ilya Budraitskis, Aleksandra Galkina, David Ter-Oganian, Dmitri Gutov 

«Combattiamo per il diritto di cantare, pensare e criticare, per essere musicisti e artisti pronti a fare qualunque cosa per cambiare il proprio paese. Non importa quale sia il rischio, noi andremo avanti con la nostra battaglia» (Pussy Riot) 
Nella selezione di 13 opere di artisti attivi nei paesi dell'ex URSS, acquisite dal Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato in occasione delle mostre Artisti russi contemporaneia cura di Amnon Barzel e Claudia Jolles (1990) e Progressive Nostalgia: arte contemporanea dall'ex URSS a cura di Viktor Misiano (2007), attraverso comodati della famiglia Beccaglia e della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, prendono forma esperienze di "rivolta progressiva" nei confronti della concentrazione e prevaricazione del potere, emergono tendenze critiche che rivendicano la totale libertà di pensiero e di espressione e promuovono un radicale rinnovamento culturale in progress. 
L'esposizione presenta esempi significativi della produzione e sperimentazione artistica nei paesi dell'ex URSS fra il 1988 e il 2007, a vent'anni dalla dissoluzione dell'impero sovietico e del "socialismo reale" sostituiti da politiche oligarchiche e repressive connesse al mercato globale. I lavori di Leonid Sokov, Sergei Volkov e Constantin Zvezdochotov testimoniano la rottura evidente degli schemi dell'arte ufficiale riconosciuta e protetta dal sistema politico, l'uso irriverente e ironico della pittura, la carica iconoclasta e triviale delle installazioni. Le fotografie di Vladimir Kupryanov e Anatoly Osmolovsky irridono la tradizione totalitaria della venerazione dei monumenti con immagini e azioni dimostrative. Le foto-azioni dei Vorobyev puntano l’attenzione sulla memoria e sullo spaesamento fra locale e globale. Le opere video di Vahram Aghasyan, Factory of Found Clothes, Koka Ramishvili e Urbonas rappresentano "rovine della modernità" e speranze fallite, il "cambiamento" illusorio del potere e un "laboratorio di protesta" culturale diffuso. Ilya Budraitskis/Aleksandra Galkina/David Ter-Oganian e Dmitri Gutov recuperano il pensiero di Gramsci e di Lifshitz per proporre riflessioni politiche e slogan pungenti su tela.