martedì 29 luglio 2014

SOTTO IL SEGNO DI ANTONIO ABATE - SAGEP 2014




SOTTO IL SEGNO DI ANTONIO ABATE
Arte e devozione a Mele (secoli XVI-XX)
a cura di Ignazio Galella
SAGEP, 20/5/2014
collana "Quaderni d'arte e restauro"

L’oratorio di Sant’Antonio Abate di Mele, borgo del Genovesato sulla via del Turchino, è officiato fin dalla sua fondazione (1536) dalla Confraternita con lo stesso titolo. Oltre quattro secoli di vicende confraternali e degli abitanti si sono sedimentati in questa struttura.
La manifattura della carta, attiva già dalla metà del XV secolo, costituiva un ulteriore vincolo di appartenenza proprio perché la maggior parte dei paperai (cartai) erano confratelli. Non solo un sodalizio religioso laicale ma anche l’operare di un circuito virtuoso di assistenza e sostegno, quello che poi darà vita nel XIX secolo alle Società di Mutuo Soccorso.
Antonio Abate è l’oggetto della devozione e il continuo abbellimento dell’oratorio secondo i gusti più aggiornati era il modo per rappresentarsi come comunità. Gli apparati e le opere d’arte rimandano a nomi prestigiosi sia per committenza diretta sia per acquisto sul mercato: Andrea Ansaldo, Orazio De Ferrari, Rocco Cantone, Carlo Giuseppe Ratti, Anton Maria Maragliano, Gerolamo Costa, i Locatelli di Bergamo. Dopo la grande mostra del 1982 sulle Casacce è iniziato il lungo lavoro di recupero e valorizzazione dell’oratorio, culminato nel 2010 con il restauro della grande cassa processionale, capolavoro assoluto del Maragliano.

Il volume raccoglie saggi e ricerche di Elisabetta Badia, Stefano Bagliani, Stefania Bianchi, Giorgio Casanova, Rosalina Collu, Massimo Corradi, Anna Dagnino, Paolo Fontana, Lilli Ghio, Daniele Sanguineti, Roberto Santamaria.