domenica 19 luglio 2015

JOAN JONAS: THEY COME TO US WITHOUT A WORD II - TEATRO PICCOLO ARSENALE, VENEZIA




JOAN JONAS
THEY COME TO US WITHOUT A WORD II
Teatro Piccolo Arsenale
Campo della Tana, Castello - Venezia
20-21-22 Luglio, ore 21:00

Joan Jonas, artista pionieristica nel campo del video e della performance, ha creato un’installazione multimediale dal titolo They Come to Us without a Word per il Padiglione Stati Uniti della 56. Esposizione Internazionale d’Arte – la Biennale di Venezia, premiata con una Menzione speciale e visitabile fino al 22 novembre 2015.
Una nuova performance ideata e diretta da Joan Jonas. La performance include musiche composte appositamente dal pianista jazz americano Jason Moran, da lungo tempo collaboratore della Jonas. Moran suonerà dal vivo, accompagnando Jonas nella performance.
La performance di Joan Joans e l’installazione al Padiglioni Stati Uniti evocano entrambi la fragilità della natura in una situazione di veloce mutamento. “Nonostante l’idea del mio lavoro ruoti intorno alla questione di come il mondo stia cambiando così rapidamente e radicalmente, essa non è affrontata in modo diretto o didascalico” ha dichiarato Jonas. “Essa è evocata poeticamente nel lavoro attraverso il suono, le luci e l’associazione di immagini di bambini, animali e paesaggi”. Un aspetto della performance sarà la rielaborazione del materiale video dell’installazione al Padiglione Stati Uniti, con elementi preformativi sviluppati durante il workshop che l’artista condurrà tra giugno e luglio con un gruppo selezionato di studenti dello IUAV.

Joan Jonas (n. 1936, New York, NY, USA) è una pioniera del video e della performance e un’artista multimediale acclamata le cui opere normalmente abbracciano video, performance, installazioni, suono, testo e disegni. Formatasi in storia dell’arte e in scultura, Jonas è stata una figura centrale nel movimento della Performance art e nella ricerca video di fine anni ’60 e primi anni ’70: le sue sperimentazioni di quel periodo continuano a essere cruciali per lo sviluppo di nuovi generi artistici, dalla performance e video, all’arte concettuale e al teatro. Dal 1968 la sua arte esplora nuovi modi di vedere, i ritmi del rituale, e il potenziale di oggetti e gesti.
Vincitrice di molti premi e riconoscimenti, fra le sue recenti mostre personali ricordiamo le retrospettive all’HangarBicocca, Milano (2014); Centre for Contemporary Art, Kitakyushu Project Gallery, Giappone (2014); Kulturhuset Stadsteatern, Stoccolma (2013); Proyecto Paralelo, Messico (2013); Contemporary Art Museum, Houston (2013); Bergen Kunsthall, Norvegia (2011); Museum of Modern Art, New York (2010), MACBA, Barcellona (2007-2008). Ha partecipato per sei volte dal 1972 a oggi a documenta Kassel. Importanti retrospettive delle sue opere sono state presentate allo Stedelijk Museum, Amsterdam, alla Galerie der Stadt, Stoccarda, al Queens Museum of Art, New York. Joan Jonas è nata a New York dove vive e lavora. Dopo aver conseguito la laurea in Storia dell’Arte dal Mount Holyoke College nel 1958, ha studiato scultura alla Scuola del Museum of Fine Arts di Boston e ha ottenuto un master in scultura alla Columbia University nel 1965. Jonas è docente al MIT dal 1998, dove è attualmente Professor Emerita nel Program in Art, Culture, and Technology. Nell’estate 2015 Gregory R. Miller& Co. pubblicherà In the Shadow of a Shadow: The Work of Joan Jonas, la prima monografia completa del lavoro di Joan Jonas, a cura di Joan Simon.

Jason Moran (Houston, 1975) è pianista, compositore e performer artist. Nel 2010 ha ricevuto il MacArthur Fellow e attualmente è direttore artistico della sezione jazz al John F. Kennedy Center for the Performing Arts (Washington D.C.) Oltre alle diverse produzioni discografiche con musicisti del calibro di Charles Lloyd e il trio The Bandwagon (con il batterista Nasheet Waits e il bassista Tarus Mateen), l’attività di Jason Moran comprende un’intensa e vivace serie di collaborazioni con artisti visivi tra cui Theaster Gates, fondatore dello spazio no-profit Rebuild Foundation, con il quale ha composto le musiche della performance Looks of a Lot presentata nel 2014 al Chicago Symphony Center; Stan Douglas per l’opera video Luanda-Kinshasa (2013) in cui compare come uno degli interpreti; l’artista concettuale Glenn Ligon con cui ha composto le musiche del video The Death of Tom (2008) e l’artista americana Joan Jonas. Oltre alla performance Reanimation i due hanno collaborato per la realizzazione delle musiche dell’opera The Shape, the Scent, the Feel of Things presentata per la prima volta nel 2005 al Dia:Beacon e per il lavoro My New Theater: Reading Dante III (2008) esposto nel 2009 alla Biennale di Venezia. Jason Moran è uno degli artisti partecipanti a All The World’s Futures, 56. Esposizione Internazionale d’Arte – la Biennale di Venezia curata da Okwui Enwezor.
They Come to Us without a Word II è organizzata congiuntamente Padiglione Stati Uniti della 56. Esposizione Internazionale d’Arte – la Biennale di Venezia dal MIT List Visual Arts Center.
La performance è organizzata in collaborazione con il Teatro Fondamenta Nuove e lo IUAV, grazie al sostegno specifico di Fundación Botín, Galleria Alessandra Bonomo, Max Mara, Thyssen-Bornemisza Art Contemporary e un donatore anonimo.

Immagine: Joan Jonas,They Come to Us without a Word, 2015